martedì, gennaio 16, 2007

Lo sfogo di Visco: basta tasse o andiamo a casa Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Soldi non ce ne sono. E non conviene insistere». E’ un Visco sereno ma anche molto determinato quello che si presenta a metà mattina all’incontro con i capigruppo della maggioranza della Camera per gli emendamenti alla Finanziaria. «Ci stiamo arrampicando sugli specchi, abbiamo superato il limite, abbiamo dato fondo a tutto» si sfoga il viceministro dell’Economia che ha subito chiuso la porta ad ogni richiesta di revisione delle aliquote Irpef. «Non si toccano» ha spiegato.

Un messaggio secco, rivolto a interlocutori (come i capigruppo di Rifondazione Gennaro Migliore, del Pdci Pino Sgobio o dei Verdi Angelo Bonelli) che nelle ultime 48 ore erano tornati più volte alla carica. Chi con la proposta di un’aliquota del 47% sopra i 150 mila euro e di reddito, chi proponendo un prelievo del 45% sopra quota 100mila e ridisegnando a cascata tutta la curva del prelievo fiscale. Per motivi politici e-vi-den-ti - ha sillabato Visco - le tasse non si posso aumentare oltre: modificare le aliquote sarebbe un grave errore».

E poi ha aggiunto: «Abbiamo fatto una manovra micidiale, cercando di proteggere chi ha più bisogno. La maggioranza ne è consapevole? Se continuate così ce ne andiamo a casa tutti». Nel silenzio quasi generale solo Migliore ha azzardato una replica: «Ma non si può essere contrari e dirlo apertamente?». «Sì - gli ha replicato Visco - ma se facciamo una comunicazione sbagliata non è che ce ne andiamo a casa noi, ci mandano a casa gli elettori…».

Partita chiusa? Si direbbe di sì, anche se per tutta la giornata sono continuati i parlottii ed i malumori tra i parlamentari della maggioranza che in serata sono tornati a riunirsi. L’intesa raggiunta ieri mattina dai capigruppo è la fotocopia esatta di quella che ha portato al varo del decreto fiscale: tutti gli argomenti politicamente rilevanti su cui non c’è l’accordo di tutta l’Unione vengono accantonati. Ed ora si comincia dall’Irpef. Per il capogruppo dell’Ulivo Dario Franceschini era necessario rinunciare a molti emendamenti dei vari partiti e definire solo i nodi principali, per rendere il cammino della manovra più agile. E soprattutto cercare di evitare di ricorrere al voto di fiducia. «L’aliquota del 45% non è mai stata una nostra bandiera - spiega Marina Sereni dei Ds - ma solo uno strumento per finanziare provvedimenti importanti.

Se ci sono alternative meglio così». Ed in effetti, anche senza modificare la curva Irpef, tutte le sue richieste (come quelle di Migliore, che a fine giornata si dichiara comunque «soddisfatto») sono state accolte: dagli sgravi per gli over 75 all’estensione dei benefici fiscali ai redditi sino a 40 mila euro, a quelli a favore dei singles. Altre modifiche potrebbero vedere la luce entro giovedì giorno in cui la maggioranza conta di imprimere lo sprint finale alla manovra. L’obiettivo del relatore di maggioranza Michele Ventura è quello di chiudere i lavori in commissione Bilancio entro venerdì notte.

