lunedì, ottobre 30, 2006

FINANZIARIA: PENSIONATI IN PIAZZA A ROMA DA TUTTA ITALIA

ROMA - I pensionati di tutta Italia sono in piazza oggi a Roma per manifestare per una "finanziaria più equa e a sostegno delle richieste dei pensionati e degli anziani". Piazza Navona, nel centro della capitale, è già gremita di centinaia di persone che sventolano bandiere dei tre sindacati confederali: a protestare, infatti, ci sono le tre sigle Spi, Fnp e Uilp. "Abbiamo lavorato una vita pagando regolarmente contributi e tasse. Chiediamo equità e giustizia per le nostre pensioni", recita uno striscione a firma dei tre sindacati innalzato da un gruppo di pensionati arrivati da Brescia. In aria sono stati srotolati striscioni rossi, verdi e blu, i tre colori dei tre sindacati nazionali sorretti da grandi palloncini: su di essi c'é scritto: "Più equità ", "Più sviluppo", "Più giustizia sociale". Le stesse frasi sono stampate sul grande cartellone che fa da cornice al palco allestito nella piazza. In attesa dell'arrivo di altri manifestanti un complesso musicale dal palco anima i presenti con le note di vecchi hit come "Io vagabondo" e "Scende la pioggia". In piazza Navona sono già presenti, con fischietti e tamburelli, pensionati giunti dalle altre province del Lazio e da Calabria, Puglia, Umbria e Veneto.

Ex metalmeccanici ed ex minatori, ex impiegati statali accanto a quelli privati: è questo il popolo dei pensionati che stamani stanno manifestando a Roma. Dalla Val d'Aosta come dall'Alto Adige, dalla Sardegna come dalla Sicilia e dalla Basilicata, sono numerosi gli ex lavoratori che da tutta l'Italia hanno deciso di darsi appuntamento nella capitale. Chi in treno, chi in aereo, chi in pullman si sono messi in viaggio fin dalla notte scorsa per arrivare a Roma a manifestare. A piazza Navona è tutto uno sventolare delle bandiere dei tre sindacati confederali di settore, mentre dal palco si alternano gli interventi dei leader sindacali. Per ripararsi dal sole di fine ottobre, ancora caldo, la maggior parte degli anziani in piazza si protegge con cappellini ed ombrelli con su, rigorosamente, le sigle del sindacato di appartenenza. "Io facevo il minatore ad Iglesias - racconta un 61enne arrivato in aereo dalla Sardegna - Ho due figli gemelli di 37 anni e uno è anche disoccupato. Vivono entrambi con me e con la mia pensione. Non ce la faccio ad andare avanti. Per i giovani, poi, è sempre più difficile trovare un posto di lavoro. Siamo oltre la soglie della povertà". Le storie dei pensionati di tutta Italia, di quelli del nord come di quelli del sud del paese, si confondono in questa mattinata romana di protesta. "Io vado avanti con la pensione di reversibilità - spiega una signora arrivata da Napoli - e ho pure dei figli". "Siamo qui - spiega un ex dipendente statale di Modena - per chiedere una maggiore attenzione alle preoccupazioni dei pensionati. Per quanto mi riguarda condivido la manovra complessiva ma è necessario una maggiore attenzione per la tutela delle pensioni. E' da oltre dieci anni che andiamo avanti in questo modo". E poi ci sono ex dipendenti delle Poste accanto ai metalmeccanici arrivati dalla Toscana e dall'Emilia Romagna. "C'é una povertà - sostiene uno di loro - che rasenta ogni limite e anche chi prima era tranquillo, ora comincia ad avere paura". Sono tanti i cartelli e gli striscioni innalzati in piazza, tra questi "I tartassati siamo noi che le tasse le paghiamo", o ancora, "Ticket sanitari? No grazie", "Risanamento per una maggiore giustizia sociale".

FASSINO, CONSAPEVOLI DI ESIGENZE PENSIONATI
Quelle espresse dalla manifestazione nazionale dei pensionati a piazza Navona "sono esigenze di cui la maggioranza ed il Governo sono consapevoli" e per questo "stanno lavorando per individuare ulteriori proposte che possano incontrare il consenso dei cittadini e soprattutto
soddisfare le esigenze dei pensionati". Così il segretario dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino, interviene a margine della manifestazione nazionale dei sindacati dei pensionati, a Roma. "La stragrande maggioranza dei pensionati che sono qui - ha detto Fassino - ha votato per il centrosinistra ed è contenta di sostenere l'attuale governo, guardando con simpatia a Prodi e alla sua azione. Se sono qui - ha spiegato il leader Ds - non é per contrastarne l'azione, ma per sollecitare il Governo nella redazione della Finanziaria a tenere conto delle esigenze dei pensionati". Assicurando che sia il Governo che la maggioranza sono consapevoli di queste esigenze, Fassino ha ricordato che le stesse sono state in parte considerate "già nel testo presentato in Parlamento" della Finanziaria e che oggi il previsto incontro tra Governo e sindacati dei pensionati a palazzo Chigi "potrà essere la prima sede per rispondere alle sollecitazioni che vengono da questa manifestazione".

PRODI: SIAMO TRANQUILLI E SERENI
"Non c'é nessuna novità, adesso andiamo avanti. Oggi è domenica e stiamo tutti tranquilli. Anzi, tranquilli e sereni". Così il presidente del Consiglio Romano Prodi ha risposto ai giornalisti che lo attendevano sotto la sua abitazione bolognese di via Gerusalemme. I cronisti hanno chiesto al premier un commento sulla giornata di ieri e una opinione sulle proteste dei sindaci che lamentano l' assenza di emendamenti alla finanziaria che riducano i tagli alla finanza locale. Ma il Professore si è limitato a questa risposta. In mattinata il premier come al solito ha fatto una corsa a piedi con alcuni amici e poi è uscito per andare a messa.


