mercoledì, settembre 27, 2006

Offshore e paradisi fiscali:la frontiera tra il legale e l´illegale Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Il dibattito sui Paradisi Fiscali si fa sempre piú vivace, in alcuni Forum d´Internet i moderatori sono arrivati a bandire gli utenti che discutevano sul tema. É legale costituire una societá offshore? Serve solo a evadere le tasse? Dov´é la frontiera tra il legale e l´illegale? Queste sono alcune delle domande che abbiamo posto al Dott. Giovanni Caporaso, CEO della OPM CORPORATION di Panama, impresa che dal 1992 offre servizi legali e bancari Offshore. Ecco una buona occasione per chi desidera approfondire l’argomento…

Dott. Caporaso cosa significa offshore?
Offshore: significa letteralmente fuori dalle acque territoriali o in caso di una operazione finanziaria realizzata fuori dal Paese di residenza (operazione extraterritoriale).
Molte aziende hanno dei dubbi. Ma è veramente legale possedere una società offshore?
Cento per cento legale. Al boulevard Prince Henry di Lussembrugo, capitale dell’omonimo Granducato, al nr. 13, tutte nello stesso palazzo si possono trovare le sedi di Pirelli, Mondadori, Tosi, Merloni Ariston e, 50 metri più in là, Meccanica Finanziaria, Lucchini, Autogrill, Franzoni, Gazzoni Frascara e Valentino. E che cosa ci fa il gruppo Mediaset a Malta? E l’Istituto Mobiliare Italiano a Madeira? E perché quasi il 50% (112 su 250) delle società quotate in borsa ed il 25% (22 su 88) dei gruppi bancari hanno partecipazioni, quasi sempre di controllo, in società residenti nei paradisi fiscali? La risposta é semplice: per pagare meno tasse!
Quali sono i motivi principali che spingono un’azienda ad andare offshore?
Semplicemente per proteggere i propri capitali e ridurre il carico fiscale. Attualmente esistono oltre 200 giurisdizioni che offrono uno o più incentivi agli investitori non residenti, alcuni di questi paesi sono anche dei veri e propri paradisi per le vacanze. Ogni paese considerato paradiso fiscale offre alcuni limitati vantaggi ai residenti o alle società lì domiciliate. Per esempio, nel Principato di Monaco non si pagano le tasse dei redditi personali, mentre le società sono altamente tassate. A Panama é esattamente il contrario, sempre e quando la società lì domiciliata non svolga attività nel territorio nazionale. Negli USA, durante il proibizionismo, e quando il gioco d’azzardo era vietato, alcuni audaci imprenditori avevano aperto dei Casinò naviganti, dove, fuori dalle acque territoriali, piovevano le scommesse tra fiumi di bevande alcoliche. L´industria offshore é piccola e misteriosa, nonostante secondo le ultime stime oltre il 60% dei capitali mondiali vengono gestiti attraverso questa industria. Attualmente esistono oltre 200 giurisdizioni che offrono uno più incentivi agli investitori non residenti, alcuni di questi paesi sono anche dei veri e propri paradisi per le vacanze.
Quali sono i benefici di una società offshore?
Le società offshore offrono l´anonimità dei soci. Operando da un territorio offshore si riesce a limitare la responsabilità degli azionisti riducendo, in molti casi, il carico fiscale.
E nel caso si volesse aprire una succursale in Italia ci sono dei vantaggi?
Prima di tutto é importante rilevare che in questo caso é soggetto ai controlli e alle leggi italiane come con una normale società. Però ottiene una vera S.R.L. a poco più di 1000 Euro. Le società di diritto estero possono essere registrate in Italia, se non altro perchè a livello notarile hanno un costo nettamente inferiore. Qualunque offshore può essere registrata in Italia ed avere una propria sede legale, telefono, fax, conto bancario, richiedere mutui e leasing, ecc. Vi sono due soluzioni differenti tra loro: il Representative Office e l´ identificazione della società presso i Pubblici Registri. Nel primo caso la società estera apre unicamente un codice fiscale e posizione IVA e si comporta da ufficio di rappresentanza della società estera: in questo caso gli adempimenti contabili sono davvero semplici; và unicamente presentata una comunicazione di apertura in bollo alla camera di commercio locale sull’apertura di tale ufficio. E’ necessario inoltre designare un rappresentante fiscale in Italia. Nel secondo caso la società di diritto estero, pur mantenendo nome ed estensione (LTD, LLC, Corp ecc.) diviene una vera e propria Srl con tutti gli adempimenti che comporta: contabilità ordinaria, INPS, INAIL, bilanci e dichiarazioni mensili dell’IVA. La società dovrà designare i propri amministratori in Italia pur rimanendo di diritto estero in quanto fallibilità o bancarotta. Il rappresentante fiscale ha un ruolo limitato alla registrazione.
Ho sentito parlare di varie giurisdizioni, alcune anche in Europa, qual é la migliore?
Quando si decide di fare il passo offshore è bene tener presente che più lontano da casa é e maggiori sono i vantaggi. Noi scegliamo di preferenza le società panamensi per il basso costo, la facilità di amministrazione (in pratica non ci sono requisiti) e per il fatto che dal 1932 Panama offre la migliore legge offshore.
Ho sentito parlare di blacklist, e mi pare di capire che le fatture, delle società di paesi inseriti in queste liste, non si possono scaricare?
Non é vero. Il problema é che in caso di controllo bisogna dimostrare che la società esiste per davvero. Se non fosse così interi paesi non potrebbero esportare i propri prodotti o servizi. Noi offriamo, in caso di necessità, una struttura completa con segretarie, telefoni fax, siti internet che fanno di una società una compagnia reale, a prova di tutti i controlli.
Quanto costa la costituzione di una società offshore?
Dipende dai paesi e tipi di società, il prezzo va dagli 800 Euro ai 5.000 per società finanziarie.
Cosa sono le scatole cinesi?
Le cosiddette “Scatole Cinesi” servono solamente nel caso in cui sia necessario rendere anonima la proprietà di un’azienda. Per “anonima” intendiamo non riconducibile ad alcuno in via civile. Le scatole Cinesi possono essere tante quante ne occorrono nel vostro sistema di titolarità. La formula più semplice è creare una “piccola holding” che fa capo a Voi (Panama, Dominica, Delaware-USA) e con questa acquistare altre società o quote di altre società. Anche una società italiana può essere posseduta da una piccola holding panamense.
Ho sentito parlare anche del gioco dei doppi nomi. Che cos’è?
Si tratta di incorporare due società con lo stesso nome, una in un paradiso fiscale ed una in un paese a bassa tassazione e senza grandi controlli. La prima apre i conti in banca, ovvero maneggia il capitale. La seconda é quella di facciata, che fattura, questa si costituisce in un paese dove non ci sono grandi controlli fiscali e dove gli azionisti non hanno né proprietà ne conti in banca. La seconda fattura, per esempio ad una società italiana, ma quando vengono forniti gli estremi del pagamento si da il numero di conto della prima società. In caso di controlli non insospettisce una fattura di un paese che non é nelle liste nere della Finanza e nessuno può sapere che il conto intestato a XX Corp. di Panama non ha nulla a che fare con l´omonima società, magari, degli Stati Uniti. Logicamente, quando questo sistema viene usato per evadere le tasse é illegale, ma é legale se viene utilizzato per la protezione del capitale. In alcuni paesi, per esempio, le imprese più forti utilizzano la pratica di sequestri giudiziari e conservativi con cause fittizie al solo scopo di strangolare le imprese più piccole.

Eni si rafforza nell'offshore in Norvegia Commercialista Olbia

Commercialista Olbia Eni rafforza la presenza nell'offshore norvegese aumentando le proprie quote di partecipazione in due licenze esplorative, «PL 211» e «PL 264», situate nelle acque profonde del Mare di Norvegia.

