mercoledì, settembre 20, 2006

F24 addio, da ottobre solo online Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Brindisi 16 settembre 2006. Tra le numerose novità introdotte dal decreto noto come “decreto Bersani”, spicca senz’altro quella relativa alla eliminazione della facoltà di pagare gli F24 tramite il modello cartaceo, per tutti coloro i quali siano in possesso di una partita iva.

Soggetti obbligati e soggetti esclusi

Nulla cambia, è bene premetterlo, per i contribuenti non titolari di partita IVA, che, tra le modalità di presentazione dell’F24, potranno ancora scegliere quella cartacea a Banche o Poste.
La norma non soffre di eccezioni, per cui tra i soggetti obbligati troviamo anche le imprese in fallimento, o, per meglio dire, i curatori fallimentari.
Appartengono alla categoria degli reclusi anche gli enti non commerciali, se ed in quanto non gestiscono anche una attività commerciale (in questo caso, infatti, devono munirsi di partita iva); altrettanto esclusi i soggetti di cui al comma 1 dell’articolo 74 del decreto iva (commercianti di giornali quotidiani, rivenditori di generi di monopolio, ecc. ecc.).
In caso di morte dell’imprenditore, poi, anche i suoi eredi saranno obbligati al rispetto della norma se ed in quanto mantengano la partita iva (ciò che è verosimile in presenza di operazioni di liquidazione dell’attivo).

I tre canali per pagare l’F24.

Dal prossimo 1 ottobre, dunque, l’articolo 37 comma 49 di tale decreto impone a tali soggetti di presentare il modello per il pagamento di imposte e contributi esclusivamente mediante i canali telematici. Vediamo quali sono le possibilità per le imprese e le società, anche alla luce dei chiarimenti forniti dall’Agenzia delle Entrate.

1) L’F24 on line.
Le persone fisiche e le società possono compilare direttamente il modello F24, tramite il sito dell'Agenzia delle Entrate attraverso il Servizio "Fisco on Line".
E’ necessario a tal fine essere titolari di un conto corrente presso una delle banche che hanno stipulato con l’Agenzia delle Entrate una specifica convenzione, ed il cui elenco è disponibile sul sito www.agenziaentrate.gov.it.
Il pagamento viene effettuato formulando un ordine di addebito sul proprio conto alla propria banca.

L'invio telematico del modello F24 richiede l'utilizzo di un prodotto che ne consenta la compilazione in formato elettronico. L'Agenzia delle Entrate ne rende disponibile uno, che è possibile scaricare collegandosi alla sezione Software del sito www.agenziaentrate.gov.it.
Prima di utilizzare Fisconline, occorre effettuare la registrazione dei propri dati identificativi, al termine della quale si verrà in possesso di un PIN e di una password.

E' importante precisare come sia possibile trasmettere il file dei versamenti in anticipo, dal momento che per l'addebito vale la data di versamento indicata nel modello F24.

2) Delega ad un intermediario.
Le imprese o le società possono inoltre delegare un intermediario abilitato (in genere, il proprio commercialista). Tale modalità non prevede passaggio di denaro tra il cliente e il professionista, in quanto si prevede solo la comunicazione delle coordinate bancarie per l'addebito sul conto del cliente.
E’ importante precisare come anche in questo caso è possibile trasmettere il file dei versamenti in anticipo, dal momento che per l’addebito vale la data di versamento indicata nel modello F24.


3) Pagamento tramite servizio di home banking della propria banca o della banca di un terzo.
L’obbligo in discorso può essere adempiuto mediante i servizi di home banking forniti dagli istituti di credito.
E’ interessante rilevare che il contribuente in questo caso non è tenuto ad avere necessariamente un conto corrente, in quanto il pagamento tramite home banking potrà essere effettuato sfruttando il servizio di un terzo (ad esempio, la banca del commercialista). In altre parole, chi ha la possibilità di utilizzare il servizio di home banking potrà farlo sia per imposte proprie, sia per F24 di terzi.