BERLUSCONI: 2 DICEMBRE IN PIAZZA CONTRO REGIME
''Tutti i nostri elettori chiedono di dare vita a un atto collettivo di opposizione'': Silvio Berlusconi, ad Arconate per una manifestazione contro la Finanziaria, lo ha ribadito con i giornalisti confermando che la Cdl ''con ogni probabilita''' scendera' in piazza per una manifestazione nazionale a Roma il 2 dicembre. Quindi non ci sono solo i gazebo gia' messi in tante citta' e ''manifestazioni in previsione - ha aggiunto - in teatri e luoghi coperti di tutti i capoluoghi nelle prossime settimane''. ''Con ogni probabilita' - ha spiegato l'ex premier - il 2 dicembre abbiamo accettato di partecipare alla manifestazione nazionale di Roma contro il regime e per la liberta'''. Il leader di Forza Italia spera che la Finanziaria su cui e' stata posta la fiducia al Senato non passi anche se ''la voglia di restare al potere - aggiunge - e' forte e quindi puo' darsi prevalga''. Resta il fatto che ''la manovra scontenta un po' tutti - ha aggiunto oggi ad Arconate -. Molti della sinistra non ne condividono i contenuti e non ha messo al centro lo sviluppo e la crescita come e' necessario e non ha tagliato come era doveroso l'inefficienza e gli sprechi''.


SIRCANA: SU TASSE UN ECCESSO DI SINCERITA'
''In assoluta sincerita' credo che sulle tasse abbiamo peccato di un eccesso di sincerita' ''. Lo dice il portavoce di palazzo Chigi Silvio Sircana, intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione di Rai3 ''In mezz'ora''. ''Abbiamo dato un messaggio troppo discontinuo - sottolinea Sircana
- mentre invece avremmo dovuto parlare quando i numeri erano imbullonati e certi. Insomma solo quando si poteva dire con certezze che cosa c'era da pagare e chi avrebbe dovuto farlo. Invece abbiamo dato una serie di messaggi contraddittori''. ''In ogni caso - aggiunge Sircana - starei attento a dare il messaggio 'aumentano le tasse, in modo cosi' tranchant. Le tasse sono state riequilibrate da altre leve; e non e' detto che il cittadino medio, che viene indicato dall'opposizione come una vittima, lo sia veramente''.


Per il governo c'e' un problema di comunicazione o un problema legato alla politica? ''Mescolerei tutti e due, e' un cocktail'', dice Sircana. ''La politica - dice Sircana - e' piena di tensioni, di sirene, di proposte... E anche la comunicazione ha le sue carenze''. Ma Sircana, durante l'intervista, difende le scelte fatte. ''La comunicazione, non solo nella politica, e' il settore che si vorrebbe lasciare con il cerino acceso. Anche quando un'azienda ha un buco di bilancio, si dice: c'e un problema di comunicazione...''.


Sircana sottolinea che , sulla Finanziaria, la continua fuga di notizie e' dipesa dal metodo scelto dal governo: ''Abbiamo deciso di preparare la Finanziaria, subito dopo l'approvazione del Dpef, aprendo una grande quantita' di tavoli, sia all'interno della coalizione, con le forze politiche che sostengono il governo, sia all'esterno, con la Confindustria, i sindacati, le forze sociali ma in questo modo si sono create una grande quantita' di fonti, le quali hanno cominciato a comportarsi come i sindacati durante le trattative degli anni '70, che raccontavano alla stampa le proposte della controparte per bruciarle. Un metodo cosi' aperto - sottolinea Sircana - ha creato una quantita' tale di fonti che per un poveretto a palazzo Chigi e' difficile controllarle. In altri tempi, invece, la Finanziaria arrivava in Parlamento che era un oggetto noto solo a pochi''

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 4 ottobre 2006

Commercialista Olbia Differimento del termine per l'utilizzo delle modalita' di pagamento
esclusivamente in via telematica per i soggetti titolari di partita
IVA diversi da quelli di cui all'articolo 73, comma 1, lettere a) e
b), del testo unico delle imposte dirette, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Visto l'art. 12, comma 5, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.
241, il quale prevede che con decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri possono essere modificati, al fine di tener conto delle
esigenze dei contribuenti, i termini riguardanti gli adempimenti dei
contribuenti relativi a imposte e contributi dovuti in base allo
stesso decreto;
Visto il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, recante disposizioni
urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la
razionalizzazione della spesa pubblica, nonche' interventi in materia
di entrate e di contrasto all'evasione fiscale, convertito, con
modificazioni, nella legge 4 agosto 2006, n. 248;
Visto, in particolare, l'art. 37, comma 49, del citato
decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, con il quale e' stato stabilito
che, a partire dal 1° ottobre 2006, i titolari di partita IVA sono
tenuti ad effettuare i versamenti fiscali, contributivi e
previdenziali ivi previsti mediante modalita' di pagamento
telematiche;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 7 giugno 2006, con
l'unita delega di funzioni, registrato alla Corte dei conti il
13 giugno 2006 - Ministeri istituzionali, Presidenza del Consiglio
dei Ministri, registro n. 7, foglio n. 397, concernente
l'attribuzione all'On. Prof. Vincenzo Visco del titolo di Vice
Ministro presso il Ministero dell'economia e delle finanze;
Considerate le contingenti difficolta' di natura tecnico-operativa
evidenziate dagli ordini professionali tenuti ad eseguire i dovuti
versamenti nella prescritta modalita' telematica;
Ritenuto, pertanto, opportuno disporre un differimento del predetto
termine per consentire ai contribuenti titolari di partita IVA, che
hanno strutture non immediatamente adeguabili, di fruire di un piu'
congruo periodo di tempo per effettuare le necessarie modifiche
tecnico-operative;
Ritenuto, infine, che le difficolta' di adeguamento
tecnico-operative evidenziate dagli ordini professionali non hanno
interessato societa' ed enti commerciali, in quanto dotati di idonee
strutture tecniche;
Su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze;
Decreta:

Art. 1.
1. Il termine iniziale fissato al 1° ottobre 2006 dall'art. 37,
comma 49, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con
modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, per l'utilizzo di
modalita' di pagamento esclusivamente in via telematica, e' differito
al 1° gennaio 2007 per i soggetti titolari di partita IVA diversi da
quelli di cui all'art. 73, comma 1, lettere a) e b), del testo unico
delle imposte dirette, di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.
Il presente decreto sara' pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica italiana.
Roma, 4 ottobre 2006
Il Presidente: Prodi

Slitta al 1° gennaio l'obbligo di versamento telematico con F24

Commercialista Olbia Differito al 1° gennaio 2007 il termine per l’obbligo di versamento telematico con F24 per i titolari di partita Iva.

Avvio più graduale, dunque, dell’obbligo di utilizzo del versamento telematico. Lo slittamento, segnalato da un comunicato stampa dell'Agenzia delle entrate, consente ai contribuenti titolari di partita Iva la presentazione dei modelli F24 con modalità cartacee presso banche, sportelli postali agenti della riscossione fino al 31 dicembre 2006. Sono state, dunque, recepite le difficoltà tecniche messe in luce dai contribuenti titolari di partita Iva non dotati di strutture informatiche immediatamente adeguabili alle nuove procedure.
Il termine del 1° ottobre 2006, dunque, è stato differito al 1° gennaio 2007 per tutti i soggetti diversi da quelli definiti dal Tuir, all’articolo 73, comma 1, lettera a) «società per azioni e in accomandita per azioni, società responsabilità limitata, società cooperative e società di mutua assicurazione» e lettera b) «enti pubblici e privati diversi dalle società che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali».

Catasto, rivoluzione a tappe

Commercialista Olbia
Si riapre la partita immobiliare per il Fisco italiano.

Una manovra di portata enorme, che si giocherà nei prossimi quattro sei anni e che in tre fasi potrebbe portare a rivoluzionare il sonnacchioso quadro attuale per ottenere, alla fine, categorie e classi immobiliari corrispondenti alla loro reale situazione e a nuove tariffe d'estimo rispondenti ai valori di mercato (anche se su questo concetto c'è molto da discutere). Insomma, a un catasto moderno che sia strumento flessibile per Stato e Comuni ma anche di trasparenza per il mercato che ne ha molto bisogno.
La prima fase è solo un saggio di tiro: le parti "commerciali" di immobili in categorie E (come i centri commerciali nelle stazioni ferroviarie)dovranno essere classate autonomamente e generare una rendita molto più elevata. Per gli immobili di categoria B (per usi collettivi, come case di cura e convitti), invece, scatta un'aumento secco del 40 per cento. I 610 milioni attesi da questa nuova base imponibile saranno versati non prima del 2008 e andranno allo Stato,Ici compresa.
La seconda fase parte fra poco: danovembre 2007,previa emanazione di una serie di Dpr attuativi su risorse umane e materiali,la gestione del Catasto passerà ai Comuni capoluogo ( ma un emendamento Anci mira a estendere ai Comuni non capoluogo che in questi anni hanno condotto con buoni risultati la sperimentazione). La banca dati del Catasto,con l'indicazione di categoria e classe per ogni immobile,verrà "sovrapposta" a quelle comunali, dove risultano, fra l'altro, oltre ai dati legati al territorio, anche i vari permessi edilizi per lavori che hanno apportato cambiamenti anche radicali all'unità immobiliare. Questa operazione, che richiederà un notevole impegno informatico, porterà all'emersione di milioni di unità che di fatto non sono più popolari o ultrapopolari ma i cui proprietari non si sono curati di darne comunicazione al Catasto e,tramite la segnalazione al Territorio, al loro nuovo classamento.
Sale la rendita
Il risultato sarà un cambio (in molti casi) abbastanza sensibile di rendita catastale con relativo aumento delle imposte (si veda l'esempio). Ma è difficile immaginare che la finedelle operazioni possa arrivare prima del 2009.
Nel migliore dei casi, i Comuni metterebbero nel bilancio di competenza 2009 gli aumenti delle entrate,che però potrebbero essere riscosse materialmente, tramite cartelle esattoriali,solo fra la fine del 2009 e il 2010 o anche il 2011. «Io credo in tempi più brevi — rileva Alfiero Grandi, sottosegretario all'Economia con delega alCatasto —.E va anche rilevato che nel Dl 262 verrà inserito un emendamento che farà affluire ai Comuni le entrate eccedenti le previsioni».
Resta il nodo del personale: per Sebastiano Callipo del Salfi «Data la telematizzazione sempre più spinta, non si vede la ragione di decentrare i lavoratori dell'agenzia del Territorio (attualmente le sedi sono nei capoluoghi di provincia,
ndr) e rifiutiamo qualunque mobilità "coatta"».
L'ora delle tariffe
«Solo dopo l'esaurimento della prima parte della seconda fase — dice Grandi —, cioè dopo che si potrà contare su una situazione chiara, con categorie e classi finalmente corrispondenti alla situazione reale, sarà possibile iniziare la fatica delle nuove tariffe d'estimo». Il meccanismo sarà dettato da decreti legislativi che si muoveranno nell'ambito dei paletti ( piuttosto radi) della legge delega in discussione alla Camera (Ac 1762), che in sostanza fa ruotare le nuove tariffe sulla «base patrimoniale» degli immobili.
Un aspetto decisamente poco chiaro è quello della«partecipazione »dei Comuni alla determinazione delle tariffe. L'articolo 13 della Finanziaria 2007 ha infatti modificato in questo senso il D.Lgs 112/98, che sembrava attribuire ai Comuni tutta la competenza, lasciando al Territorio il coordinamento e il controllo dell'afflusso dei dati. Ma che significa partecipazione? Una cosa è certa: l'ultima parola dovrebbe spettare al Territorio. «Anche nel decreto 112 — dice Flavio Zanonato, responsabile Anci per la casa —, non era previsto davvero che i Comuni cambiassero gli estimi da soli, siamo contrari all'ideadi estimi Arlecchino completamente diversi da Comune a Comune». La politica inaugurata da Grandi è quella dei protocolli e delle intese ma già prima dell'estate all'agenzia del Territorio si parlava della necessità di istituire tavoli tecnici dove Comuni e Catasto insieme decidessero con raziocinio e concretezza i nuovi valori estimali.
I tempi, però, saranno lunghi: «Una fase non breve —dice Grandi — preparata da ampie discussioni, che possono anche riguardare il concetto di base patrimoniale. Lo scopo è trovare valori che possano reggere alle temporanee oscillazioni del mercato». Prima del 20112012, insomma, sarà difficile vedere i nuovi estimi. Elezioni permettendo.