Lo comunica una nota precisando che nella licenza «PL 211», situata in acque profonde circa 600 metri nel Mare di Norvegia e comprendente il giacimento gas Victoria, Eni ha acquisito un ulteriore 10% da Total E&P Norge portando così le partecipazioni: Total (40%, operatore), Eni (30%) e la norvegese Statoil (30%). Eni ha inoltre raddoppiato nella licenza «PL 264», situata nelle acque profonde del settore Nord del Mare di Norvegia e comprendente il giacimento gas di Hvitveis, la propria quota e ha rilevato da ExxonMobil il ruolo di operatore. La joint venture è pertanto così ripartita: Eni (40%, operatore), ConocoPhillips (30%) e la norvegese Petoro (30%).

I versamenti telematici con F24 obbligatori per i titolari di partita Iva Commercialista Olbia


Commercialista Olbia ROMA - L’Agenzia delle Entrate, considerata la viva attenzione sul tema, da parte dei destinatari della recente innovazione normativa sui versamenti telematici F24, ritiene opportuno riepilogare alcune informazioni essenziali.

L’articolo 37, comma 49, del decreto legge n. 223/06 stabilisce che, dal 1° ottobre 2006, i titolari di partita Iva sono tenuti a effettuare i versamenti fiscali, contributivi e previdenziali - dovuti ai sensi degli articoli 17, comma 2, e 28, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241 - esclusivamente mediante modalità telematiche, anche servendosi di intermediari.

I contribuenti non titolari di partita Iva restano esclusi dall’obbligo e potranno continuare a effettuare i versamenti con modello F24 presso gli sportelli degli uffici postali, delle banche o dei concessionari della riscossione.

La norma è finalizzata a una più efficiente gestione di tali versamenti, in modo che i relativi dati siano immediatamente nella disponibilità dell’Amministrazione finanziaria a vantaggio anche degli stessi contribuenti.

I titolari di partita Iva, pertanto, devono effettuare il versamento unitario delle imposte e dei contributi per via telematica e possono farlo:

a) direttamente
1. mediante lo stesso servizio (Entratel o Fisconline) seguendo gli stessi criteri e modalità utilizzati per la presentazione telematica delle dichiarazioni
2. ricorrendo ai servizi di remote/home banking (CBI) offerti dagli istituti di credito, qualora non intendessero avvalersi dei servizi telematici dell’Agenzia

b) tramite gli intermediari abilitati a Entratel
1. che aderiscono alla specifica convenzione con l’Agenzia delle Entrate – rivolta agli intermediari definiti dal D.P.R. n. 322/98, art. 3, comma 3 – e che utilizzano il software F24 cumulativo disponibile nella sezione “Servizi” del sito Web di Entratel
2. che si avvalgono dei predetti servizi di remote/home banking.

L’obbligo di versamento telematico delle imposte ricade anche sui contribuenti non residenti in Italia identificati direttamente ai sensi dell’art. 35-ter del D.P.R. n. 633/72. Questi ultimi, per ovvi motivi di semplificazione, possono ricorrere al sistema di pagamento Target, del tutto assimilabile alle modalità telematiche sopra richiamate.

Le società appartenenti ai gruppi societari definiti dal Tuir possono essere incaricate della sola trasmissione telematica delle dichiarazioni delle altre società appartenenti al gruppo, ai sensi dell’art. 3, comma 2-bis, del D.P.R. n. 322/98.
Esse non hanno però le caratteristiche per essere comprese nel novero degli intermediari che possono aderire alla vigente convenzione F24 cumulativo. Di conseguenza, fino a quando non sarà individuata una soluzione che legittimi le predette società a eseguire i versamenti per conto delle altre società del gruppo cui appartengono mediante il servizio Entratel, i versamenti telematici di queste ultime dovranno essere eseguiti o direttamente da ciascuna società – mediante i servizi telematici dell’Agenzia - o ricorrendo al CBI, che ammette i versamenti eseguiti attraverso terzi.

Ovviamente, anche i contribuenti non titolari di partita Iva, benché non obbligati, possono adottare le modalità telematiche di versamento, utilizzando i servizi on-line dell’Agenzia delle Entrate.

Gli utenti abilitati ai servizi telematici Fisconline o Entratel possono predisporre il versamento utilizzando il software F24-online, scaricabile gratuitamente dalla sezione Software del sito Web dell’Agenzia delle Entrate.

Titolarità del conto corrente bancario su cui addebitare i versamenti
Chi esegue i versamenti tramite i servizi telematici dell’Agenzia deve essere titolare di un conto corrente bancario presso una banca convenzionata con l’Agenzia stessa (l’elenco è reperibile sempre sul sito Web delle Entrate).
Poste Italiane SpA si è impegnata a sottoscrivere la convenzione in tempo utile per poter rendere operativi i conti correnti dei propri clienti soggetti all’obbligo normativo.

E’ opportuno precisare che la richiesta di addebito del versamento F24 deve essere effettuata indicando le coordinate bancarie di un conto di cui il debitore è intestatario, o cointestatario con abilitazione a operare con firma disgiunta.
Per chi si avvale, invece, dei servizi di remote/home banking valgono le regole fissate dalle singole banche.

Esito dei versamenti
L’Agenzia fornisce, per ogni file contenente F24 trasmesso telematicamente via Entratel o Fisconline, tre ricevute:
1. la prima, di conferma di avvenuta accettazione del file contenente l’F24 da parte del sistema
2. la seconda, di conferma della presa in carico di ciascun versamento e della correttezza formale dei dati a esso relativi
3. la terza, recante l’esito della richiesta di addebito sulla base di quanto comunicato dalla banca.

Quanto sopra vale, ovviamente, anche per gli invii eseguiti mediante F24 cumulativo.
Attualmente, il contribuente riceve per posta - all’indirizzo conosciuto dall’Agenzia in base alle informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria - anche copia del modello F24 inviato telematicamente e addebitato correttamente.
Per i versamenti eseguiti a partire dal 1° ottobre 2006, la copia del modello F24 sarà sostituita da un estratto conto semestrale, che rendiconterà tutti gli addebiti di F24 effettuati nel periodo.
Analoga rendicontazione sarà fornita anche agli intermediari che trasmettono versamenti in forza della convenzione F24 cumulativo.

Possibilità di annullare un versamento telematico
L’Agenzia delle Entrate offre la possibilità di annullare i versamenti telematici inviati dagli intermediari via Entratel, mediante l’apposita funzione disponibile nell’applicazione omonima.
Questa opportunità, tuttavia, è sfruttabile entro il quint’ultimo giorno precedente la data dell’addebito indicata nel F24.

E’ imminente, comunque, sia l’estensione della possibilità di annullare i versamenti ai singoli contribuenti che operano direttamente per via telematica, sia l’ampliamento dell’intervallo temporale entro cui poter richiedere l’annullamento sino al penultimo giorno lavorativo antecedente la scadenza.
Supponendo, per esempio, che il termine per il versamento cada di lunedì, l’annullamento potrà essere richiesto entro il giovedì precedente.

Software fornito dall’Agenzia delle Entrate
Le applicazioni specifiche attualmente fornite gratuitamente dall’Agenzia per la predisposizione degli F24 da trasmettere per via telematica sono scaricabili dal sito Web www.agenziaentrate.gov.it (F24 online) o da quello del servizio Entratel (F24 cumulativo).
Le applicazioni sono utilizzabili in ambiente Windows e MacOS.

In considerazione del numero crescente di utenti dotati di computer con piattaforma Linux, ancorché ovviamente in configurazione dual boot con il sistema operativo Windows che garantisce la piena utilizzabilità degli attuali software applicativi, l’Agenzia sta progressivamente rilasciando le versioni adeguate al sistema operativo open source dei propri prodotti informatici.
Il primo di essi già disponibile è Gerico 2006, il porting di F24 online e di F24 cumulativo è in corso di predisposizione.

Di una prima versione Web di F24 online, fra l’altro, è previsto il debutto per gennaio 2007.
Altre novità riguardanti le attuali caratteristiche del pacchetto F24 cumulativo sono le seguenti:
• elevamento da 99 a 999 del numero massimo di F24 che è possibile inserire in un unico file da inviare via Entratel (operativo con il prossimo aggiornamento disponibile dal 26 settembre 2006)
• integrazione con il tracciato CBI, con possibilità di inviare file contenenti al massimo 5.000 modelli F24, da sperimentare con alcuni utenti a partire da novembre 2006 e rendere operativa a regime da gennaio 2007.