Ai fini della norma che vieta ai professionisti l’incasso di somme mediante contanti, se superiori a 1.000 euro, si precisa che essa non fa riferimento alle somme anticipate dal cliente per il pagamento dei tributi.
Questo, dunque, il panorama della novità che di qui a poco interesserà tantissimi contribuenti; non è da escludere tuttavia che l’entrata in vigore subisca una proroga, viste le pressanti (e legittime) richieste degli operatori, anche in considerazione del fatto che tale norma, introdotta con decretazione di urgenza, non sembra avere un solo valido motivo per essere introdotta in tempi così stretti.

Va in pensione il modello F24 Commercialista Olbia

Commercialista Olbia Titolari di partita Iva, attenzione!

Il 30 settembre il modello cartaceo F24 andrà definitivamente in pensione; avete tempo fino a questa data per saldare Iva o Inps con il modello di cui sopra.

Dal 1 ottobre entrerà in vigore la nuova normativa, che prevede l'obbligo di adempiere ai propri doveri fiscali esclusivamente per via telematica, o direttamente, o attraverso gli intermediari abilitati da Entratel.

Chi sceglierà la via diretta, potrà effettuare il versamento attraverso i servizi Entratel e Fisconline ; in alternativa si potrà servire dei servizi di remote banking delgli Istituti di Credito.

Chi opterà per un intermediario, dovrà -ripeto- affidarsi ad un commercialista o consulente abilitato dall'Agenzia delle Entrate ed incaricarlo dell'operazione mediante un atto di delega.

Questa nuova normativa contempla l'obbligo, da parte del titolare di partita Iva, di essere intestatario di un conto corrente bancario presso un Istituto di Credito convenzionato con l'Agenzia delle Entrate, oppure di un conto Bancoposta .

Il conto in questione potrà anche essere cointestato, ma con possibilità di operare a firme disgiunte.

I contribuenti non titolari di partita Iva, per ora, possono continuare con il vecchio modello cartaceo.

SCUOLA: andamento prezzi dell'Osservatorio FEDERCONSUMATORI Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Ogni anno, in questo periodo ritornati dalle vacanze estive, ci si ritrova di fronte al solito problema: come risparmiare sul “corredo scolastico”.

Il corredo riguarda astucci, quaderni , colori, zaini, grembiuli insomma cancelleria in genere.

La spesa può variare a seconda dell'età del bambino (di 352 Euro il 6% in più rispetto lo scorso anno) determinata soprattutto dal sistema “moda” .

Infatti, in questi giorni le reti televisive, in particolare le reti dedicate ai ragazzi, stanno pubblicizzando frequentemente articoli scolastici legati ai personaggi dei cartoni animati o delle bambole famose condizionando così sempre più non solo i bambini ma anche i genitori.

Federconsumatori, consiglia di acquistare i prodotti presso i supermercati, come dimostrano i dati riportati in tabella, si può risparmiare una buona percentuale, circa il 30%, infatti, uno stesso articolo può avere prezzi diversi secondo i punti vendita, ma attenzione bisogna acquistare quello che serve e non lasciarsi prendere dallo “shopping” anche per la scuola.

Inoltre vi sono a disposizione iniziative che prevedono la possibilità di acquistare il corredo scolastico “KIT” ad un prezzo agevolato. Il Kit è disponibile presso le cartolerie aderenti all'iniziativa e sono differenziate a secondo dei Comuni, ad esempio a Roma il Kit scolastico ha un costo di € 19.90. l Kit contiene: per le Scuole elementari: zaino, diario, astuccio a zip con penna, matita, colori e pennarelli (entrambi in confezioni da 12), gomma e temperino, 2 quaderni maxi a righe, 2 quaderni maxi a quadretti, 1 quaderno ad anelli, 2 evidenziatori o colla stick. Per le Scuole medie: zaino, diario, astuccio a bustina con penne e matite, 2 evidenziatori o colla stick , compasso, riga, 2 squadre, 2 quaderni maxi a righe, 2 quaderni maxi a quadretti. In ogni caso, a secondo della scelta dell'acquisto, bisogna sempre considerare, soprattutto per i più piccini, la qualità dei prodotti.