Indetraibilità dell'Iva: lo speciale con sentenza ed esempi

Commercialista Olbia Piano d’azione rapido del Governo dopo la bocciatura da parte della Corte di giustizia europea del regime italiano di indetraibilità dell’Iva sui veicoli aziendali. Il Consiglio dei ministri, in una riunione straordinaria presieduta dal ministro dell'Interno Amato, ha, infatti, varato un decreto legge con «Disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea in data 14 settembre 2006, n. 228/05, in materia di Iva» che fissa al 15 dicembre 2006 la scadenza per chiedere i rimborsi. Il Governo, insomma, prende tempo ed evita l’ondata di richieste di compensazione per ottenere immediatamente le somme dovute. Il decreto legge, che entra in vigore già oggi, prevede che entro 45 giorni sia approvato il modello per avanzare la richiesta all’Erario. Con lo stesso provvedimento (si tratta di un decreto del direttore dell'Agenzia delle entrate, saranno indivudati dati e documenti da indicare nell'istanza di rimborso. Il testo del provvedimento precisa che «per evitare ingiustificati arricchimenti i dati hanno a oggetto anche altri tributi rilevanti ai fini della complessiva determinazione delle somme eventualmente spettanti». Il testo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre 2006 n. 258, è entrato in vigore il 15 settembre 2006.

«Il decreto è stato varato - spiega il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco - per evitare che si andasse a un disordinato meccanismo di autocompensazione. Si è intervenuti con un decreto di urgenza in relazione a una sentenza arrivata a ridosso di una scadenza tributaria».
Il no dei giudici europei a un regime che da transitorio si è trasformato in permanente (dura da 27 anni) potrebbe causare nelle casse dell’Erario un buco stimato in oltre 10 miliardi di euro. I giudici comunitari non hanno, infatti, accolto la richiesta dello Stato italiano di limitare gli effetti della decisione nel tempo. «Gestiremo l'ennesima pillola avvelenata - dice il viceministro Visco - che il precedente governo ci ha lasciato».
Lo stesso Vincenzo Visco si è messo immediatamente in azione per evitare un buco immediato nelle entrate e per individuare le misure compensative equivalenti per far fronte alle ripercussioni finanziarie «di pesante entità e non eludibili» della sentenza sulle casse affaticate dello Stato. Per ora le soluzioni sono ancora allo studio.

«Siamo bravi, ma non siamo stati in grado in 12 ore di trovare soluzioni». Visco pur non quantificando le cifre, ha detto che si tratterà di un buco per l'Erario di «parecchi miliardi», cifra per la quale «non è uno scherzo» individuare misure compensative. «Faremo i calcoli - spiega Visco - e studieremo soluzioni. Non è che sia terribilmente complicato. Stiamo lavorando».

Il problema, secondo Visco, «si poteva risolvere dal 2001 al 2004» La procedura era stata avviata dal Governo Amato che aveva portato l’indetraibilità dal 100% al 90% con l'accordo di portare la detraibilità al 100% come prevede la sesta direttiva sul'Iva. Invece, dice Visco, «in questi anni non è accaduto nulla. Si può pensare a imperizia, trascuratezza, incompetenza o più semplicemente alla irresponsabilità del governo precedente».
La Corte di Giustizia europea, dopo aver condannato l' Italia sulla detraibilità dell' Iva per le
auto aziendali, dovrà ora emettere la sentenza sull' Irap, che è sotto esame per valutare la sua compatibilità con l' Iva. «Per l' Irap che è stata chiamata in causa per valutare la doppia imposizione rispetto all' Iva - sottolinea il vice ministro Vincenzo Visco - attendiamo fiduciosi la sentenza. C'è stata una autorizzazione dell' Ue e poi, come dimostrano molti studi, non ha nulla a che fare con l' Iva».

DECRETO-LEGGE 15 settembre 2006, n. 258
Disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di
giustizia delle Comunita' europee in data 14 settembre 2006 nella
causa C-228/05, in materia di detraibilita' dell'IVA. (GU n. 215 del 15-9-2006)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Visti gli articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti la detrazione
dell'imposta sul valore aggiunto (IVA);
Vista la sentenza della Corte di giustizia delle Comunita' europee
in data 14 settembre 2006 nella causa C-228/05;
Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di emanare
disposizioni per l'adeguamento alla suddetta sentenza della Corte di
giustizia;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 15 settembre 2006;
Sulla proposta del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri;

E m a n a

il seguente decreto-legge:

Art. 1.