Enti che eseguono versamenti tramite Tesoreria
Tutti gli enti, tenuti a eseguire pagamenti di ritenute alla fonte tramite versamenti diretti in Tesoreria (Legge 388/2000, articolo 34, comma 3) ai quali è attribuita una partita Iva, non soggiacciono all’obbligo introdotto dal decreto legge n. 223/06. Per pagamenti di imposte diverse dalle ritenute alla fonte tali enti potranno eseguire i versamenti diretti in Tesoreria o qualora si vogliano avvalere del versamento unificato di cui al D. Lgs 241/97 dovranno utilizzare i servizi on-line dell’Agenzia o del remote/home banking.

Casi particolari
1. F24 predeterminati: i contribuenti destinatari di F24 predeterminati che intendano eseguire il relativo versamento senza ulteriori integrazioni possono procedere presentando il modello cartaceo ai consueti sportelli
2. Versamenti rateali in corso: i contribuenti che alla data di entrata in vigore del decreto n. 223/06 avevano iniziato a pagare in modo rateale i tributi e i contributi previdenziali di Unico 2006 utilizzando il modello F24 cartaceo, possono continuare a effettuare i versamenti a saldo per il 2005 o in acconto 2006 seguendo la medesima modalità
3. Contribuenti beneficiari di crediti agevolati fruibili esclusivamente presso i concessionari della riscossione: i titolari di partita Iva che hanno diritto ad agevolazioni fiscali, nella forma di crediti d’imposta, che possono essere esercitate soltanto presso i concessionari della riscossione (tale tipologia è desumibile dall’elenco dei codici tributo disponibili sul sito dell’Agenzia www.agenziaentrate.gov.it) possono utilizzare il modello F24 cartaceo
4. Contribuenti impossibilitati a utilizzare conti correnti: i soggetti obbligati al versamento telematico ai quali fosse inibita per cause oggettive la possibilità di accedere a un proprio conto corrente bancario
a. possono utilizzare il modello F24 cartaceo
b. possono rivolgersi a un intermediario che aderisce al CBI

Le ipotesi per l'Irpef: 40 euro in più ogni mille di reddito

Commercialista Olbia Un rincaro di 40 o 50 euro ogni mille in più di reddito imponibile: è questo il possibile effetto di un ritocco alla platea dei contribuenti Irpef soggetti all'aliquota massima.Se si deciderà — come si è detto in questi giorni —di far partire dai 70mila euro annui la percentuale massima di prelievo, questa parte di redditi si troverà a pagare 4 punti in più, come si vede dalla tabella.
Le simulazioni sono stateeffettuate considerando un lavoratore dipendente senza familiari a carico e confrontando il prelievo attuale con quello che deriverebbe dalla nuova aliquota.

Non sono invece state modificate le altre aliquote in vigore (23%fino a 26mila euro, 33% fino a 33.500, 39% oltre questa soglia) né le deduzioni «no tax area». Presentiamo inoltre una seconda simulazione ottenuta applicando un'aliquota massima del 44%, in luogo dell'attuale 43% riservato a chi supera 100mila euro: in questo caso, si ha un rincaro progressivo anche per gli imponibili maggiori, in ragione di 10 euro ogni 1.000 di reddito (l'1%, appunto).

I danni delle "light": sotto accusa i big del tabacco Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Le società del tabacco di nuovo alla sbarra: un giudice federale di Brooklyn ha autorizzato una class action contro le regine del fumo per i danni alla salute provocati dalle sigarette "leggere".E la causa collettiva contro i marchi light, se vinta dai consumatori, potrebbe costare a colossi quali Altria
200 miliardi di dollari, che verrebbero triplicati in caso di drastica applicazione della legislazione contro il crimine organizzato.

Abbastanza per diventare, oltre che una spada di Damocle sul settore, uno dei più imponenti battaglie giudiziarie negli annali della Corporate America. La decisione del giudice distrettuale Jack Weinstein, contenuta in 540 pagine, può essere ancora ribaltata. Philip Morris Usa e altre protagoniste del tabacco hanno annunciato immediati ricorsi. E una bocciatura, per Weinstein, non sarebbe la prima: nel maggio 2005 il magistrato ha visto una sua precedente sentenza,favorevole a danni legati al tabacco, annullata dalla corte d'appello.
La cause contro il fumo sono state numerose nella storia degli Usa, ma di recente le società erano parse tirare un sospiro di sollievo.
Ieri tuttavia il nervosismo si è impadronito dei titoli del fumo: Altria (che controlla Philip Morris) ha ceduto il 6,4%.E in ribasso sono finiti gruppi come
Reynolds American, Brown Williamson Tobacco, British American Tobacco, Loews
(che controlla Lorillard Tobacco) e Vector (che possiede Liggett). La sconfitta legale potrebbe complicare i piani Altria per lo scorporo della controllata Kraft Foods, il cui varo è previsto a fine ottobre.
Il caso contro le sigarette "light" è nato nel 2004, quando Barbara Schwab presentò la sua denuncia contro i produttori per violazione del Racketeer Influenced and Corrupt Organization Act, noto con la sigla Rico, accusandoli di aver ingannato i consumatori nel sostenere che il fumo leggero era meno nocivo rispetto a quello dei marchi con più elevato contenuto di catrame. Le aziende, cioè, avrebbero risposto alle crescenti preoccupazioni di salute con una campagna di cosciente manipolazione per proteggere un giro d'affari improvvisamente a rischio.Adesso la denuncia coprirà tutti coloro (milioni di persone) che abbiano acquistato le sigarette in questione.

Effetto Iva, deficit al 4,8%. Cuneo fiscale in due tempi Commercialista Olbia


Commercialista Olbia La sentenza europea sulla detraibilità dell'Iva per le auto aziendali pesa sul deficit 2006, che vola dal 4% previsto al 4,8%: il costo è di 15 miliardi. Rivista al rialzo, dall'1,5% all'1,6%, anche la previsione sulla crescita. Si definisce, fra tensioni nella maggioranza e con i sindacati, la ripartizione della Finanziaria: scendono a 15 miliardi i tagli di spesa, con 15 miliardi di nuove entrate. Il ministro Paolo Ferrero (Rifondazione) chiede che per iredditi oltre 70mila euro l'aliquota sia alzata dal 43% al 45%.Romano Prodi e Tommaso Padoa Schioppa hanno illustrato la manovra al presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: taglio del cuneo fiscale in due tranche (2,5% a febbraio, il resto a luglio) e per il 60% a favore delle imprese.Incontro a Palazzo Chigi anche con i sindacati sui nodi aperti: pensioni (e super Inps), scuola e contratti degli statali.

BREVI CONSIDERAZIONI DELLE PROVINCE ITALIANE SU DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA 2007-2011


Il Documento di programmazione economico finanziaria 2007-2011 definisce il quadro strategico entro il quale il Governo intende lavorare per il ridare slancio alla crescita economica e per operare un efficace risanamento dei conti pubblici, secondo gli impegni assunti in sede europea.
Le principali direttrici lungo le quali si prevede di agire saranno quelle dello sviluppo, del risanamento e dell’equità, al fine di neutralizzare al massimo l’elevato deficit e l’esaurimento dell’avanzo primario, che rappresentano i due fattori maggiormente preoccupanti per l’economia nazionale.
La medesima direzione è stata peraltro indicata dalla manovra approntata con il dl 233/06, la quale ha agito verso il contrasto alla elusione ed evasione fiscale, la liberalizzazione di alcuni settori produttivi nonché la contrazione della spesa pubblica. E, sulla stessa scia, verrà predisposta la manovra di bilancio per il 2007.
L’Unione delle Province d’Italia condivide l’attenzione che viene posta al sistema dei poteri locali quali istituzioni prioritariamente deputate allo sviluppo e alla crescita del sistema Paese.
A tal proposito si ricorda che l’Associazione aveva già rappresentato, con un proprio documento, le principali proposte per il Dpef, caratterizzate dalla esigenza di coniugare l’incremento di competitività del sistema produttivo con la crescita economica ed occupazionale del Paese; allo stesso tempo l’UPI aveva sottolineato la necessità di un riordino e semplificazione del sistema istituzionale, in grado di eliminare le sovrastrutture inutili e la sovrapposizione di soggetti, alla luce di un compiuto federalismo fiscale in grado di realizzare una effettiva autonomia finanziaria. Ma ancora più urgente era stata la richiesta di una nuova formulazione del patto di stabilità interno, coerente con le regole europee e soprattutto in grado offrire scenari pluriennali, accompagnato da strumenti finanziariamente sostenibili.

