martedì, ottobre 03, 2006

Montezemolo sconcertato: arrivano nuove tasse Commercialista Olbia


Commercialista Olbia L'inizio e la fine coincidono. Non è un precetto zen, ma il risultato dell'osservazione dei movimenti di Confindustria rispetto alla Finanziaria nella giornata di ieri. Tra il principio e la conclusione, tuttavia, bisogna registrare il dispiegarsi di una forte dialettica interna all'associazione degli industriali, come è consuetudine da Vicenza in poi.
La riunione della giunta di ieri doveva essere poco più di una formalità: la ratifica da parte del parlamentino di Viale dell'Astronomia delle posizioni fortemente critiche emerse all'interno del direttivo di mercoledì scorso in vista del confronto serale con il governo. L'assenza di parecchi big della Confederazione testimoniava come l'appuntamento non avesse un grosso peso.
Il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha aggiornato i presenti sullo stato delle trattative con Palazzo Chigi: anticipo della riforma del Tfr (con 50% all'Inps dal 2007) e dimezzamento del taglio del cuneo fiscale. Per molti piccoli imprenditori sarebbe una vera e propria Caporetto: non solo le aziende sarebbero private di una risorsa come le liquidazioni dei dipendenti e vessate con maggiori imposte, ma nemmeno la promessa di Prodi in campagna elettorale sarebbe mantenuta. La platea ha rumoreggiato e Montezemolo si è detto disposto a «scendere in piazza» insieme ai suoi colleghi. Secondo Dagospia.com, una voce anonima avrebbe domandato: «Quale? La piazzetta di Capri o quella di Portofino?». Fatto sta che dalla sala il numero uno di Viale dell'Astronomia ha chiamato direttamente il premier preannunciandogli il contenuto del comunicato che di lì a poco avrebbe diramato il vicepresidente Emma Marcegaglia. Dieci minuti per avvertire Prodi dello scontro e cercare di rassicurare la platea.
«Confindustria - ha dichiarato Marcegaglia - ritiene del tutto inaccettabile l'ipotesi di trasferire forzosamente all'Inps parte del Tfr. L'idea di coprire con questo trasferimento i mancati tagli di spesa assume la forma di un esproprio ai dipendenti ed è da respingere con fermezza». Il vicepresidente ha inoltre ricordato come non si trovi «più traccia dei tagli agli sprechi sui grandi capitoli di spesa pubblica» che rappresenta il 45% del Pil. «Il Dpef - ha concluso - si riduce sempre di più a una sorta di libro dei sogni. Non si taglia e di conseguenza non ci sono risorse per la crescita». Il fatto che Montezemolo abbia lasciato la parola a Marcegaglia si spiega con la recondita speranza che Prodi, Padoa-Schioppa e Visco si ravvedano dai loro propositi punitivi per le imprese. La conseguenza imprevista è che alcune Confindustrie locali, come quella della Toscana, abbiano a loro volta diramato comunicati stampa di appoggio alla linea dell'imprenditrice mantovana, che fino a prova contraria è sempre un vice.
L'incontro di ieri sera tra governo e parti sociali non è sembrato però sortire effetti positivi. «Non vedo lotta agli sprechi, c'è poca decisione e rischi di nuove tasse», ha ripetuto Montezemolo ai suoi interlocutori di Palazzo Chigi ricordando che da questo governo ci si aspettava «scelte coraggiose». Insomma, una ramanzina in piena regola a Prodi e alla sua compagnia. Confindustria comunque non ci sta. Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono pronti a mobilitarsi sul fronte dei rinnovi contrattuali per la pubblica amministrazione. Il Professore e Padoa-Schioppa rischiano un pericoloso accerchiamento.