Al corredo scolastico va aggiunto, sempre secondo l'età del bambino, il così detto “corredo libri” che per il nuovo anno comporterà una spesa di € 290 in costanza di prezzo e di 305€ con una realistica previsione di aumento di circa il 5%, che aggiunti alla spesa del “Corredo Scuola” porterà una famiglia italiana a spendere per ogni bambino un totale di € 657.

Il nostro Osservatorio nazionale, anche per quest'anno ha monitorato l'andamento dei prezzi di 8 prodotti scolastici è ha rilevato aumenti che variano dal 3% a 9 % L'indagine è stata sviluppata sul territorio nazionale cercando di analizzare tendenze e mode del settore.

federconsumatori VII INDAGINE NAZIONALE SULLE BOLLETTE ELETTRICHE E DEL GAS” Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Nel 2006 le famiglie italiane hanno dovuto fronteggiare una spesa annua record per le bollette elettriche e del gas.E’ la bolletta più alta degli ultimi 10 anni, lievitata, dal 1995 ad oggi, di oltre 157 euro (di cui la metà solo nel 2006).
E’ necessario accelerare gli interventi di carattere strutturale e fiscale perché la situazione economica in cui versano le famiglie italiane è divenuta, ormai, insostenibile.
L’Osservatorio nazionale tariffe e servizi della Federconsumatori ha illustrato la ricerca completa realizzata dal 1995 ad oggi per le tipologie di consumo più comuni.