La preoccupazione del governo, espressa al vertice di ieri dal ministro per i Rapporti col Parlamento Vannino Chiti, è quella invece di trovare rimedio a temi come apprendisti, sicurezza, maternità dei precari, ricerca e università. Ovvero le ultime «priorità» ancora da affrontare dopo che ieri sono state sistemate le caselle degli enti locali e degli over 75. In serata un nuovo incontro di maggioranza, però, ha già riaperto il capitolo bolli auto dopo che nella riunione della mattina i capigruppo dato l’ok di massima a Visco per sostituire la tassa sui Suv con un rincaro dei bolli sopra i 100 Kw di potenza. «Quello del governo è un emendamento aperto al dibattito parlamentare - ha spiegato il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi -. Non è un superbollo ma una proposta basata sul “chi più inquina più paga”». Si può correggere, ma il gettito non deve cambiare perché serve a migliorare gli sgravi Irpef fino a 40mila euro, per le famiglie monoparentali e gli anziani. Forse si «caricherà» di più sulle auto più potenti, alzando la soglia a 120 kw, anche perché il governo teme l’effetto rimbalzo sui titoli dei giornali: la notizia della decisione, diceva ieri qualcuno «è uscita stamattina, quando nemmeno era stata ancora presa».

Ma come dice il presidente della Confindustria e della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, «ce n’è una ogni ora. Aspetto che si capisca qualcosa».

Riforme, l’Europa inguaia Prodi Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Roma - «Prodi e Padoa-Schioppa sanno che devono andare avanti sulle pensioni». Fra una celebrazione e l’altra per l’addio al tallero e l’arrivo dell’euro in Slovenia, il commissario Ue all’economia Joaquin Almunia trova il tempo per inviare un messaggio a Roma. La riforma del sistema pensionistico «è una delle principali sfide che il governo italiano deve affrontare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi», dice l’eurocommissario. «Padoa-Schioppa ed io sappiamo benissimo che cosa fare», ribatte Prodi con malcelata stizza. E poi cambia argomento, augurandosi che la Banca centrale europea non aumenti ancora i tassi d’interesse.

Anche se Prodi tenta di svicolare, la Commissione di Bruxelles è molto attenta al dibattito che si sta svolgendo nel Paese su «pensioni sì, pensioni no». La lettura meticolosa dei giornali italiani sta fornendo un quadro tutt’altro che rassicurante sulle intenzioni del governo e sulla determinazione della maggioranza a procedere nella riforma della previdenza. L’Italia è ancora sotto procedura per deficit eccessivo. E Almunia non dimentica che, proprio nel corso di un incontro a Bruxelles, Padoa-Schioppa s’è venduto come un gran successo il memorandum governo-sindacati sulle pensioni.

«Abbiamo discusso con le autorità italiane sia della correzione del disavanzo, sia della situazione nel medio-lungo periodo - spiega il commissario agli Affari economici nel corso di una conferenza stampa - e, per la verità, una delle principali sfide delle prossime settimane, dei prossimi mesi, è come affrontare la riforma del sistema previdenziale». Almunia ricorda che «c’è un impegno a negoziare la riforma delle pensioni con le parti sociali, e sono sicuro che il governo italiano rispetterà questo impegno. Il presidente Prodi e il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa - aggiunge l’eurocommissario - sanno perfettamente che possono contare su tutto il nostro sostegno su questo proposito necessario ma difficile, su cui è necessario andare avanti». Il problema è un altro: quel che manca a Prodi e «Tps» non è certo il sostegno comunitario, ma quello gioranza di centrosinistra.

Il memorandum firmato da governo e sindacati - in realtà un tentativo maldestro di mascherare il mancato inserimento di risparmi di spesa previdenziale nella legge finanziaria - prevede che la «manutenzione straordinaria» della riforma Dini si discuta a partire da gennaio, per concludersi entro marzo. Un impegno che oggi, alla luce del conclave casertano, appare irrealizzabile. Di tavoli e di apertura del negoziato non si parla neppure. Molti pronosticano un lungo rinvio, almeno a dopo le elezioni amministrative.