LA MANOVRA DEGLI SCONTENTI Commercialista Olbia


Commercialista Olbia LA MANOVRA DEGLI SCONTENTI
Indipendentemente da quello che vanno dicendo i professori Prodi e Padoa-Schioppa, non ci vuole neanche la quinta elementare per capire che, con questa Finanziaria, hanno scontentato tutti, anche i loro. Ora, che avrebbero scontentato gli elettori del centrodestra si sapeva, anche perché questa Finanziaria è stata dominata dalle idee del professor Visco che a chi ha votato la Casa delle libertà non piacciono. Meno era prevedibile che scontentassero anche il centrosinistra. E qui la questione si fa più complicata perché si fa presto a dire centrosinistra. Quelli della sinistra dura e pura sono scontenti perché, secondo loro, il governo è stato troppo tenero con i ricchi che nella loro concezione partono da un po' sopra i poveri in avanti. Quelli un po' più di centro sono scontenti perché si vedono arrivare una bastonata che non volevano. Ma sono scontenti anche i dirigenti del centrosinistra e in particolare quelli delle regioni del Nord che, lo hanno detto loro stessi, con questa Finanziaria non vinceranno più.
Avevano detto che non avrebbero fatto condoni e invece ne faranno uno e anche importante: quello che riguarda i contributi del lavoro nero. Avevano detto che non avrebbero aumentato le tasse e invece le hanno aumentate. Avevano detto che non avrebbero fatto gravare la Finanziaria sugli enti locali e invece buona parte di essa graverà su Comuni, Province e Regioni.
A coerenza non c'è male. Sembra che a Roma ci sia una specie di Triangolo delle Bermuda i cui vertici sono Palazzo Chigi da una parte e le maggioranze di Palazzo Madama e Montecitorio dall'altra. A differenza del Triangolo vero dove si dice che ci siano state delle sparizioni inspiegabili, qui la sparizione è spiegabile. Sono spariti gli elettori e la loro volontà, anche i loro. E la spiegazione è che si è dovuto dare ragione a un soggetto che è il vero dominus di questa Finanziaria: Guglielmo Epifani. Lo ha detto lui stesso: sono contento che hanno fatto la Finanziaria che volevo e di questo aveva bisogno Prodi prima e sopra ogni altro consenso, quello della Cgil. Vedete, colpisce che spesso, in una trasmissione tv, compaiano da una parte due rappresentanti dell'opposizione e dall'altra, spesso, un rappresentante dell'opposizione e Guglielmo Epifani. Per carità, non vogliamo discutere le scelte di chi organizza questa trasmissione che riteniamo francamente insindacabili. Vogliamo solo rilevare che a tutti gli effetti il capo della Cgil, in questo Paese, fa opposizione politica più che lotta sindacale. Anzi, come abbiamo scritto altre volte fa lotta sindacale attraverso l'opposizione politica.
Altro che Finanziaria alla Robin Hood, come ha detto il presidente del Consiglio. Di vero c'è solo che è una favola. Perché altrimenti non regge il paragone. Chi oggi guadagna in Italia 1.400 euro netti, risparmierà circa 400 euro l'anno. Chi oggi in Italia guadagna 2.800 euro netti, pagherà 1.200 euro l'anno di tasse in più. I ricchi sarebbero quelli dei 2.800 euro? E ciò che verrebbe dato ai poveri da Romano «Hood» (o «Robin» Prodi che dir si voglia) sarebbero quei 400 euro all'anno, circa 30 al mese? Queste poche decine di euro faranno poco. Quei 100 euro al mese in più da pagare faranno male. Bel risultato, complimenti.
Ma se si guarda tutto attraverso gli occhiali di Epifani forse le cose possono anche andare meglio. Non è difficile capirlo, almeno per noi.

Il governo Frodi vara anche il condono Commercialista Olbia

Commercialista Olbia Fatto tutto quello che avevano negato: aumento delle tasse, imposta di successione, aggravi sui Comuni

A sorpresa nella Finanziaria spunta anche la sanatoria per gli imprenditori che denunciano di avere lavoratori in nero. Tutti protestano, dai sindaci di sinistra a Montezemolo. E Prodi dimostra di avere tradito tutte le promesse fatte in campagna elettorale.