Il 2006 spesa annua record per le bollette elettriche e del gas delle famiglie italiane. Si prevede saranno più care per il 2007. E’ necessario accelerare gli interventi sia di carattere strutturale sia fiscale.
Un aumento di oltre 53 euro rispetto al 2005 per una famiglia tipo, con potenza impegnata di 3 kw che consuma 2700 kw di energia elettrica in un anno, senza considerare che dal 01/10/2006 è previsto un ulteriore aumento trimestrale di oltre 4 euro che si aggiungeranno ai 53 sopra richiamati.Una bolletta annua record “la più alta da 10 anni” a questa parte per un importo di oltre 400 euro, che rispetto al 1995 comporta una maggiore spesa annua di oltre 106 euro. Nel solo ultimo anno la spesa è aumentata della metà di quanto è aumentata negli ultimi 10 anni.È questo quanto emerge dall’Osservatorio nazionale tariffe e servizi della Federconsumatori di Modena che ha monitorato l’evoluzione della spesa annua complessiva(imposte comprese) e per kwh, dal 1995 al 2006 per tre livelli di consumo annuo pari a 1200 kwh, 2700 kwh e 3500 kwh, cioè le tre tipologie di consumo che riflettono diverse condizioni di utilizzo di energia in cui si possono riconoscere molte famiglie italiane. È evidente che l’incremento del prezzo del petrolio dal 28/30 dollari al barile del gennaio 2004 agli attuali livelli di soglie intorno ai 70 dollari al barile, ha fatto la sua durissima parte nelle tasche delle famiglie italiane e delle imprese. In misura notevolmente superiore a quello che era ragionevole attendersi tenendo conto dell’apprezzamento dell’euro sul dollaro e del considerevole aumento di efficienza della produzione italiana dovuto alle nuove centrali a gas.“Analogo record” di spesa sarà battuto per il metano nel 2006 per una famiglia tipo che consuma 1400 m cubi di metano, infatti, rispetto al 2005 l’aumento della spesa su base annua è di 104 euro.Inoltre, con l’ulteriore aumento che scatterà dal 01/10/2006 per effetto dell’adeguamento trimestrale delle tariffe previsto dall’autorità dell’energia ed il gas che, essendo il metano indicizzato all’andamento del costo del petrolio a livello internazionale, comporterà un prevedibile aumento del 1,5% del prezzo a mc, ciò su base annua comporterà un ulteriore record di spesa annua pari a 1044,69 euro comprensive di imposte. Se confrontiamo la spesa annua di settembre 2006 rispetto alla spesa media annua registrata dall’osservatorio nel 1996 l’aumento è di 292 euro. Anche qui nel solo ultimo anno l’aumento è stato di 104 euro ovvero oltre un terzo di quanto non era avvenuto negli ultimi 10 anni. Aumenti che per una famiglia che consuma 2700 kw di energia e 1400 mc di gas comporta una maggiore spesa complessiva rispetto al 2005 pari ad oltre 157 euro. Un escalation tariffaria attenuati dai provvedimenti dell’autorità per l’energia di questi anni che senza il suo intervento sarebbero stati ancora più pesanti.
Al Governo, all’Unione Europea, le nostre richieste e proposte.
Energia elettrica:
• Al Governo una politica energetica che faccia perno su una politica europea dell’energia che per volume di produzione e consumi può avere un ruolo nel mercato mondiale del gas e del petrolio e nei rapporti fra paesi consumatori e fornitori.• Una politica e un piano energetico che dia certezze per l’emergenza del prossimo inverno e per il futuro del paese e che prevede uno sviluppo del metano a discapito del petrolio, delle fonti alternative e degli investimenti sul risparmio energetico.• Sbloccare il processo di concorrenza dai “monopoli” per un mercato regolato a vantaggio dei consumatori e competitivo.• Completare la riforma del mercato dell’elettricità al fine di contenere le tariffe, fruendo anche dell’aumento di produttività ed efficienza delle centrali e della rete elettrica per contenere gli effetti dirompenti del caro petrolio che è prevedibile si scaricheranno sulla bolletta nell’anno in corso e in quello a venire.• Adeguare gli strumenti a tutela del consumatore nell’imminente avvio dal 01/07/2007 del mercato elettrico per le utenze domestiche. Partendo dalla trasparenza delle bollette elettriche con la confrontabilità dei prezzi e con l’applicazione del nuovo codice di condotta commerciale.• Assieme ad un piano poliennale di risparmio energetico va valorizzata e promossa la diffusione delle tariffe multiorarie dove si può scegliere fra più soluzioni in base alla potenza installata e alle abitudini d’uso così da consumare quando l’energia costa meno.• Introdurre la tariffa sociale per le famiglie economicamente svantaggiate fasce e gli utilizzatori di apparecchiature medicali salva-vita ad alto consumo previo confronto con le Associazioni dei consumatori e le parti sociali per recuperare un’anomala situazione (vedi tab. n° 2 dove a prescindere dal reddito oggi chi consuma poca energia le viene a costare molto meno al kw rispetto al nucleo familiare che ne consuma di più.Tariffa sociale che preveda un’agevolazione per le fasce sociali deboli legata all’entità del reddito familiare e della numerosità dei componenti.Agevolazione da introdurre con un metodo che comunque preveda anche per questi consumatori la possibilità di acquistare l’energia al prezzo più basso presente in un mercato realmente concorrenziale. Gas:
• Intervenire sulle cause “infrastrutturali e commerciali” in Italia e in Europa in modo d’abbattere gli ostacoli per creare un mercato competitivo a livello europeo coinvolgendo i paesi produttori di metano, stante l’ampia disponibilità di gas come materia prima superiore a quella del petrolio. Introducendo il pagamento degli acquisti in euro per evitare che i consumatori paghino anche la speculazione sul cambio euro/dollaro.• Per la creazione di un mercato concorrenziale bisogna superare i forti ritardi infrastrutturali con la costruzione di almeno 5 rigassificatori in tempi certi nel quadro di previsioni con prospettive lungimiranti nonché aumentare lo stoccaggio per far fronte alla modulazione stagionale ovvero compensare la domanda a seconda del fabbisogno fra estate ed inverno nell’ambito di una cabina di regia del Governo.• Rilanciare il processo di concorrenza nel settore dominato dal monopolio dell’ENI nell’importazione della materia prima e nella gestione della rete di trasporto della SNAM che sono anche un alibi per le deboli iniziative competitive commerciali per i piccoli consumatori nella vendita locale al dettaglio. Molti di questi operatori presenti sul territorio sono aziende di vendita dei distributori orientate principalmente al consolidamento delle proprie posizioni locali e che, nella maggior parte dei casi, appartengono allo stesso gruppo del gestore della rete di distribuzione che è anche grossista ed importatore. La stessa promozione delle offerte tariffarie non sempre rispetta il codice di condotta commerciale incentrato sulla trasparenza e tutela del consumatore.• Al governo chiediamo di ridurre l’eccessiva imposizione fiscale che incide su ogni metro cubo di metano consumato per il 42%. Attraverso la riduzione delle accise, dell’IVA dal 20% al 10% per tutte le utenze domestiche e la sterilizzazione degli aumenti in cifra dell’IVA con il crescere del costo della materia prima.• Ai Comuni chiediamo che si attivino nel dare applicazioni alle agevolazioni sociali (in attesa che vengano eventualmente riviste nell’ambito di un riordino con l’introduzione della tariffa sociale per l’energia elettrica) previste dalla delibera dell’Autorità per l’energia ed il gas a favore delle fasce sociale deboli, definendone il regolamento attraverso il confronto con le Associazioni dei consumatori.
OSSERVATORIO NAZIONALE TARIFFE E SERVIZI FEDERCONSUMATORI
TABELLA RIASSUNTIVA E COMPARATIVA TRA IL TASSO DI INFLAZIONE E GLI AUMENTI / RIDUZIONI SUL SERVIZIO GAS-METANO PRENDENDO A RIFERIMENTO UNA SPESA ANNUA DI FAMIGLIA MEDIA ITALIANA CON CONSUMO DI 1400 MC DI GAS-METANO USO PROMISCUO (CUCINA E RISCALDAMENTO)