Ma Almunia, che a dispetto dell’aria bonaria da ex sindacalista spagnolo è un pitbull, non può dimenticare che lo «scalone» approvato nella passata legislatura comporta risparmi, a regime, per 9 miliardi di euro nella spesa previdenziale. Se il governo Prodi vuole abolire lo «scalone» deve dunque indicare altri risparmi compensativi. E qui casca l’asino. «Prodi, per essere eletto, ha promesso agli italiani che andranno in pensione a 57 anni - commenta Giulio Tremonti - ma in questo modo ha firmato un patto col diavolo. Infatti, o ci riesce e scassa il sistema delle pensioni; oppure non ci riesce, e allora sarà inseguito da un milione e mezzo di suoi elettori. Non so che cosa Prodi preferisca. Noi invece - aggiunge l’ex ministro dell’Economia - la nostra riforma delle pensioni l’abbiamo già fatta».

Si racconta che Padoa-Schioppa, all’indomani del conclave di governo a Caserta, abbia avvertito il premier che sulle pensioni il governo avrebbe «rischiato la faccia» con l’Europa. Cosa che si sta puntualmente verificando. La Commissione sta per ora alla finestra, ma non rinuncia a ricordare al governo italiano gli impegni presi. Il passo successivo potrebbe essere un richiamo meno amichevole di quello pronunciato ieri da Almunia a Lubiana.

Irpef 2007, labirinto di detrazioni Commercialista Olbia

Commercialista Olbia L’Irpef non è solo una voce che raccoglie ogni anno circa 120 miliardi. Dunque, uno dei principali cardini di finanziamento dello Stato. Poiché sono interessati oltre 40,5 milioni di contribuenti, inevitabilmente l’imposta sul reddito delle persone fisiche è considerata anche uno strumento di riequilibrio sociale.
È forse per questo che, nel giro di cinque anni, il sistema di determinazione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche è stato modificato tre volte, con la revisione di aliquote e scaglioni e con la ricerca di strumenti per dare conto della progressività dettata dalla Costituzione. È la (giusta) ambizione della politica, quella di disegnare un’imposta equa. Rischiando anche di far passare in secondo piano l’esigenza della semplificazione.
La nuova Irpef delineata nella Finanziaria 2007 (per i redditi percepiti dal 1° gennaio di quest’anno) non solo agisce sulle aliquote (che diventano cinque) e sugli scaglioni, ma ritorna alle detrazioni come strumento per modellare il prelievo con particolare riferimento alle condizioni del nucleo familiare. E dunque, dalla dichiarazione del prossimo anno si archiviano le deduzioni sulla no tax area e quelle per la family area.
Anche se si è fatto tesoro del meccanismo di calcolo: lo sconto, fino al 2006 sull’imponibile, da quest’anno sull’imposta, si assottiglia man mano che si innalza il reddito.
Il passaggio dal sistema delle deduzioni a quello delle detrazioni ha l’effetto di rendere più lineare l’evoluzione del prelievo Irpef, limitando i casi in cui — per il passaggio di scaglione — redditi non troppo distanti sono colpiti da un prelievo molto differente.
Tuttavia, alla continuità della curva si arriva grazie a un dosaggio su misura degli sconti, calcolati con coefficienti e rapporti. E le operazioni in successioni scandite da parentesi quadre e tonde, da sole, non sarebbero bastate a determinare, per nuclei familiari con redditi medio bassi, anche solo un piccolo risparmio d’imposta. Da qui la necessità di ulteriori correttivi "secchi" da 10 a 40 euro in base agli scaglioni di reddito, a supporto dei carichi di famiglia e delle spese per la produzione del reddito. Ne deriva un labirinto di formule e di piccoli sconti, che rischiano di mandare in tilt i conteggi.
La rivoluzione dell’Irpef, comunque, come dimostrano anche le tabelle pubblicate a pagina VII di questo inserto, genera — per i redditi medio-bassi — un risparmio d’imposta anche se in limitato. Per molti la prima verifica sarà la busta paga di gennaio.
Tuttavia, il rapporto di dare e avere tra contribuenti e Fisco non si esaurisce con l’Irpef: se gli assegni al nucleo familiare promettono di essere più consistenti, il conto delle addizionali rischia di impennarsi qualora Regioni e Comuni non riuscissero tener a freno il deficit.
La partita — qualunque sia il risultato — si preannuncia complicata: nelle pagine seguenti illustriamo i meccanismi e di condurre il lettore attraverso le caselle che vanno dal reddito complessivo al prelievo fino al reddito disponibile. Per far sì che il percorso possa essere compiuto senza incorrere in penalità.