1. Ai fini dell'attuazione della sentenza della Corte di giustizia
delle Comunita' europee del 14 settembre 2006 nella causa C-228/05, i
soggetti passivi che fino alla data del 13 settembre 2006 hanno
effettuato acquisti ed importazioni di beni e servizi indicati
nell'articolo 19-bis1, comma 1, lettere c) e d), del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, presentano in
via telematica entro il 15 dicembre 2006, a pena di decadenza,
apposita istanza di rimborso, utilizzando uno specifico modello, da
approvarsi entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto con provvedimento del Direttore
dell'Agenzia delle entrate. Con il medesimo provvedimento sono
individuati i dati e i documenti che devono essere indicati o
predisposti a fondamento dell'istanza di rimborso. Al fine di evitare
ingiustificati arricchimenti, i dati hanno ad oggetto anche gli altri
tributi rilevanti ai fini della complessiva determinazione delle
somme effettivamente spettanti.
2. Sono in ogni caso escluse le procedure di detrazione e di
compensazione dell'imposta sul valore aggiunto di cui agli
articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, ed all'articolo 17 del decreto legislativo
9 luglio 1997, n. 241.
Art. 2.

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e
sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.

Governo battuto sugli sfratti:decade il decreto legge

Commercialista Olbia Decaduto il decreto sfratti del Governo all’esame di palazzo Madama. La maggioranza è andata sotto con 151 sì e 147 no su una questione pregiudiziale di costituzionalità posta dall’opposizione, firmata dai senatori di Forza Italia Pastore e Ferrara. I lavori in aula sono stati sospesi per cinque minuti. Poi Corrado Angius (Ds), ha annunciato la convocazione della conferenza dei capigruppo. Forti applausi dell’opposizione alla bocciatura del decreto legge, accompagnata dalla richiesta al Governo di prendere atto della sua crisi. La senatrice Loredana de Petris ha, invece, chiesto al Governo di fare subito un altro decreto «perché si apre una situazione dal punto di vista sociale gravissima». Le questioni pregiudiziali sono state motivate dai problemi costituzionali posti dall’assenza dei requisiti di necessità e urgenza di alcune disposizioni, dalla reiterazione di misure già sanzionate dalla Corte costituzionale e dall’evidente insufficienza della copertura finanziaria, certificata dal parere della Commissione bilancio.
Duro il giudizio del capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena. «Votando la pregiudiziale di costituzionalità sul decreto sugli sfratti sul disagio abitativo - commenta Giovanni Russo Spena - la Casa delle Libertà ha affossato un provvedimento mirato ad alleviare le difficoltà delle fasce di popolazione più deboli e svantaggiate».


Il decreto legge bocciato è il 261/2006, provvedimento con interventi urgenti per la riduzione del disagio abitativo in favore di particolari categorie sociali. Il decreto, che aveva suscitato molte aspettative fra i cittadini meno abbienti (basta pensare che sono 600mila i nuclei familiari collocati nelle graduatorie di accesso alle case popolari), prevedeva non solo la proroga, ma anche l'avvio di un programma di edilizia agevolata. In particolare il decreto legge sugli sfratti, approvato dal Consiglio dei ministri il 22 settembre scorso, fortemente voluto dal ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero, prevedeva il blocco degli sfratti per le famiglie con reddito inferiore ai 27mila euro e con figli a carico o persone con un serio handicap o al cui interno vivano malati terminali oppure ultrasettantenni. Il provvedimento fissava in tre mesi la durata della sospensione per tutti i Comuni interessati, mentre sarebbe stata prolungata al 30 giugno 2007 per gli immobili della piccola proprietà e al 30 giugno 2008 per quelli della grande proprietà nei Comuni che presenteranno al Governo programmi locali per affrontare l'emergenza abitativa. A beneficiare della sospensione per almeno tre mesi degli sfratti, i nuclei familiari non morosi, che abbiano un reddito annuo non superiore a 27mila euro in cui siano presenti figli a carico, o ultrasettantenni, o malati terminali, o disabili oltre il 66 per cento.«Senza il supporto dei senatori a vita - commenta caustico il presidente dei senatori della Lega Nord Roberto Castelli - la maggioranza è stata battuta. Ciò dimostra che in Senato il governo Prodi non ha la maggioranza».

Il ministro Paolo Ferrero ha annunciato che il Governo metterà a punto un nuovo provvedimento, che necessariamente non potrà essere sulle stesse linee del precedente e ha rimarcato con forza come l'opposizione abbia utilizzato «argomentazioni pretestuose» per motivare un «passo politico di gravità assoluta perché, con il suo voto, la Cdl ha nei fatti operato in senso contrario agli interessi di centinaia di migliaia di persone che vivono in maniera anche drammatica l'emergenza abitativa. Si tratta di situazioni sociali a volte disperate».