CAMPIONE OSSERVATORIO NAZIONALE TARIFFE E SERVIZI FEDERCONSUMATORI * CAMPIONE ISTAT NAZIONALE - VALORE MEDIO NAZIONALE SU BASE ANNUA '*** VALORE TENDENZIALE LUGLIO 06-LUGLIO 05 ** SPESA ANNUA A TARIFFA COSTANTE AL 1/07/2002-1/07/2003-1/10/2004-1/01/2005-1/07/2005-1/07/2006
N.B. dal 1996 al 2006 la bolletta del gas è aumentata di euro 291,87 pari al 39,56% - per una famiglia media con 1.400 mc di consumo N.B. dal 01/07/05 al 01/07/06 l'aumento è stato dell'11,2 % pari a 103,7 € annui N.B. è previsto, dal 01/10/2006 un ulteriore aumento del 1,5% che, su base annua, corrisponde a 15,43 € a seguito dell'adeguamento periodico predisposto dall'Authority per l'energia e il gas dovuto al caro petrolio a cui il metano è indicizzato e la spesa annua salirà a 1044,69 € A) COMPOSIZIONE DELLA BOLLETTA: quota fissa annua che può variare a seconda degli scaglioni di consumo e della portata del contatore quota altimetrica (M) potere calorifico superiore (PCS) N.B. (M) e (PCS) sono coefficienti per la determinazione del calcolo e variano al variare dell'altitudineimposta erariale ed addizionale regionale sui primi 250 mc di metano ed oltre i 250 mc. IVA al 20% sul totale comprensivo delle imposte
B) 69 Centesimi di euro è il costo medio di 1 mc di metano per una famiglia che consuma 1,400 mc di metano all'anno. Tale spesa è così suddivisa:10,7% distribuzione locale4,4% trasporto nazionale1,4% stoccaggio5,2% commercializzazione ingrosso3,4% commercializzazione al dettaglio33,6% materia prima41,1% imposte più IVA al 20%
CONFRONTO anni 1995-2006 SPESA ANNUA in euro per UTENZA DOMESTICA RESIDENTE con potenza mpegnata di 3KwN.B. Spesa annua comprensiva di imposte ed IVA per tre tipologie di consumi familiari. La spesa per l'anno 2006 è aggiornata al 30/09/2006 con proiezione su base annua a tariffa costante fino al 31/12/2006, comprensivo dell'ultimo aumento deliberato dall'autorità per l'energia dal 01/07/2006 del +5,8%.
Dal 1/10/06 è previsto un ulteriore aumento della bolletta circa del 2,5% per il trimestre OTT-DIC 2006 con un aggravio per i consumi di 3500 kw annui di ulteriori 4,1 € sull'ultimo trimestre
Nella fascia di consumi di 1.200 Kw il prelievo fiscale incide per il 10%, corrispondente all'IVA;
Nella fascia di consumi di 2.700 Kw il prelievo fiscale incide per il 15% sulla spesa totale annua 2006;
Nella fascia di consumi di 3.500 Kw il prelievo fiscale incide per il 18,5% sulla spesa totale annua 2006.
A) COMPOSIZIONE DELLA BOLLETTA:1) Quota Fissa rapportata al periodo del consumo2) Quota Potenza rapportata ai Kw impegnati ed al periodo3) Quota Energia rapportata ai Kw consumati4) Imposta erariale e addizionale comunale applicata ai Kw fatturati a seconda degli scaglioni di consumo5) IVA sul totale al 10 %
B) 13,18 centesimi di euro è il costo medio per 1 Kw nel 2005 per una famiglia che consuma 2700 Kw in un anno. Tale spesa è così suddivisa:17 % trasmissione e distribuzione78 % produzione, dispacciamento e vendita, certificati verdi11 % oneri generali di sistema (ricerca, rimborsi alle reti isolate, ecc.) e composizione specifiche.