venerdì, gennaio 05, 2007

Bollo auto Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Bollo auto
Da gennaio 2007 sono in vigore le nuove tariffe relative al bollo auto che aggiornano i precedenti importi risalenti al 1998. La nuova variazione tariffaria è applicabile su tutto il territorio nazionale e riguarda solamente autovetture, motocicli e autoveicoli per il trasporto promiscuo. Si rammenta che gli importi approvati dalla legge n. 296/06 (Finanziaria 2007) possono subire ulteriori variazioni su base regionale in sede di compilazione dei tariffari, a seconda della regione di residenza del proprietario del veicolo. Inoltre, solo per i residenti in Liguria (legge regionale n. 2/06) e Toscana (legge regionale n. 52/06), la nuova tariffa prevede un aumento applicabile a tutte le categorie di veicolo (e non solo a motocicli e autovetture).

Per le autovetture, in particolare, è introdotto un primo aumento che si applica a tutti i veicoli di potenza superiore alla media, ma limitatamente ai KW risultanti in eccesso rispetto ai primi cento. La tariffa introduce inoltre una seconda variazione che tende a premiare i veicoli con maggiore efficienza energetica: prevede, infatti, importi unitari decrescenti man mano che il motore risulti dotato di caratteristiche ambientali meno inquinanti fino a fissare, entro la soglia dei 100 KW, importi uguali a quelli in vigore nel 2006 (per motorizzazioni con classe ambientale Euro 4 o Euro 5).

Ecoincentivi
Sono stati introdotti incentivi per autovetture e autocarri leggeri, a impatto ambientale ridotto (Euro 4 o Euro 5), che saranno acquistati entro la fine del 2007 in sostituzione di analogo veicolo, avviato alla rottamazione, avente requisiti ambientali meno aggiornati (Euro zero o Euro 1). L’importo del contributo statale è pari a € 800 per l’acquisto di autovetture e a € 2.000 per gli autocarri leggeri (cioè, quelli fino a 3,5 tonnellate di peso complessivo). Per le autovetture è prescritto l’ulteriore requisito relativo al motore, le cui emissioni in termini di biossido di carbonio (CO2) debbono essere non superiori a 140 grammi al chilometro. Per questi ultimi veicoli la Finanziaria ha anche previsto l’esenzione dal bollo auto per un periodo che va, a seconda dei casi, dai due ai tre anni.

Tra gli ulteriori vantaggi per incentivare la sostituzione del parco veicoli circolanti con mezzi meno inquinanti, si segnala l’esenzione quinquennale dal bollo auto a favore di motocicli appartenenti alla classe ambientale Euro 3, acquistati in sostituzione di analogo veicolo di motorizzazione Euro zero.

Classe ambientale (da Euro 5 a Euro zero)
Per l’individuazione dei nuovi importi di tariffa del bollo auto, nonché per sapere se si ha accesso o meno agli ecoincentivi, è essenziale conoscere la classe ambientale relativa al proprio veicolo (vecchio o nuovo che sia). Per vetture e autocarri leggeri la normativa vigente parte dalla classe ambientale più severa, definita come Euro 5, fino alla classe convenzionale Euro zero, che è quella meno aggiornata; per i motocicli, cui si applicano direttive europee diverse da quelle previste per gli autoveicoli, si parte invece dalla classe Euro 3 fino alla categoria Euro zero.