Berlusconi: il 2 dicembre tutti in piazza contro la manovra e il Governo


Commercialista Olbia «Il 2 dicembre abbiamo accettato di partecipare alla manifestazione nazionale di Roma contro il regime e per la libertà». All'indomani del vertice dell'Unione convocato da Romano Prodi a Villa Pamphili che ha di fatto ricompattato la maggioranza, Silvio Berlusconi rilancia la proposta della piazza come strumento di protesta contro il Governo dell'Unione e in difesa della «libertà».
L'idea di Berlusconi è di portare in piazza tutto il Centro-destra, ma se da Fini e Lega è già arrivato l'ok, l'ipotesi che al fianco di Berlusconi sfili il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini è del tutto irrealizzabile. Mantenendo chiaro il suo distinguo dal resto della coalizione, Casini infatti ha chiamato a raccolta ieri i suoi sostenitori e dal palco del palazzo dello sport della Capitale ha contestato la scelta che l'opposizione si ritrovasse a manifestare in piazza.
«Non servono manifestazioni di massa per mandare via Prodi» è il giudizio del leader dell'Udc che non risparmia poi ulteriori frecciate agli alleati: «Ormai ci sono due opposizioni, una vera e l'altra di comodo».
Al leader centrista risponde, dribblando la polemica, Gianfranco Fini il quale sottolinea come l'Udc abbia solo «una tattica diversa» da An e Forza Italia, ma non la strategia.
«L'Udc pensa - è il ragionamento del presidente di An - e secondo me sbaglia, che, ad esempio, non andare il 2 dicembre ad una grande manifestazione popolare sia positivo. Io, al contrario, ritengo che sarebbe meglio andarci, ma è una divaricazione tattica, perchè strategicamente - ribadisce Fini - l'Udc lavora, al pari di Forza Italia, An e della Lega, affinchè il governo Prodi cada e perchè finisca la stagione del centrosinistra».
Se Fini risponde a distanza a Casini, Berlusconi invece non cita mai l'ex presidente della Camera e preferisce rivolgersi idealmente a tutta la coalizione invitandola a prendete atto che «tutti i nostri chiedono di dare vita a un atto collettivo di opposizione». Il leader di Forza Italia poi scandisce tutta una serie di appuntamenti che «nelle prossime settimane porteranno a manifestazioni in luoghi chiusi in tutti i capoluoghi» fino all'appuntamento clou del due dicembre.
Se il no dell'Udc è praticamente scontato, il Cavaliere può aggiungere il nome di Alessandra Mussolini nella lista di chi è pronto a manifestare. La leader di Azione Sociale ha richiamato il suo partito ad una «massima mobilitazione per un evento che non sarà solo simbolico ma che costituirà una azione decisiva per la caduta del Governo».
A dar voce all'irritazione dell'Unione il capogruppo dell'Udeur alla Camera Mauro Fabris che ricorda come «L'Italia sia un Paese democratico, ma i problemi non si risolvono scendendo in piazza. Ognuno - dice tranchant - si qualifica per quello che è e per quello che fa».
Fa discutere anche l’apertura del cavaliere alla possibilità di un Governo di grande coalizione. «Se i Ds facessero a meno del correntone di sinistra, se la Margherita perdesse, che so, la Bindi e l'ala radicale, forse si creerebbero le condizioni per una grande coalizione capace di guidare l'Italia su una strada di sviluppo e di modernità. So che è difficile, ma così non si va avanti». Le parole di Silvio Berlusconi, riportate nel libro di Bruno Vespa «L'Italia spezzata» agitano il dibattito politico. Il premier Romano Prodi boccia qualsiasi ipotesi di governissimo.

La tortura fiscale toccherà il record

Commercialista Olbia Caro direttore, faccio con te e i lettori una nuova scommessa. Ho già vinto quella fatta a giugno scorso, intorno alla raffica di nuove imposte in cui si sarebbe risolta con certezza la finanziaria di Prodi-Visco. La pressione fiscale salirà l'anno prossimo di due punti, stima oggi la generalità degli osservatori, e supererà il 43% del Pil, tornando al massimo storico al quale l'aveva già portata il centrosinistra 12 anni fa. La nuova scommessa è la seguente. Ieri, al vertice del "volemose bene" organizzato dai 43 leader dell'Unione per rinsaldare le file del governo Prodi, il premier ha tracciato l'obiettivo di una crescita dell'economia al 3% del Pil. Ma la mia scommessa sin d'ora - ci metto 5mila euro di posta, che sarò lieto di versare come sottoscrizione straordinaria a Libero, in caso perdessi - è che l'obiettivo sarà mancato: proprio grazie alle manovre finanziarie dell'attuale governo. E sempre che resti in carica. Il vertice di villa Doria Pamphilj è stata una recita scontata. Era ovvio che, di fronte a una perdita verticale di consensi, i vertici dei partiti della risicata maggioranza non potessero che ribadire lealtà e sostegno al premier. E che questi ripetesse che lui non vuole sentire parlare di "fase due", che la Finanziaria resta nei suoi fondamentali com'è e che non si tratta con l'opposizione per modificarla, e che infine il governo conta di restare in carica per cinque anni. Per flettere meglio i muscoli, dopo lo smacco di una Confindustria che gli ha girato le spalle per la forte incazzatura di una base che ha costretto Montezemolo a cambiare tono, e con tutte le altre associazioni d'impresa che scendono in piazza tutti i giorni, il premier ha fatto scendere in campo anche i "poteri forti".Il sostegno dei poteri forti Nel giro di pochi giorni, prima Giovanni Bazoli patron di Intesa-SanPaolo, poi Alessandro Profumo capo di Unicredit, hanno recitato un analogo copione: sostegno esplicito alla finanziaria e ancor più singolare sostegno alla necessità di «più Stato nella vita italiana». Se non fosse per la contiguità a Prodi di quei poteri bancari, non si capirebbe la stranezza di grandi banchieri privati che inneggiano allo Stato, quando per anni hanno sostenuto la battaglia delle fondazioni loro azioniste, che si sono battute per essere considerate soggetti privati.

LE 69 NUOVE TASSE DI PRODI
Dal bollo auto, alla casa, ai ticket: con questi balzelli il governo ulivista ci mette in mutande Il Professore se la ride e sfida: avanti così per 5 anni.