Luce e gas, spesa record nel 2006 Commercialista Olbia

Commercialista Olbia Secondo un'indagine di Federconsumatori le bollette di quest'anno sono le più alte degli ultimi dieci. A breve altri incrementi per l'adeguamento previsto dall'Authority. Il ministro del Lavoro annuncia che il cuneo fiscale diminuirà di 5 punti


Roma, 19 settembre 2006 - Nel 2006 spesa record per le bollette di luce e gas. I dati sono dell'osservatorio nazionale tariffe e servizi della Federconsumatori: secondo l'indagine, una famiglia che consuma 2.700 kw di energia e 1.400 mc di gas all'anno, ha speso 157 euro in più rispetto al 2005 (53 euro in più per la luce, 104 per il metano).

Sono le bollette "più alte da 10 anni", con "un'escalation tariffaria" che sarebbe stata ancora più pesante "senza gli interventi dell'autorità per l'energia", si legge nel comunicato della Federconsumatori, che avverte: con gli aumenti che scatteranno dal prossimo 1 ottobre per l'adeguamento trimestrale previsto dall'Authority, "essendo il metano indicizzato all'andamento del costo del petrolio a livello internazionale", ci sarà un "aumento prevedibile del 1,5% a metro cubo" per il gas e un aumento trimestrale di 4 euro per l'energia elettrica. Tra le richieste al governo e all'Ue, la riduzione delle accise, il rilancio della concorrenza che sblocchi i monopoli, nuovi rigassificatori, tariffe sociali per famiglie svantaggiate.