Tali informazioni possono essere acquisite dal contribuente mediante consultazione della propria carta di circolazione, sulla quale sono indicati gli estremi delle principali direttive rispettate dal motore installato su ciascun veicolo. Fra queste, sono ricomprese anche le direttive antinquinamento, uniche rilevanti per la determinazione della classe ambientale (ai fini sia del bollo sia degli ecoincentivi).

martedì, gennaio 02, 2007

Commercialista Olbia bollo auto 2007

Commercialista Olbia,
hai una macchina vecchia e la tua unica colpa è quella di non avere soldi per cambiarla con una euro 4 nuova ? allora paghi più tasse sul bollo auto.

Ma non si era detto che questa sarebbe stata la finanziaria dei poveri ?

1) Tiket pronto soccorso, al pronto soccorso per il codice bianco ci vanno i poveri, i ricchi vanno da un privato.

2) Bollo auto più caro per chi non può permettersi una nuova auto

3) ici più cara

4) Aumento tasse locali grazie al taglio delle spese.

5) Aumento pressione fiscale, che rigirerà i maggiori costi al consumatore finale.

6) Obbligo di pagare tramite bonifico bancario, o carta di credito per importi superiori ai 1000 euro, chi pagherà le commissioni bancarie ? il consumatore finale, chi si ci guadagna, le banche, cioè i ricchi.

7) Reintroduzione della tassa di sucessione a partire da 1 milione di euro, caro sig. Prodi noi tutti ricordiamo che a "porta a porta" aveva detto "Parecchi milioni di euro", per lei parecchi milioni di euro sono 1 milione ?

Caro sig. Prodi, inutile raccontare le barzellette a noi tutti,
i 32 miliardi da qualche parte li dovrà prendere...

Forse sarebbe il caso di valutare seriamente il taglio delle vostre spese politiche, e non ci venite a dire che sono una goccia in mezzo ad un oceano, non è vero.!!!

1) solo alle dipendenze del presidente della Repubblica ci sono circa 500 persone,
forse è il caso di abolire questa figura inutile.

2) Sono circa 220.000 i politici a carico dei contribuenti in Italia, senza contare scorte varie portaborse etc.

3) comuni, province, regioni, comunita montane e chi più ne ha più ne metta, in Inghilterra vi è il comune e lo stato stop.

Ecco uno schema per capire meglio:
Premier - passerà da uno stipendio attuale di 123.003 euro a uno di 86.101 euro. Per lui sarà applicata l' aliquota piu' alta prevista dall' Irpef al 43%.

Ministri - passeranno da uno stipendio di 82.002 euro a uno di 57.401 euro. Con i nuovi scaglioni Irpef dovranno applicare anche la penultima aliquota del 41% che si paga sopra i 55.000 euro.

Sottosegretari - passeranno da uno stipendio di 73.930 euro a uno di 51.761. E quindi l' aliquota Irpef scende al 38%.

Questi numeri riguardano le spese che annualmente vengono effettuate per svolgere le attività di routine in Senato.
Eccole:
Pasti - dar da mangiare agli onorevoli di Palazzo Madama costa all'amministrazione 1.856.737,82 di euro (con quasi 33 mila euro spesi per le sole posate e stoviglie).
Servizi informatici - piu’ di 11 miliardi delle vecchie lire.
Manutenzione di Palazzo Madama - dai canoni per la riparazione delle fotocopiatrici alla manutenzione delle tappezzerie, alla pulizia ed al restauro delle opere d’arte, il totale è stato di 3.476.755,39 di euro.
Finanziamento ai gruppi parlamentari - 33.885.025,02 di euro.
Vestiario di servizio - 262.281,67 euro
Tende, guide rosse, biancheria - 94.474,20 euro.
Acqua, luce, gas e riscaldamento - 1.055.141,9 di euro.
Bolletta telefonica telefonica: 1.174.785,69 di euro.
Le spese di rappresentanza - 3.039.271,41 di euro.
La guardia d’onore - 2.722.261,96 di euro.
Organizzazione conferenze ed eventi al Senato - 1.562.748,87 di euro.