Il Dpef e il sistema autonomistico.
La scelta operata dal Governo, quale quella di strutturare una manovra finanziaria per il 2007 pari a 35 miliardi di euro, di cui 20 destinati alla riduzione del deficit, appare in linea con la necessità di ottemperare agli obblighi e alla raccomandazioni che promanano dalla Unione Europea.
In questo contesto il Dpef focalizza più volte l’attenzione circa il ruolo che il sistema dei governi locali può e deve dare nell’opera di risanamento della finanza pubblica.
In primo luogo, afferma che la spesa decentrata rappresenta circa il 30% della spesa totale della PA, ciò anche in virtù degli interventi normativi di decentramento delle funzioni amministrative succedutisi negli ultimi anni; per quanto poi riguarda il delicato settore della spesa in conto capitale, questa fa registrare, per la componente a carico delle amministrazioni locali una battuta d’arresto nel 2005.
Nell’ottica della liberalizzazione e supporto alla concorrenza degli operatori economici, il Governo dimostra una chiara volontà di procedere ad un netto superamento di alcuni limiti di accesso a delicati settori quali energia elettrica, gas, servizi pubblici locali, trasporti, ecc, nonché alla diffusa pratica degli affidamenti diretti da parte degli enti locali, volontà già peraltro dichiarata attraverso la manovra correttiva inserita nel dl 223/06.
Per quanto infine concerne il patto di stabilità interno, si coglie la necessità, espressa da anni da tutto il sistema autonomistico, che vengano meno gli strumenti, finora adottati, di contrazione della spesa rispetto agli anni precedenti, per aprire la strada ad un meccanismo incentrato sul miglioramento dei disavanzi.

Alcune criticità
In considerazione del quadro macroeconomico raffigurato nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria 2007-2011, che peraltro viene contestualizzato all’interno delle tendenze di sviluppo del contesto internazionale e comunitario, l’Unione delle Province d’Italia ritiene di dover esprimere il proprio apprezzamento rispetto ai contenuti del documento in esame.
Esso infatti sussume e raccoglie alcune delle principali richieste ed osservazioni che l’UPI aveva formulato in precedenza, prime tra tutte la rivisitazione del patto di stabilità interno e l’attuazione del federalismo fiscale, prevedendo in quest’ottica un “rafforzamento delle sedi di confronto tra governo centrali e governi locali, in modo che questi ultimi siano inseriti a pieno titolo nel processo di formazione della politica di bilancio”. Allo stesso tempo l’UPI intende ribadire la necessità che i nuovi meccanismi del patto di stabilità interno contemplino, come accaduto in passato, accanto ad un corretto ed equilibrato sistema sanzionatorio, anche un sistema premiante ovvero incentivante per i singoli enti che raggiungano parametri di virtuosità ulteriori a quelli richiesti; ma soprattutto si ritiene necessario che la quantificazione degli oneri a carico di ogni componente della PA, cui spetta l’obbligo di contribuire al risanamento della finanza pubblica, venga individuata con chiarezza ed urgenza, all’interno di un processo di condivisione e coordinamento che veda tutte le componenti della Repubblica impegnate verso l’obiettivo comune.
Il Dpef inoltre, opportunamente indica quale elemento centrale l’attuazione dell’articolo 118 della Costituzione, per “riprendere il filo del trasferimento ordinato di funzioni amministrative sulla base della sussidiarieetà, differenziazione ed adeguatezza”
Restano comunque alcune perplessità in ordine alle direttrici di operatività che il Governo intende intraprendere. Innanzitutto, per quanto concerne la liberalizzazione dei mercati, in special modo quello dei servizi pubblici locali, sebbene vi sia convergenza di vedute rispetto alla necessità di favorire, attraverso la competizione e la concorrenza, l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa in settori strategici propri degli enti locali, permane l’esigenza di raggiungere tale obiettivo attraverso un processo condiviso e concertato con i principali attori e referenti che quotidianamente si confrontano con tutto il sistema della fornitura di beni e servizi alla collettività.
Appare infatti quanto meno opportuno che riforme così strutturali vengano adeguatamente ponderate e partecipate nella forma più ampia possibile.
Allo stesso tempo l’UPI rileva che la particolare attenzione che viene posta nel Dpef alle politiche infrastrutturali sembra lasciare sullo sfondo quanto invece viene realizzato e gestito a livello locale; il documento risulta altresì carente di una visione organica e di prospettiva in relazione al processo dinamico - ed integrato - che dalla istruzione arriva all’ingresso nel mondo del lavoro, passando attraverso la formazione professionale.
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Finanziaria 2007: un grande caos e un focolaio di polemiche accompagnano le prime bozze. Alta tensione anche nella maggioranza

Un grande caos continuano a regnare intorno alla Finanziaria 2007 che dovrebbe essere ormai alle sue battute finali, sebbene dalle indiscrezioni emerse nelle ultime ore sui principali organi di stampa, si evince ancora una notevole confusione. L’unica cosa certa al momento è il termine ultimo, fissato per il 30 settembre, entro il quale la manovra dovrà per legge approvare in Parlamento e secondo le ultime informazioni disponibili, il Governo dovrebbe presentarla ufficialmente venerdì prossimo. A parte questo però, appaiono molto nebulose e confuse le notizie delle ultime ore che hanno parlato delle tante novità che saranno contenute nella Finanziaria, sulla base delle linee guida che sono state diffuse in riferimento ai primi 40 articoli del testo. La bozza tuttavia non contempla ancora due capitoli importanti, quello riguardante il fisco e la sanità, ma anche per gli altri non vi nulla di certo al momento, visto che alcune fonti del Tesoro hanno smentito in serata tutte le indiscrezioni. In sostanza, la bozza della manovra circolata quest’oggi viene definita superata e inattendibile e questo di fatto costringe ad attendere nuove indicazioni nel corso delle prossime ore. Non sono mancata alcune smentite da parte di diversi ministri, come quella del titola del dicastero del lavoro, che ha definito prive di fondamento le notizie relative alla nascita di un nuovo istituto di previdenza, destinato a sostituire l’INPS. Cesare Damiano ha infatti dichiarato che non rispondono al vero le indicazioni sulla creazione dell’INPU, segnalato in un primo momento come nuove ente destinato a sostituire quelli pubblici attuali. Anche il ministro della pubblica istruzione Giuseppe Fioroni, ha respinto le indiscrezioni che circolano sui tagli alla scuola, dichiarando che le stesse non gli appartengono, sottolineando al contrario che il premier Romano Prodi ha mostrato grande sensibilità e attenzione nei confronti dell’istituzione Scuola. E proprio i tagli annunciati su scuola e università hanno scatenato una serie di reazione negative in seno alla stessa maggioranza, di fronte alle quali il capo del Governo è già stato costretto ad intervenire, facendo sapere che verrà riesanimato l’intero capitolo, prima della sua presentazione ufficiale. Insorge anche l’Anci, che per voce del suo presidente, Leonardo Domenici, si
augura che le indiscrezioni sulla Finanziaria 2007 siano smentite, facendo sapere che in caso di conferma la stessa risulterebbe inaccettabile. Una vivace polemica prende corpo inoltre in merito alla proposta che sarebbe contenuta nella manovra, e che contemplerebbe l’obbligo di assicurare le abitazioni private contro i rischi derivanti dalle calamità naturali, da osservare entro la fine del 2007. Un’ipotesi questa però che non piace assolutamente ai sindacati, tanto che i segretari confederali di Cigl, Cisl e Uil, hanno manifestato subito la loro contrarietà, ritenendo inaccettabile che venga scaricato sulle famiglie e sui loro redditi la necessaria e non rinviabile opera di messa in sicurezza del territorio e dei fabbricati. Tra gli altri provvedimenti contemplati nella manovra, figurerebbe anche una riduzione del 6% della spesa delle pubbliche amministrazioni, con un sistema incentivante per i dipendenti più virtuosi. Compare inoltre una contrazione del 20% della spesa destinata alle missioni all’estero, insieme alla soppressione degli enti inutili, cui si accompagna però una stretta sulle assunzioni.Intanto non mancano quanti chiedono una nuova trasformazione delle aliquote Irpef, con un ripristino della soglia del 45%, secondo quanto richiesto dal ministro per la solidarietà sociale, Paolo Ferrero. Quest’ultimo propone infatti di ritornare all’aliquota del 45% per i redditi superiori ai 70mila euro, per i quali invece il precedente Governo aveva abbassato la soglia della tassazione al 39%.