Costo del lavoro, 9 miliardi in meno Commercialista Olbia


Commercialista Olbia - Dai venti ai trenta euro su uno stipendio netto compreso tra i 1200 e i 1500 euro al mese. Questo, secondo i calcoli sindacali, l'aumento dovuto al taglio di due punti sul costo del lavoro, preventivato nella finanziaria per i lavoratori. Altri tre andrebbero a beneficio delle imprese, purchè rispettino certe condizioni. In totale cinque punti di taglio di cuneo fiscale in meno, promessi dal governo durante la campagna elettorale. E saranno contenuti nella finanziaria.
Anzi, secondo i sindacati che ieri hanno incontrato a Palazzo Chigi i ministri economici sul tema dello sviluppo, dovrebbero essere restituiti tutti nel 2007, per un valore complessivo di 9 miliardi di detrazioni.
Insomma, il 60 per cento dello sgravio alle imprese e il 40 per cento ai lavoratori, «purchè siano lavoratori dipendenti», hanno insistito ieri i sindacati temendo che si decidano sgravi fiscali a favore dei falsi indigenti, come gli imprenditori che possono detrarre dal loro imponibile molte voci che li aiutano nella produzione e pagare meno tasse di un lavoratore dipendente.
Due strade hanno individuato i sindacati per ottenere benefici certi: o detassare gli aumenti contrattuali o ammettere parte delle detrazioni fiscali per il lavoro come fanno già gli autonomi. Come saranno visibili questi aumenti nella busta paga è ancora oggetto di trattativa. Per Luca di Montezemolo, presidente della Confindustria, il «taglio del cuneo è il motore della competititvità».
Le imprese, ha specificato il ministro del Lavoro Cesare Damiano durante la conferenza stampa conclusiva, saranno selezionate in base al loro stare sul mercato ed essere concorrenziali, alla loro predisposizione a fare contratti a tempo indeterminato, al loro insediamento nel Mezzogiorno.
Inoltre si sta studiando una nuova normativa dei contratti a termine, misure per aumentare il lavoro subordinato per avere maggiore stabilità anche del mercato, un rilancio del fondo pensioni per la pensione integrativa.
I sindacati sono stati contenti del fatto che il governo abbia superato il rapporto due parti alle imprese e un terzo ai lavoratori, come era stato ventilato. E naturalmente la Confindustria avrebbe preferito la prima versione ad essa più vantaggiosa (2 parti alle imprese e una al lavoro).
Mentre Luigi Angeletti (Uil) si è dichiarato ancora «diffidente» nei confronti del taglio del cuneo, nel senso che vuole prima capire come verrà fatto, Raffaele Bonanni (Cisl) ha esplicitamente chiesto che per lo sviluppo del Mezzogiorno si ripristino tre condizioni: si realizzi una fiscalità di vantaggio per chi vuole investire al Sud, si ripristini il credito di imposta e si faccia un taglio dei tre punti del cuneo fiscale solo per le imprese che vogliono investire. Le banche non sono comprese tra i beneficiari del taglio del cuneo «perchè non c'è concorrenza» ha spiegato Angeletti: «Se una banca potesse aprire uno sportello dove vuole, ci sarebbe concorrenza, ma sappiamo che non è così e quindi noi non saremmo favorevoli ad estendere gli sgravi, anche se nulla è stato ancora deciso».
Cna e Confertigianato si sono dette d'accordo nella selezione delle imprese da benificiare, perchè non è giusto premiare chi agisce in regime di monopolio.
Damiano ha escluso interventi sui contributi previdenziali, mentre Pierluigi Bersani ha confermato che «sui fondi pensione, si punta molto e c'è una trattativa in corso con i sindacati per farli decollare». «I miliardi per lo sviluppo saranno 15» ha specificato il sottosegretario Enrico Letta, facendo capire che è stata accettata la condizione posta nel documento di Cgil, Cisl e Uil e si destinerà metà della manovra allo sviluppo. Corrisponderà ad un punto di Pil, ha confermato Pierluigi Bersani al tavolo di Palazzo Chigi.
«Forse si potrebbe fare anche di più» ha detto Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, «se le entrate vanno così bene si può destinare una fetta maggiore allo sviluppo. A noi poi interessa questo: che l'Italia non venga depressa da soli tagli».