Costi della politica: i partiti si riprendono i risparmi degli eletti con gli interessi
Roma, 6 ottobre 2005.
Ci pareva strano: i parlamentari, su proposta del Governo, dovrebbero votare la riduzione del 10% del proprio stipendio, di quello di figure assimilabili e dei consiglieri regionali. Un risparmio di 23,4 milioni di euro. Una proposta che ha trovato il consenso dei più che, finalmente, vedono "tirare la cinghia" anche agli eletti. Ma, c'è sempre un ma, la stessa proposta del Governo aumenta di 40 milioni di euro la dotazione annua dei partiti per il rimborso delle spese elettorali, che passa da 160 a 200 milioni di euro annuali, cioè 1 miliardo di euro (circa 2.000 miliardi di lire) per il quinquennio di legislatura. Insomma quello che è stato preso con una mano viene restituito con l'altra. E con gli interessi perché la differenza a favore dei partiti è di 16,6 milioni di euro all'anno.

Ecco quanto guadagnano i parlamentari.
STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese
INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00)
+
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (per ora!!!)
Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)
La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO. La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO!!

Quella che segue è un’indagine dettagliata dei costi per il funzionamento politico del solo Consiglio Regionale della Lombardia. I Consiglieri sono 80, di cui 10 donne, suddivisi in 14 Gruppi Consiliari.*

Vediamo nel dettaglio la compagine partitica:

Forza Italia (F.I) 27 consiglieri
Centro Sinistra – Democratici di Sinistra 12 consiglieri
Lega Lombarda Lega Nord Padania 10 consiglieri
Alleanza Nazionale (A.N.) 7 consiglieri
Centro Sinistra P.P.I. – La Margherita 7 consiglieri
Rifondazione Comunista 5 consiglieri
Radicali – Lista Emma Bonino 3 consiglieri
C.C.D.-U.D.C. 2 consiglieri
C.C.U.-U.D.C. 1 consigliere
Partito Pensionati 1 consigliere
Centrosinistra con Martinazzoli 1 consigliere
SocialistiDemocraticiItalianiLiberaliDemocraticiIndipendenti 1 consigliere
Per la Lombardia 1 consigliere
Gruppo Misto comprendente due formazioni distinte .
Lombardia Nazione – No Euro 1 consigliere
Gruppo 9103 (Silvia Ferretto) 1 consigliere

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Dettaglio Spese Anno 2003 euro
Emolumenti Consiglieri 18.029.000
Assegni vitalizi 4.872.000
Indennità di fine mandato 462.000
Restituzione contributi 571.000
Spese di rappresentanza 155.000
Affitti e spese accessorie 4.319.000 stabile di Via F. Filzi 29 sede del C.R.a Milano
Spese di gestione – postali, pulizie, vigilanza, assicurazione 2.487.000
Manutenzione locali 322.000
Acquisto e manutenzione automezzi 450.000
Spese per il personale 22.930.000 di cui 6.249.000 per personale gruppi e segreterie
Servizio sostitutivo mensa 590.000
Formazione professionale 257.000
Contributo ai Gruppi Consiliari 3.336.000
Spese per le Commissioni 255.000
Spese per studi consulenze ed indagini 535.000
Congressi e Convegni 1.151.000
Contributo Conferenza Presidenti 52.000
Stampa e pubblicazioni – destinati anche a soggetti esterni 1.240.000
Acquisto libri, pubblicazioni e riproduzione grafica 1.189.000
Attrezzature e arredamenti 62.000
Servizi informatici 966.000
Co.re.rat. 236.000
Totale generale 2003 64.466.000 euro (pari a 124 miliardi e 806 milioni di lire)


Nel dettaglio che segue sono esposte le cifre in euro stanziate per i Gruppi politici presenti nel consiglio regionale della Lombardia per l’anno 2004