Decreti legge Settembre 2006 Commercialista Olbia Informa

Commercialista Olbia
D.L. 9/9/2005 n. 182 convertito con modifiche nella legge 11/11/2005 n. 231. Interventi urgenti a sostegno dei produttori di uva da vino. Apertura termini presentazione do-mande e approvazione procedure operative (Deliberazione regionale n. 1147 del 31 luglio 2006)
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LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA
Richiamati:
- il Reg. (CE) 1860 del 6 ottobre 2004 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti de minimis nei settori dell'agricoltura e della pesca;
- la Legge 29 aprile 2005, n. 71 "Conversione in legge, con modificazioni del Decreto Legge 28 febbraio 2005, n. 22, recante interventi urgenti nel settore agroalimentare", ed in particolare l’art. 1, commi 1-bis e 1-ter;
- la Legge 11 novembre 2005, n. 231 "Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 9 settembre 2005, n. 182, recante interventi urgenti in agricoltura e per gli organismi pubblici del settore, nonché per contrastare andamenti anomali dei prezzi nelle filiere agroalimentari", ed in particolare l’art. 1, commi 1 e 2, per le parti in cui si stabilisce:
a) che ai produttori di uva da vino, individuati con le medesime procedure di cui al D.L. n. 22/2005, sono erogati aiuti de minimis ai sensi del Reg. (CE) n. 1860/2004 della Commissione;
b) che tali aiuti sono erogati dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) agli imprenditori agricoli, iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale, nel limite massimo di 40 milioni di euro;
c) che gli aiuti (massimo 3.000 Euro per azienda) sono definiti con riferimento agli ettari di superficie produttiva;
Atteso che la predetta erogazione può essere concessa nelle aree per le quali con decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali è stata verificata la riduzione nel 2005 del reddito medio derivante dalla produzione di uva da vino del 30% rispetto al reddito medio del triennio precedente;
Richiamata la propria deliberazione n. 628 in data 2 maggio 2006, con la è stata richiesta al competente Ministero l’attivazione degli interventi previsti dall’art 1, comma 1 della Legge n. 231/2005, a favore delle aziende agricole che hanno subito una riduzione di reddito aziendale per l'anno 2005 di almeno il 30 per cento rispetto al triennio precedente;
Visto il Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali dell'11 luglio 2006, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 166 del 19 luglio 2006, che ha recepito la richiesta della Regione Emilia-Romagna;
Preso atto che il Decreto di cui sopra stabilisce:
- che la Regione Emilia-Romagna determina le modalità e provvede all’istruttoria per la verifica dei requisiti previsti dall’art. 1, comma 1, del Decreto Legge 9 settembre 2005 n. 182 convertito dalla Legge 11 novembre 2005, n. 231;
- che entro il termine di 45 giorni dalla data di pubblicazione dello stesso decreto sulla Gazzetta Ufficiale, le imprese agricole interessate dovranno presentare domanda presso gli Enti territoriali competenti;
Vista la circolare AGEA protocollo ANPU.2006.338 del 24 marzo 2006, modificata ed integrata con circolare protocollo ANPU.2006.566 del 12 maggio 2006, che definisce le modalità di presentazione delle domande dell'aiuto di che trattasi da parte delle imprese agricole, lo schema di domanda da utilizzare e fissa al 30 settembre 2006 la data ultima entro la quale inviare la documentazione relativa alle richieste di pagamento;
Vista la L.R. n. 15/1997 e successive modifiche con la quale sono state attribuite alle Province e alle Comunità Montane funzioni amministrative in materia di agricoltura;
Ritenuto pertanto necessario:
- dare attuazione a quanto previsto dall'art. 1, commi 1 e 2, della Legge n. 231/2005 e dal D.M. 11 luglio 2006 relativamente agli aiuti a favore delle imprese agricole della regione Emilia-Romagna che, per effetto della crisi di mercato delle uve da vino determinatasi nell’anno 2005, hanno subito una riduzione del reddito medio del 30 per cento rispetto al reddito medio del triennio precedente;
- disciplinare le modalità e le procedure per l'erogazione dei predetti aiuti secondo quanto stabilito nell’Allegato A al presente atto, del quale è parte integrante e sostanziale;
Viste:
- la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 "Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna", ed in particolare l’art. 37, comma 4;
- la propria deliberazione n. 447 in data 24 marzo 2003 recante “Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull’esercizio delle funzioni dirigenziali” e successive modifiche;
Dato atto, pertanto, del parere di regolarità amministrativa espresso dal Direttore Generale Agricoltura, Dott. Dario Manghi, ai sensi del sopracitato art. 37, comma 4, della L.R. n. 43/2001 e della predetta deliberazione n. 447/2003;
Su proposta dell’Assessore all’Agricoltura, Tiberio Rabboni;
A voti unanimi e palesi
d e l i b e r a
sulla base delle considerazioni espresse in premessa e qui integralmente richiamate:
1) di dare attuazione alle disposizioni del Decreto MIPAAF 11 luglio 2006 per consentire alle imprese agricole dell’Emilia-Romagna che nel 2005 hanno subito una riduzione del reddito medio derivante dalla produzione di uva da vino del 30 per cento rispetto al reddito medio del triennio precedente di presentare domanda per gli aiuti previsti dall’articolo 1 della Legge 11 novembre 2005, n. 231;
2) di approvare, nel testo di cui all'Allegato A parte integrante e sostanziale del presente atto, le modalità e procedure per l’erogazione degli aiuti sopra citati, nonché la modulistica da utilizzare ai fini della presentazione delle domande;
3) di stabilire:
a) che le domande di aiuto devono pervenire - direttamente o a mezzo posta - agli Enti territorialmente competenti entro e non oltre la data del 2 settembre 2006;
b) che gli Enti territoriali competenti ai sensi della L.R. n. 15/1997 dovranno trasmettere alla Direzione Generale Agricoltura - Servizio Produzioni vegetali - entro il 28 settembre 2006 gli elenchi formalmente approvati delle domande istruite ai fini della trasmissione ad AGEA per la successiva erogazione degli aiuti;
4) di prevedere che il Direttore Generale Agricoltura possa con proprio atto prorogare i termini di cui al precedente punto 3) in correlazione ad eventuali provvedimenti di carattere nazionale che modifichino le scadenze attualmente stabilite, nonché apportare eventuali integrazioni tecniche alle disposizioni contenute nel predetto allegato A;
5) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna e di diffonderla sul sito Internet della Regione all'indirizzo http://www.ermesagricoltura.it/.

