mercoledì, settembre 27, 2006

DECRETO-LEGGE 15 settembre 2006, n. 258 Commercialista Olbia

Commercialista Olbia
DECRETO-LEGGE 15 settembre 2006, n. 258
Disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di
giustizia delle Comunita' europee in data 14 settembre 2006 nella
causa C-228/05, in materia di detraibilita' dell'IVA. (GU n. 215 del 15-9-2006)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Visti gli articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti la detrazione
dell'imposta sul valore aggiunto (IVA);
Vista la sentenza della Corte di giustizia delle Comunita' europee
in data 14 settembre 2006 nella causa C-228/05;
Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di emanare
disposizioni per l'adeguamento alla suddetta sentenza della Corte di
giustizia;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 15 settembre 2006;
Sulla proposta del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri;

E m a n a

il seguente decreto-legge:

Art. 1.

1. Ai fini dell'attuazione della sentenza della Corte di giustizia
delle Comunita' europee del 14 settembre 2006 nella causa C-228/05, i
soggetti passivi che fino alla data del 13 settembre 2006 hanno
effettuato acquisti ed importazioni di beni e servizi indicati
nell'articolo 19-bis1, comma 1, lettere c) e d), del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, presentano in
via telematica entro il 15 dicembre 2006, a pena di decadenza,
apposita istanza di rimborso, utilizzando uno specifico modello, da
approvarsi entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto con provvedimento del Direttore
dell'Agenzia delle entrate. Con il medesimo provvedimento sono
individuati i dati e i documenti che devono essere indicati o
predisposti a fondamento dell'istanza di rimborso. Al fine di evitare
ingiustificati arricchimenti, i dati hanno ad oggetto anche gli altri
tributi rilevanti ai fini della complessiva determinazione delle
somme effettivamente spettanti.
2. Sono in ogni caso escluse le procedure di detrazione e di
compensazione dell'imposta sul valore aggiunto di cui agli
articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, ed all'articolo 17 del decreto legislativo
9 luglio 1997, n. 241.
Art. 2.

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e
sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addi' 15 settembre 2006

NAPOLITANO

D'Alema, Vice Presidente del Consiglio
dei Ministri
Visto, il Guardasigilli: Mastella