Alleanza Nazionale 679.604 (pari a 1 miliardo e 315 milioni di lire)
C.C.D.-U.D.C. 325.869 (pari a 631 milioni di lire)
C.D.U.-U.D.C. 205.920 (pari a 399 milioni di lire)
Centro Sinistra-Democratici di Sinistra 989.225 (pari a 1 miliardo e 915 milioni di lire)
Centro Sinistra-P.P.I. La Margherita 488.111 (pari a 945 milioni di lire)
Centro Sinistra con Martinazzoli 185.315 (pari a 359 milioni di lire)
Forza Italia 1.599.281 (pari a 3 miliardi e 96 milioni di lire)
Lega Lombarda-Lega Nord Padania 639.885 (pari a 1 miliardo e 239 milioni di lire)
Misto Bernardelli-Lombardia Nazione 141.015 (pari a 273 milioni di lire)
Misto Ferretto Clementi 9103 83.052 (pari a 161 milioni di lire)
Partito Pensionati 185.888 (pari a 360 milioni di lire)
Per la Lombardia 278.332 (pari a 539 milioni di lire)
Radicali-Lista Emma Bonino 328.981 (pari a 637 milioni di lire)
Rifondazione Comunista 515.947 (pari a 999 milioni di lire)
Socialisti Democ.Italiani-Lib.Dem.Ind. 189.391 (pari a 367 milioni di lire)
Totale stanziamento 2004 6.835.821 (pari a 13 miliardi e 234 milioni di lire)

A seguire le cifre destinate alle segreterie particolari

Segreteria Presidente Fontana 279.923 (pari a 542 milioni di lire)
Segr.Vice Presidente Prosperini 178.542 (pari a 346 milioni di lire)
Segr. Vice Presidente Bassoli 193.920 (pari a 375 milioni di lire)
Segr. Cons. Segretario Valaguzza 163.200 (pari a 316 milioni di lire)
Segr. Cons. Segretario Adiamoli 206.679 (pari a 400 milioni di lire)
Totale stanziamento 2004 1.022.267 (pari a 1 miliardo e 979 milioni di lire)

*fonte: Consiglio Regionale della Lombardia

Bollo auto, rivoluzione in arrivo. Si pagherà in base alle emissioni Commercialista Olbia

Commercialista Olbia Secondo i primi calcoli saranno penalizzate le vetture vecchie, che pagheranno come le supercar. Non cambia nulla per quelle nuove.

Una vecchia Fiat Tipo secondo le prime stime dovrebbe pagare un bollo pari a quello di una Porsche nuova di zecca. E' un effetto della rivoluzione in arrivo per la "tassa di possesso", più nota come bollo auto: presto potrebbe essere calcolata solo sul livello di emissioni nocive dell'auto e non più dai cavalli fiscali. Un capovolgimento totale dell'attuale sistema di tassazione.

La proposta arriva direttamente dal ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che l'ha portata in discussione nella finanziaria 2007: e d'ora in poi sarà la strada da seguire. Ma l'ha annunciata spiegando che ''non si tratta di tasse in più: non chiediamo tasse, ma contributi. Gli automobilisti già pagano una tassa di circolazione, io propongo solo di calcolarla in base alle emissioni di CO2 nell'atmosfera e non in base ai cavalli. Chiediamo cioé contributi ambientali ed eco-incentivi''. E' la stessa direzione in cui va l'Unione Europea e la Commissione.

Cosa cambierà? Per le auto nuove poco o nulla perché già adesso le auto con più cavalli, tecnologia o no, emettono molta più CO2 di quelle piccole, quindi la tassazione rimarrà invariata.

Si apre invece un baratro fiscale per le macchine vecchie, che inquinano fino a 100 volte più di una vettura moderna. Tanto per capirci una Fiat Tipo dovrebbe pagare come una Ferrari. Dal punto di vista ambientale una soluzione impeccabile, ma dal punto di vista dell'equità fiscale...