- - -

Allegato A
Procedure operative
per l’attivazione degli aiuti di cui all’art. 1 della Legge n. 231/2005 a sostegno dei produttori di uva da vino

Premessa
Con le presenti Procedure operative la Regione Emilia-Romagna dà attuazione agli interventi di cui al Decreto MIPAAF 11 luglio 2006.
Beneficiari
Possono presentare domanda gli imprenditori agricoli produttori di uve da vino in possesso dei seguenti requisiti:
- aver subito, nel 2005, una riduzione del reddito medio derivante dalla produzione di uva da vino di almeno il 30 per cento rispetto al reddito medio del triennio precedente, con le seguenti precisazioni:
- in caso di coltivazione, nel triennio precedente, per un periodo inferiore ai tre anni, la media dovrà essere calcolata sulla base del reddito degli anni interessati;
- per i produttori che hanno iniziato la coltivazione nell’anno 2005, il reddito medio è quello della media triennale dell’area regionale;
- aver presentato dichiarazione delle superfici vitate di cui ai DD.MM. del 23 marzo 1999 e del 26 luglio 2000;
- aver assolto, nei casi previsti, all’obbligo di dichiarazione comunitaria raccolta uve e produzione vino ai sensi del Reg. (CE) n. 1282/2001;
- essere iscritti alla gestione previdenziale ed assistenziale degli imprenditori agricoli; qualora il richiedente l’aiuto sia una società, l’iscrizione alla gestione previdenziale, nell’anno di riferimento, deve essere richiesta per il legale rappresentante della stessa;
- essere iscritti all’anagrafe delle aziende agricole della Regione Emilia-Romagna, con fascicolo aziendale validato.
Interventi previsti
Saranno erogati, ai sensi dell'art. 1, comma 2 della Legge n. 231/2005, contributi in conto capitale, con riferimento agli ettari di superficie vitata produttiva nel 2005, secondo i parametri di cui all'articolo 131, paragrafo 2, del Regolamento (CE) n. 1782/2003 del Consiglio del 29 settembre 2003:
a) 3.000 Euro in caso di superfici pari o superiori a 6 ettari;
b) 2.000 Euro in caso di superfici pari o superiori a 3 ettari, ma inferiori ai parametri di cui alla lettera a);
c) 1.000 Euro in caso di superfici pari o superiori a 0,3 ettari, ma inferiori ai parametri di cui alla lettera b).
Presentazione delle domande
Le domande devono pervenire - direttamente o a mezzo posta - all’Ente territoriale competente (Provincia o Comunità Montana) entro e non oltre il 2 settembre 2006 utilizzando la modulistica allegata alle presenti Procedure, corredata della documentazione richiesta.
Detta modulistica è reperibile presso gli uffici degli Enti predetti e sul sito regionale ERMES agricoltura, alla pagina "aiuti e agevolazioni".
Nel caso di imprese che abbiano terreni in conduzione ubicati sui territori di più Amministrazioni, la domanda dovrà essere inoltrata all’Amministrazione nel cui territorio ricade la prevalenza della superficie vitata.
Istruttoria
Gli Enti territorialmente competenti istruiscono le domande ed approvano gli elenchi dei richiedenti aventi titolo, a seguito della verifica delle condizioni di accesso e del possesso del requisito della riduzione del reddito medio riferito alla sola produzione di uva da vino sulla base dei dati dichiarati in domanda.
Gli Enti di cui sopra determinano l’importo ammissibile a contributo per singola domanda pervenuta e approvano, con atti formali, gli elenchi contenenti i dati anagrafici dei beneficiari ed i relativi importi.
Detti elenchi dovranno essere trasmessi entro il 28 settembre 2006 alla Direzione Generale Agricoltura – Servizio Produzioni vegetali – per il successivo inoltro ad AGEA per l'erogazione degli aiuti.
Qualora AGEA predisponga apposito software in tempo utile, gli Enti competenti procederanno all'istruttoria informatizzata.
Controlli e Sanzioni
Tra le imprese agricole aventi titolo all’intervento finanziario sarà estratto un campione di almeno il 5 per cento da sottoporre a controllo documentale e tecnico, al fine di verificare che i dati dichiarati siano veritieri.
L’accertamento di dichiarazioni mendaci comporta la pronuncia di decadenza della domanda di aiuto nonché la trasmissione d’ufficio agli Organi competenti per l’esercizio dell’azione penale.
Il campione da sottoporre a controllo dovrà essere estratto con procedura tale da assicurare la più completa casualità.
Modalità di pagamento
Poiché dal 16 ottobre 2006 ogni pagamento effettuato da AGEA avverrà esclusivamente con la modalità di accredito su conto corrente bancario (o postale) intestato al richiedente, in ciascuna domanda dovrà essere espressamente indicata tale modalità di pagamento.

A G E A

per il tramite della Regione Emilia-Romagna

INTERVENTI A FAVORE DEI PRODUTTORI DI UVA DA VINO
ANNO 2005

ART. 1 COMMA 2 L. 11.11.2005 N. 231
Ente territoriale


SPAZIO RISERVATO AL PROTOCOLLO





DOMANDA PRESENTATA PER TRAMITE DI:




Descrizione



Quadro A – TIPO DI DOMANDA (barrare una sola delle caselle sottostanti)
AVENDO SUBITO NELL’ANNO 2005 UNA RIDUZIONE DEL REDDITO SUPERIORE AL 30% DEL REDDITO MEDIO DEL TRIENNIO PRECEDENTE CHIEDE:

1

CONTRIBUTO IN CONTO CAPITALE nella misura massima di Euro 3.000,00 per imprenditore agricolo in caso di superfici pari o superiori a 6 ettari

CONTRIBUTO IN CONTO CAPITALE nella misura massima di Euro 2.000,00 per imprenditore agricolo in caso di superfici pari o superiori a 3 ma inferiori a 6 ettari

CONTRIBUTO IN CONTO CAPITALE nella misura massima di Euro 1.000,00 per imprenditore agricolo in caso di superfici pari o superiori a 0,3 ma inferiori a 3 ettari
2

3



Quadro B – AZIENDA
SEZ. I – (dati identificativi dell’azienda)

CONDUTTORE

Barrare se ditta individuale 1

Partita IVA Codice Fiscale / CUAA




COGNOME O RAGIONE SOCIALE



NOME



SESSO

M


F


DATA DI NASCITA COMUNE DI NASCITA PROV.











giorno mese anno
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO (domicilio o sede legale)
TELEFONO






prefisso numero
COD. ISTAT COMUNE PROV. C.A.P.










Prov. Comune
UBICAZIONE AZIENDA (solo se diverso dal domicilio o sede legale) 2
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO

TELEFONO





prefisso numero
COD. ISTAT COMUNE PROV. C.A.P.










Prov. Comune



RAPPRESENTANTE LEGALE (solo se il titolare è persona giuridica) / TITOLARE DELLA DITTA INDIVIDUALE
CODICE FISCALE

3

COGNOME



NOME








SESSO

DATA DI NASCITA
COMUNE DI NASCITA
PROV.

M


F












Giorno mese anno
INDIRIZZO E NUMERO CIVICO
TELEFONO






prefisso numero
COD. ISTAT COMUNE PROV. C.A.P.