Finanziaria, Camera approva il decreto fiscale


Commercialista Olbia Il provvedimento, dalla prossima settimana, sarà all'esame del Senato. Ok del Governo all'odg per rivedere norme sulle concessioni autostradali

Roma, 27 ott. (Adnkronos/Ign) - L'aula della Camera ha approvato il decreto fiscale collegato alla Finanziaria. Il provvedimento, dalla prossima settimana, sarà all'esame del Senato. Intanto, questa mattina, l'aula della Camera aveva accolto, con il parere favorevole del Governo, un ordine del giorno, firmato da Angelo Piazza e Roberto Villetti (Rnp), che impegna il Governo a rivedere la norma sulla convenzione unica per le concessionarie autostradali. Il calendario sulla Manovra poi prevede che da martedì della prossima settimana inizi l'esame della commissione Bilancio della Camera sul ddl Finanziaria. Complessivamente sono circa 6.000 gli emendamenti presentati di cui 2.800 presentati dall'Ulivo. L'obiettivo però è quello di concludere l'esame e di trasmette all'aula il testo per l'8 novembre. La Commissione lavorerà quindi tutta la settimana, escluso il 1 novembre in modo da licenziare il ddl sabato prossimo. Tra gli emendamenti del Governo alla legge Finaziaria che saranno depositati, con tutta probabilità lunedì, è in arrivo quello per alleggerire i tagli al ministero dell'Università e della ricerca. A renderlo noto il sottosegretario all'Economia, Nicola Sartor, interpellato dai giornalisti a Montecitorio. Sartor ha spiegato che al momento ''si sta ancora studiando la compesazione e su questo gli uffici stanno ancora lavorando''. Domani invece è previsto alle 9 un vertice di maggioranza per definire la strategia politica comune sulla Finanziaria. L'incontro si terrà con molta probabilità a Villa Doria Pamphilj. Secondo il leader dei Ds, Piero Fassino, la riunione "servirà soprattutto a mettere a punto gli ultimi ritocchi, le integrazioni, i miglioramenti alla legge finanziaria alla vigilia dell'esame parlamentare''. ''Mi pare -ha aggiunto- che ci sia un grado di sintonia, di coesione, di unità molto forte. Questa è una finanziaria ambiziosa, la più grande finanziaria che si è fatta dal '92'' Per il vice ministro dell'Economia, Vincenzo Visco la manovra per il 2007 ''è molto pesante'' ma è necessaria in quanto ''l'Italia rischiava l'insolvenza''. Secondo Visco infatti il nostro paese ''è in una crisi molto seria, non riesce a crescere in modo adeguato'' e si trova in ''una situazione di stagnazione che va avanti da cinque anni''. Inoltre, il tasso di crescita ''è sotto la media Ue. E' un paese pieno di debiti che periodicamente fa sforzi di risanamento e poi si permette il lusso di vanificarli'', conclude il vice ministro. E in linea con Visco è il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani che definisce la manovra "pesante, complessivamente più pesante di quella di Giuliano Amato del 1992, ma anche necessaria perché l'eredita del vecchio Governo lascia conti molto in disordine''.

Finanziaria. Berlusconi: "Il 2 dicembre in piazza contro il regime"


Commercialista Olbia "Tutti i nostri elettori chiedono di dare vita a un atto collettivo di opposizione". Silvio Berlusconi, oggi ad Arconate per una manifestazione contro la Finanziaria, lo ha ribadito con i giornalisti confermando che la Cdl "con ogni probabilità scenderà in piazza per una manifestazione nazionale a Roma il 2 dicembre.

Quindi non ci sono solo i gazebo già messi in tante città e "manifestazioni in previsione - ha aggiunto - in teatri e luoghi coperti di tutti i capoluoghi nelle prossime settimane". "Con ogni probabilità - ha spiegato l'ex premier - il 2 dicembre abbiamo accettato di partecipare alla manifestazione nazionale di Roma contro il regime e per la libertà"'.

Ma l'Udc si chiama fuori: secondo Casini serve una seria opposizione in Parlamento.

"Spero non passi al Senato"
Silvio Berlusconi spera che la Finanziaria su cui è stata posta la fiducia al Senato non passi, anche se "la voglia di restare al potere è forte e quindi può darsi prevalga". Resta il fatto che "la manovra scontenta un po' tutti - ha aggiunto -. Molti della sinistra non ne condividono i contenuti e non ha messo al centro lo sviluppo e la crescita come è necessario e non ha tagliato come era doveroso l'inefficienza e gli sprechi".

Fini: decreto fiscale, sorta di Grande fratello
Anche il leader di AN, Gianfranco Fini, torna ad attaccare il governo Prodi che - sostiene - "rappresenta oggettivamente un danno per l'economia nazionale e anche per la qualità della vita degli italiani". Secondo Fini il decreto fiscale approvato col voto di fiducia alla Camera, è una sorta di "Grande fratello". Fini ritiene "sacrosanto far pagare le tasse a tutti, ma il modo per raggiungere l'obiettivo non può essere quello di sottoporre il contribuente ad una sorta di spionaggio". Fini ha fatto riferimento, in particolare, alla norma che obbliga, anche per piccole somme, a non pagare in contanti, cioè ad usare l'assegno o la carta di credito, il che vuol dire "certezza assoluta della rintracciabilità".

Grande partito del centrodestra, "il mio lascito"
Un grande partito del centrodestra - a cui seguirà un importante partito della sinistra - sarà "un salto in avanti verso una democrazia completa", secondo Berlusconi, che vorrebbe considerarlo come "il lascito" della sua discesa in politica.

"Forza Italia supererà presto il 30%"
"Forza Italia - ha detto - è il primo partito italiano. Ha il 29,4% e sono fiducioso che supereremo presto il 30%, ma ci dichiariamo disponibili ad immedesimarci in un nuovo partito delle libertà". Un partito a cui, ha sottolineato, le altre forze della coalizione avevano detto di essere concordi "fino all'altro giorno", poi è arrivata "l'eccezione dell'Udc, ma gli altri sono ancora concordi".