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DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA 2007-2011
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
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PIANO D’AZIONE PER LE PARI OPPORTUNITA’
Il Governo si impegna, al fine di garantire scelte di risanamento nell’equità e
nella crescita, ad avviare un piano straordinario per le pari opportunità e
l’allargamento dei diritti di cittadinanza, nella convinzione che solo attraverso
un’azione ad ampio raggio su fattori economici, culturali, sociali e familiari è possibile
progredire in maniera significativa verso tale obiettivo.
Sul mercato del lavoro, in sintonia con l’ “Anno europeo delle pari opportunità
per tutti”, proclamato dall’Unione europea, il governo intende promuovere
provvedimenti per l’occupazione femminile, in un’ottica di incremento del relativo tasso
di occupazione (secondo le indicazioni della Consiglio di Lisbona), di stabilità, di tutela
della sicurezza e della dignità nei luoghi di lavoro e di uguaglianza salariale e
stipendiale. In questo senso agisce la scelta di destinare la riduzione del cuneo al
lavoro subordinato a tempo indeterminato, un provvedimento che favorisce in
particolare l’occupazione femminile. Analogamente, il governo prevede il
potenziamento delle politiche pubbliche conciliative a partire dei servizi per l’infanzia,
in particolare degli asili nido, affrontando così un ostacolo di rilievo alla
partecipazione femminile al mondo del lavoro.
Il Governo intende estendere l’esigibilità della tutela della maternità nei lavori
precari, promuovere le azioni per l’emersione del sommerso nel campo del “lavoro di
cura” e per il rilancio dell’imprenditorialità femminile. In questo quadro, si impegna a
sostenere azioni e regole che, in sintonia con la riforma dell’art. 51 della Costituzione e
le direttive europee, promuovano nelle Istituzioni, negli Enti, nelle professioni e nelle
carriere (fino ai livelli di responsabilità piú alti), il riconoscimento dei talenti, a partire
dalle donne e dai giovani, investendo così nel valore e nella responsabilità della
persona.
Il Governo si impegna inoltre a favorire studi, ricerche, statistiche di genere,
campagne civiche al fine di promuovere una cultura di pari opportunità, di rispetto dei
diritti e dei doveri civili e sociali delle persone. In questo quadro, verranno rafforzati i
programmi di contrasto a tutte le forme di discriminazione, nell’ambito di una
maggiore attenzione alla tutela dei diritti umani, attraverso il rilancio del ruolo del
Comitato Interministeriale per i Diritti Umani, il rafforzamento dell’Ufficio per la
promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni, il
finanziamento adeguato dei programmi di protezione sociale nei confronti delle vittime
della tratta (anche potenziando il ruolo della già esistente Commissione) e lo sviluppo
di opportune azioni a favore delle vittime delle mutilazioni genitali femminili.
PIANO D’AZIONE PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE
Per rendere l’Italia competitiva dobbiamo scegliere di investire con forza anche
sulla parte giovane del paese, sostenere e valorizzare le energie creative dei giovani.
Investire nei giovani significa infatti investire nella ricchezza della nostra società di
oggi e di domani.
Anche il Consiglio europeo nello scorso anno ha adottato un Patto europeo per la
gioventú il cui obiettivo principale é quello di migliorare l’istruzione, la formazione, la
mobilità, l’inserimento professionale e sociale dei giovani europei, facilitando nel
contempo la conciliazione fra la vita familiare e quella professionale.
Il Governo si impegna ad avviare un vero e proprio Piano Nazionale per i giovani
che risponda agli obiettivi dell’accesso dei giovani alla casa, al lavoro, all’impresa, al
DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA 2007-2011
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
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credito e alla cultura. A questo fine rispondono diversi provvedimenti già adottati dal
governo, tra cui la scelta di destinare la riduzione del cuneo al lavoro subordinato a
tempo indeterminato (una misura che favorisce in particolare l’occupazione giovanile),
l’impegno al rilancio di una politica abitativa che sostenga anche le giovani coppie e
gli studenti fuori sede (come spiegato nel paragrafo sulle politiche per l’equità), la
costituzione di un fondo (con la L. 233/2006) volto a promuovere il diritto dei giovani
alla formazione culturale e professionale e all’inserimento nella vita sociale, nonché a
facilitare il loro accesso al credito.
OBIETTIVI D’INTERVENTO PER LA FAMIGLIA
Negli ultimi anni é mancata una politica economica e sociale nel suo insieme
adeguata alle responsabilità familiari, alla fornitura di servizi sociali e abitativi alle
famiglie e in generale al sostegno della famiglia come luogo di esercizio delle
solidarietà intergenerazionali, della cura e della tutela del benessere dei figli e degli
affetti. L’obiettivo del Governo é di ridare un ruolo centrale alla famiglia, ed in
particolare:
• realizzare due libertà fondamentali per i giovani, quella di rendersi autonomi
dalla famiglia di origine e quella di poter costituire una propria famiglia;
• contrastare la povertà e l’esclusione sociale, con particolare riguardo alle
problematiche della famiglia;
• ampliare il diritto per le donne di partecipare al mercato del lavoro senza
rinunciare al diritto alla maternità;
• favorire la conciliazione tra vita lavorativa e vita personale e familiare;
• coniugare il riconoscimento delle famiglie come una espressione della socialità
con il rispetto dei diritti dei singoli componenti, compresi i minori; assicurare i diritti
dei bambini e delle bambine e realizzare le condizioni per una infanzia libera dal
rischio della povertà e ricca di occasioni di socializzazione e di crescita é un dovere di
cittadinanza;
• tutelare il benessere e la salute dell’infanzia e dell’adolescenza garantendo un
organico e integrato intervento di protezione materno-infantile finalizzando a tale
scopo una azione di messa in rete di tutti gli interventi sociali, sanitari e educativi che
si rendano necessari;
• favorire una vecchiaia attiva, inserita nella rete delle relazioni affettive, familiari
e sociali, assicurando al contempo l’assistenza a chi ne ha bisogno.
Perseguire questi obiettivi é parte essenziale della costruzione di un welfare dello
sviluppo umano, di una società piú libera e solidale. Ed é essenziale anche per riaprire
una prospettiva di crescita economica stabile.
I processi di sviluppo sfuggono in larga misura al controllo della politica
economica. Questa, tuttavia, può agevolare o ostacolare la crescita a seconda di come
svolge i suoi compiti essenziali. La agevola se fornisce i beni e servizi pubblici
essenziali con efficacia ed economia di costo, se favorisce la stabilità economica e
finanziaria, se promuove la concorrenza e la flessibilità dei mercati.