Prov. Comune







CUAA



QUADRO C – DICHIARAZIONI E IMPEGNI

Il sottoscritto





Ai sensi delle vigenti disposizioni di cui alla L. 231/2005, richiede il pagamento relativo a quanto indicato nel quadro A del presente modello, consapevole che la predetta L. 231/2005 consente unicamente i contributi in conto capitale. A tal fine, sotto la propria responsabilità

DICHIARA

- di aver subito nell’anno 2005 una riduzione di reddito superiore al 30% rispetto al triennio precedente, con esclusione degli anni interessati da avversità atmosferiche, a causa della crisi nel mercato delle uve da vino;

- che nel corso del 2005 e/o del triennio precedente la propria azienda agricola è stata danneggiata usufuendo degli aiuti di cui al Fondo di Solidarietà Nazionale



1

NESSUNA



2

GRANDINATE DEL



3

PIOGGE PERSISTENTI E ALLUVIONALI DEL



4

GELATE DEL



5

ALTRO EVENTO CALAMITOSO: TIPO

DEL



Di aver percepito un risarcimento per le avversità verificatesi nel 2005:


6

NESSUNO


7

IMPORTO EURO

EVENTO

DEL



Che la suddetta azienda ricade prevalentemente in:


8

ZONA SVANTAGGIATA

9

ZONA NON SVANTAGGIATA

10

di non aver percepito/richiesto aiuti “de minimis” nel triennio precedente, ai sensi del Reg. (CE) n. 1860/2004, relativo agli art. 87 e 88 del Trattato istitutivo della CE agli aiuti de minimis nei settori dell'agricoltura e della pesca;


11

di aver percepito/richiesto aiuti “de minimis” nel triennio precedente, ai sensi del Reg. (CE) n. 1860/2004, relativo agli art. 87 e 88 del Trattato istitutivo della CE agli aiuti de minimis nei settori dell'agricoltura e della pesca - per la somma di €


quale aiuto “de minimis”

12

DI ESSERE ISCRITTO NELLA GESTIONE PREVIDENZIALE ED ASSISTENZIALE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI




13

di non condurre sul territorio nazionale altri terreni al di fuori di quelli dichiarati nella presente domanda




14

di aver presentato dichiarazione delle superfici vitate (B1) n.

(obbligatorio)


15

di avere assolto, nei casi previsti, all'obbligo di dichiarazione raccolta uve e produzione vino ai sensi del Reg. (CE) n. 1282/2001, di cui si allega copia per gli anni indicati nel Quadro C2





16

di essere il legittimo conduttore delle superfici dichiarate



DICHIARA ALTRESI’:

- di essere a conoscenza delle disposizioni e norme nazionali che disciplinano la corresponsione degli aiuti richiesti con la presente domanda;

- di essere a conoscenza degli effetti sanzionatori per le affermazioni non rispondenti al vero ai sensi del DPR 445/2000 anche in relazione alla perdita degli aiuti previsti dalla normativa comunitaria e nazionale in materia;

- di non essere sottoposto a pene detentive e/o misure accessorie interdittive o limitative della capacità giuridica e di agire, fatta salva l’autorizzazione degli organi di vigilanza e/o tutori;

- che la documentazione relativa ad acquisizioni, cessioni ed affitti di superfici è regolarmente detenuta e l’autorità competente vi avrà accesso, in ogni momento e senza restrizioni, per le attività di ispezione previste;

SI IMPEGNA:

- a consentire l’accesso in azienda e alla documentazione agli organi incaricati dei controlli, in ogni momento e senza restrizioni;
- a restituire le somme eventualmente percepite in eccesso quale aiuto, così come previsto dalle disposizioni e norme nazionali e comunitarie


CUAA





QUADRO C2 – produzioni

A) SITUAZIONE ANNO 2005 - SUPERFICI UVA DA VINO


SISTEMA DI ALLEVAMENTO
VARIETÁ
SUPERFICIE

PLV

ETTARI
ARE

1





2





3





4





5





6





7





8





9





10





11





12





13





14





15





16





17





18





19





20






TOTALI





B) SITUAZIONE TRIENNIO PRECEDENTE - SUPERFICI UVA DA VINO (con esclusione degli anni interessati da avversità atmosferiche)



ANNO
2004
2003
2002

SISTEMA DI ALLEVAMENTO
VARIETÁ
SUPERFICIE
PLV
SUPERFICIE
PLV
SUPERFICIE
PLV



ETTARI
ARE

ETTARI
ARE

ETTARI
ARE

1











2











3











4











5











6











7











8











9











10











11











12











13











14











15











16











17











18











19











20












TOTALI












CUAA



QUADRO D – MODALITA’ DI PAGAMENTO



1 – accredito su c/c bancario o conto Banco Posta (solo se il conto è intestato al richiedente)


COORDINATE BANCARIE – riempire obbligatoriamente tutti i campi del presente riquadro


Codice ABI Codice CAB CIN N. conto corrente Istituto











Agenzia Comune Prov. c.a.p










QUADRO E – SOTTOSCRIZIONE DICHIARAZIONI E DOMANDA




Fotocopia (fronte e retro) di un documento di riconoscimento valido;
Fatto a:



il:


Il presente modello di domanda si compone dei Quadri A, B, C, C2, D, E

Il richiedente dichiara, infine, sotto la propria responsabilità, che quanto esposto nella presente domanda risponde al vero ai sensi e per gli effetti del D.P.R. 445/2000



IN FEDE


Firma del richiedente o del rappresentante legale

Il richiedente, ai sensi delle vigenti disposizioni comunitarie e nazionali, chiede la corresponsione degli interventi di cui alla presente domanda e, a tal fine, con l’apposizione della firma sottostante, autorizza ai sensi del D. lgs. 30 giugno 2003 n. 196, l’acquisizione ed il trattamento informatico dei dati contenuti nel presente modello e negli eventuali allegati anche ai fini dei controlli da parte degli Organismi comunitari e nazionali.


IN FEDE


Firma del richiedente o del rappresentante legale

DECRETO-LEGGE 15 settembre 2006, n. 258 Commercialista Olbia

Commercialista Olbia
DECRETO-LEGGE 15 settembre 2006, n. 258
Disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di
giustizia delle Comunita' europee in data 14 settembre 2006 nella
causa C-228/05, in materia di detraibilita' dell'IVA. (GU n. 215 del 15-9-2006)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Visti gli articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti la detrazione
dell'imposta sul valore aggiunto (IVA);
Vista la sentenza della Corte di giustizia delle Comunita' europee
in data 14 settembre 2006 nella causa C-228/05;
Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di emanare
disposizioni per l'adeguamento alla suddetta sentenza della Corte di
giustizia;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 15 settembre 2006;
Sulla proposta del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri;

E m a n a

il seguente decreto-legge:

Art. 1.

1. Ai fini dell'attuazione della sentenza della Corte di giustizia
delle Comunita' europee del 14 settembre 2006 nella causa C-228/05, i
soggetti passivi che fino alla data del 13 settembre 2006 hanno
effettuato acquisti ed importazioni di beni e servizi indicati
nell'articolo 19-bis1, comma 1, lettere c) e d), del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, presentano in
via telematica entro il 15 dicembre 2006, a pena di decadenza,
apposita istanza di rimborso, utilizzando uno specifico modello, da
approvarsi entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto con provvedimento del Direttore
dell'Agenzia delle entrate. Con il medesimo provvedimento sono
individuati i dati e i documenti che devono essere indicati o
predisposti a fondamento dell'istanza di rimborso. Al fine di evitare
ingiustificati arricchimenti, i dati hanno ad oggetto anche gli altri
tributi rilevanti ai fini della complessiva determinazione delle
somme effettivamente spettanti.
2. Sono in ogni caso escluse le procedure di detrazione e di
compensazione dell'imposta sul valore aggiunto di cui agli
articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, ed all'articolo 17 del decreto legislativo
9 luglio 1997, n. 241.
Art. 2.