Berlusconi: il 2 dicembre la Cdl in piazza

Commercialista Olbia ROMA. «I nostri elettori ci chiedono un atto collettivo di opposizione. Con ogni probabilità il 2 dicembre saremo in piazza per manifestare contro il regime per la libertà». Lo ha detto il peresidente di Forza Italia Silvio Berlusconi intervenendo ad Arconate, in Lombardia, ad una manifestazione azzurra contro la Finanziaria, e confermando che la Cdl «con ogni probabilità» scenderà in piazza il 2 dicembre «contro il regime e per la libertà».

Berlusconi ha anche ribadito l'intenzione di volere dare vita ad una serie di manifestazioni prima del 2 dicembre in ogni capoluogo di provincia per protestare contro la manovra di bilancio «che scontenta un pò tutti anche alcuni senatori della sinistra, perché non c'è sviluppo e crescita e non ha tagliato gli sprechi».

FINANZIARIA: PRODI, ANDIAMO AVANTI TRANQUILLI E SERENI

Commercialista Olbia BOLOGNA - "Non c'é nessuna novità, adesso andiamo avanti. Oggi è domenica e stiamo tutti tranquilli. Anzi, tranquilli e sereni". Così il presidente del Consiglio Romano Prodi ha risposto ai giornalisti che lo attendevano sotto la sua abitazione bolognese di via Gerusalemme. I cronisti hanno chiesto al premier un commento sulla giornata di ieri e una opinione sulle proteste dei sindaci che lamentano l' assenza di emendamenti alla finanziaria che riducano i tagli alla finanza locale. Ma il Professore si è limitato a questa risposta. In mattinata il premier come al solito ha fatto una corsa a piedi con alcuni amici e poi è uscito per andare a messa.


BERLUSCONI: 2 DICEMBRE IN PIAZZA CONTRO REGIME
''Tutti i nostri elettori chiedono di dare vita a un atto collettivo di opposizione'': Silvio Berlusconi, ad Arconate per una manifestazione contro la Finanziaria, lo ha ribadito con i giornalisti confermando che la Cdl ''con ogni probabilita''' scendera' in piazza per una manifestazione nazionale a Roma il 2 dicembre. Quindi non ci sono solo i gazebo gia' messi in tante citta' e ''manifestazioni in previsione - ha aggiunto - in teatri e luoghi coperti di tutti i capoluoghi nelle prossime settimane''. ''Con ogni probabilita' - ha spiegato l'ex premier - il 2 dicembre abbiamo accettato di partecipare alla manifestazione nazionale di Roma contro il regime e per la liberta'''. Il leader di Forza Italia spera che la Finanziaria su cui e' stata posta la fiducia al Senato non passi anche se ''la voglia di restare al potere - aggiunge - e' forte e quindi puo' darsi prevalga''. Resta il fatto che ''la manovra scontenta un po' tutti - ha aggiunto oggi ad Arconate -. Molti della sinistra non ne condividono i contenuti e non ha messo al centro lo sviluppo e la crescita come e' necessario e non ha tagliato come era doveroso l'inefficienza e gli sprechi''.


SIRCANA: SU TASSE UN ECCESSO DI SINCERITA'
''In assoluta sincerita' credo che sulle tasse abbiamo peccato di un eccesso di sincerita' ''. Lo dice il portavoce di palazzo Chigi Silvio Sircana, intervistato da Lucia Annunziata nella trasmissione di Rai3 ''In mezz'ora''. ''Abbiamo dato un messaggio troppo discontinuo - sottolinea Sircana
- mentre invece avremmo dovuto parlare quando i numeri erano imbullonati e certi. Insomma solo quando si poteva dire con certezze che cosa c'era da pagare e chi avrebbe dovuto farlo. Invece abbiamo dato una serie di messaggi contraddittori''. ''In ogni caso - aggiunge Sircana - starei attento a dare il messaggio 'aumentano le tasse, in modo cosi' tranchant. Le tasse sono state riequilibrate da altre leve; e non e' detto che il cittadino medio, che viene indicato dall'opposizione come una vittima, lo sia veramente''.


Per il governo c'e' un problema di comunicazione o un problema legato alla politica? ''Mescolerei tutti e due, e' un cocktail'', dice Sircana. ''La politica - dice Sircana - e' piena di tensioni, di sirene, di proposte... E anche la comunicazione ha le sue carenze''. Ma Sircana, durante l'intervista, difende le scelte fatte. ''La comunicazione, non solo nella politica, e' il settore che si vorrebbe lasciare con il cerino acceso. Anche quando un'azienda ha un buco di bilancio, si dice: c'e un problema di comunicazione...''.


Sircana sottolinea che , sulla Finanziaria, la continua fuga di notizie e' dipesa dal metodo scelto dal governo: ''Abbiamo deciso di preparare la Finanziaria, subito dopo l'approvazione del Dpef, aprendo una grande quantita' di tavoli, sia all'interno della coalizione, con le forze politiche che sostengono il governo, sia all'esterno, con la Confindustria, i sindacati, le forze sociali ma in questo modo si sono create una grande quantita' di fonti, le quali hanno cominciato a comportarsi come i sindacati durante le trattative degli anni '70, che raccontavano alla stampa le proposte della controparte per bruciarle. Un metodo cosi' aperto - sottolinea Sircana - ha creato una quantita' tale di fonti che per un poveretto a palazzo Chigi e' difficile controllarle. In altri tempi, invece, la Finanziaria arrivava in Parlamento che era un oggetto noto solo a pochi''.