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e
sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addi' 15 settembre 2006

NAPOLITANO

D'Alema, Vice Presidente del Consiglio
dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: Mastella

il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza Commercialista Olbia


Commercialista Olbia
VISTO il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, ed il relativo regolamento di esecuzione;
VISTO il regio decreto legge 2 febbraio 1939, n. 302, come modificato dalla legge 2 aprile 1968, n. 526, e successive integrazioni, concernente la costruzione dei campi sportivi;
VISTE le leggi 27 dicembre 1941, n. 1570, e 13 maggio 1961, n. 469, recanti nuove norme per l’organizzazione dei servizi antincendi;
VISTA la legge 26 luglio 1965, n. 966, e l’articolo 18 della legge 10 agosto 2000, n. 246, concernenti i servizi a pagamento prestati dal personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
VISTA la legge 1° aprile 1981, n. 121, recante “Nuovo ordinamento della amministrazione della pubblica sicurezza”;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n. 577, recante “Approvazione del regolamento concernente l’espletamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza antincendi”;
VISTO il decreto legge 24 febbraio 2003, n. 28, recante “Disposizioni urgenti per contrastare i fenomeni di violenza in occasione di competizioni sportive”, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2003, n. 88;
VISTO il decreto del Ministro dell’interno in data 18 marzo 1996 recante: “Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”, come modificato e integrato dai decreti del Ministro dell’interno 6 marzo 2001 e 6 giugno 2005;
VISTA la Convenzione europea del 19 agosto 1985 sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, segnatamente nelle partite di calcio, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica, Serie Generale, n. 110 del 13 maggio 2005;
VISTA la risoluzione del Consiglio del 6 dicembre 2001, concernente un manuale di raccomandazioni per la cooperazione internazionale tra Forze di polizia e misure per prevenire e combattere la violenza e i disordini in occasione delle partite di calcio di dimensione internazionale alle quali è interessato almeno uno Stato membro, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee C 22/1 del 24 gennaio 2002;
VISTE le disposizioni indicate nel Manuale per l’ottenimento della Licenza UEFA, recepito dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio;
VISTO l’articolo 39-ter del decreto legge 30 dicembre 2005, n. 273, convertito con modificazioni con la legge 23 febbraio 2006, n. 51;
RILEVATA la necessità di affidare all’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive le valutazioni tecnico amministrative delle criticità riscontrate nell’attuazione del decreto del Ministro dell’Interno sopra indicato, nonché l’individuazione delle soluzioni alternative e le relative priorità, nei casi in cui l’assetto urbanistico delle aree circostanti gli impianti sportivi o altre gravi ragioni impediscono di attuare gli interventi strutturali prescritti;
RAVVISATA, conseguentemente, l’opportunità di prorogare il termine di cui all’articolo 15, comma 1, del decreto del Ministro dell’Interno 6 giugno 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica del 30 giugno 2005, n. 150;
DECRETA:
Art. 1
1. Il termine di cui all'articolo 15, comma 1, del decreto del Ministro dell'interno 6 giugno 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 30 giugno 2005, n. 150, è prorogato al 31 dicembre 2006.
2. Per comprovate esigenze di completamento dei lavori il prefetto può autorizzare ulteriori proroghe del termine di cui al comma 1 per un periodo non superiore a sei mesi.
3. Dell’emanazione del presente Decreto sarà dato avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Roma, 1 settembre 2006 IL MINISTRO (Amat

Finanziaria, sindacati scuola pronti a sciopero generale Commercialista Olbia


Commercialista Olbia ROMA, 26 settembre (Reuters) - Tensione fra governo e sindacati del settore scuola sulla Finanziaria 2007. Al termine dell'incontro di stamani a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio Romano Prodi e il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Snals, preannunciano uno sciopero generale se il governo non farà marcia indietro.

In serata il presidente del consiglio cerca di rassicurare, affermando di aver ripreso in mano l'esame del capitolo scuola e che ne parlerà con il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa.

Tre le misure contestate dai sindacati ci sono in particolare il mancato rinnovo del contratto, il mancato reintegro dei precari, l'aumento del rapporto insegnante/alunni e il dimezzamento degli scatti di anzianità.

"Il presidente del Consiglio ha aperto timidi spiragli ma il ministro dell'Economia [Tommaso Padoa-Schioppa] li ha gelati. Ieri alle 6 di sera si è chiuso il testo della Finanziaria che per la scuola prevede il passaggio del rapprto insegnante alunni da 1-138 a 1-168, toglie le deroghe in presenza di disabili particolarmente gravi, dimezza gli scatti di anzianità e non immette in ruolo neanche un precario", ha detto il segretario generale di Cgil-scuola, Enrico Panini, uscendo da Palazzo Chigi stamani.

"Abbiamo chiesto al governo di fermare questa Finanziaria, in caso contrario noi andremo allo sciopero generale", ha aggiunto precisando che Prodi ha detto di non conoscere ancora i dettagli della Finanziaria.

Il consiglio dei ministri varerà il ddl Finanziaria 2007 venerdì prossimo, 29 settembre.

"Ho visto stamattina i sindacati, come è mio dovere se ci sono diversità di posizioni mi sono preso il riesame del capitolo. Ho parlato con il ministro dell'Istruzione [Giuseppe Fioroni], adesso parlerò con Padoa Schioppa, vediamo che si può fare per riarmonizzare questo capitolo" ha detto Prodi ai giornalisti che in serata gli chiedevano un commento sulle intenzioni dei sindacati.

Insoddisfacenti per i sindacati, anche le indicazioni del governo sul rinnovo del contratto, scaduto a fine 2005.

"Prodi ha assunto l'impegno di verificare le problematiche inerenti al contratto e al precariato ma c'è una incongruenza con gli elementi che circolano dal ministero dell'Economia e che porterebbero alla chiusura di 7-8 mila plessi scolastici. Vogliono affossare la scuola, la conseguenza sarà dura e forte", ha detto il numero uno di Cisl-scuola, Francesco Scrima.

"Usciamo dall'incontro senza alcun impegno [da parte del governo], ma con la convinzione che non ci saranno assunzioni, ci sarà la moratoria del contratto e un taglio di organici. La reazione della scuola sarà forte", ha concluso Marco Paolo Nigi dello Snals.

Finanziaria, sindacati scuola pronti a sciopero Commercialista Olbia

Commercialista Olbia ROMA, 26 settembre (Reuters) - Tensione fra governo e sindacati del settore scuola sulla Finanziaria 2007. Al termine dell'incontro di stamani a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio Romano Prodi e il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Snals, preannunciano uno sciopero generale se il governo non farà marcia indietro.

In serata il presidente del consiglio cerca di rassicurare, affermando di aver ripreso in mano l'esame del capitolo scuola e che ne parlerà con il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa.

Tre le misure contestate dai sindacati ci sono in particolare il mancato rinnovo del contratto, il mancato reintegro dei precari, l'aumento del rapporto insegnante/alunni e il dimezzamento degli scatti di anzianità.

"Il presidente del Consiglio ha aperto timidi spiragli ma il ministro dell'Economia [Tommaso Padoa-Schioppa] li ha gelati. Ieri alle 6 di sera si è chiuso il testo della Finanziaria che per la scuola prevede il passaggio del rapprto insegnante alunni da 1-138 a 1-168, toglie le deroghe in presenza di disabili particolarmente gravi, dimezza gli scatti di anzianità e non immette in ruolo neanche un precario", ha detto il segretario generale di Cgil-scuola, Enrico Panini, uscendo da Palazzo Chigi stamani.

"Abbiamo chiesto al governo di fermare questa Finanziaria, in caso contrario noi andremo allo sciopero generale", ha aggiunto precisando che Prodi ha detto di non conoscere ancora i dettagli della Finanziaria.

Il consiglio dei ministri varerà il ddl Finanziaria 2007 venerdì prossimo, 29 settembre.

"Ho visto stamattina i sindacati, come è mio dovere se ci sono diversità di posizioni mi sono preso il riesame del capitolo. Ho parlato con il ministro dell'Istruzione [Giuseppe Fioroni], adesso parlerò con Padoa Schioppa, vediamo che si può fare per riarmonizzare questo capitolo" ha detto Prodi ai giornalisti che in serata gli chiedevano un commento sulle intenzioni dei sindacati.

Insoddisfacenti per i sindacati, anche le indicazioni del governo sul rinnovo del contratto, scaduto a fine 2005.

"Prodi ha assunto l'impegno di verificare le problematiche inerenti al contratto e al precariato ma c'è una incongruenza con gli elementi che circolano dal ministero dell'Economia e che porterebbero alla chiusura di 7-8 mila plessi scolastici. Vogliono affossare la scuola, la conseguenza sarà dura e forte", ha detto il numero uno di Cisl-scuola, Francesco Scrima.

"Usciamo dall'incontro senza alcun impegno [da parte del governo], ma con la convinzione che non ci saranno assunzioni, ci sarà la moratoria del contratto e un taglio di organici. La reazione della scuola sarà forte", ha concluso Marco Paolo Nigi dello Snals.