NEL 2006 BOLLETTA RECORD (+157 EURO) Commercialista Olbia


Commercialista Olbia
Aumenti record nel 2006 per le bollette di gas ed energia elettrica che rispetto al 2005 costano ad una famiglia media complessivamente 157 euro in piu'. Secondo i dati contenuti nella settima indagine nazionale di Federconsumatori infatti, nel 2006 l'aumento per una famiglia che consuma 2.700 kw di energia elettrica all'anno sara' di 53 euro rispetto al 2005. A pesare sulle tasche degli italiani, secondo l'associazione dei consumatori, sono stati gli aumenti del prezzo del petrolio che dai circa 30 dollari del 2004 e' arrivato alla soglia attuale di 70 dollari al barile. Per quanto riguarda il metano, rispetto al 2005 l'aumento sara' di 104 euro l'anno, senza considerare l'ulteriore rincaro previsto a partire dall'1 ottobre. Per questo la Federconsumatori chiede al Governo di impegnarsi per raggiungere una politica europea dell'energia e di varare un piano energetico che dia certezze per l'approvvigionamento nel prossimo inverno. L'associazione chiede inoltre di superare i ritardi infrastrutturali costruendo in tempi brevi almeno 5 rigassificatori e di introdurre tariffe "sociali" per famiglie economicamente svantaggiate. Con l'autunno arriva il caro-caldaie per le famiglie italiane. A partire dal 15 ottobre fino al primo dicembre tutti comuni italiani, prima quelli del nord poi quelli del sud, potranno accendere i riscaldamenti. E' questo, dunque, il periodo giusto per ogni famiglia di far controllare il corretto funzionamento della caldaia ed essere in regola con la normativa vigente. Help Consumatori, la prima agenzia on line dedicata ai consumi, ha effettuato un'indagine sui costi di revisione delle caldaie nel nostro paese in collaborazione col Movimento Difesa del Cittadino (MDC). Secondo le norme (D.P.R. n. 412 del 1993 e D.P.R n. 551 del 1999) l'utente domestico e' tenuto a richiedere assistenza a personale specializzato per due i tipi di controllo: ogni anno una manutenzione ordinaria, ogni due anni anche la verifica del rendimento di combustione (prova dei fumi e rilascio bollino blu). Ma quanto costa a una famiglia italiana tenere la propria caldaia pulita e sicura? Una famiglia italiana paga mediamente per manutenzione ordinaria e controllo dei fumi 186 euro: Genova, la citta' piu' cara, ogni famiglia sostiene ogni due anni 262,30 euro, seguita da 4 citta' del Sud: Bari e Potenza con una spesa media pari 240,00 euro, Cagliari (230,00) e Napoli (225,00). Le meno care sono, invece, Catanzaro (120,00 euro), seguita da Ascoli Piceno e Benevento con una spesa di 135,00 euro. Infine, Roma a quota 160 euro si assesta al sesto posto delle meno care. Le famiglie del Nord e del Sud sostengono costi simili rispettivamente 204,70 e 186,60 euro, quelle del Centro, invece, hanno una spesa piu' contenuta pari a 156,4 euro.

Ponte sullo Stretto, la Sicilia lancia la sfida Commercialista Olbia


Commercialista Olbia
“Il Ponte non è in alternativa alle altre infrastrutture, ma funge da volano. Lo vogliamo perché è una conquista”. Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia, ha ribadito così la sua posizione in merito alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Lo ha fatto intervenendo al corteo organizzato dall’Mpa, il movimento autonomista di Raffaele Lombardo, che questa mattina ha manifestato in piazza Colonna, davanti palazzo Chigi. Cuffaro ha poi confermato “la disponibilità della Regione a usare i fondi 2007-2013 del programma comunitario Agenda 2000 per finanziare il Ponte”, quindi ha attaccato chi “come Pecoraro Scanio, Prodi e Rutelli hanno sempre sostenuto che il Ponte è un’iniziativa giusta. Perché – si è chiesto il governatore siciliano – ora hanno cambiato idea? Noi continueremo a chiedere il Ponte e le altre infrastrutture per l’Isola. Se il governo continuerà a negarle, dovrà dare spiegazioni a tutti i siciliani”. Anche il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani, esponente della Cdl siciliana, è intervenuto a piazza Colonna e ha colto l’occasione per un affondo all’esecutivo Prodi: “Il governo Prodi vuole colpire il Mezzogiorno perché non l’ha votato. Noi – ha proseguito Schifani – vogliamo lo sviluppo e porteremo la questione in Parlamento. Quelle aule sono la casa degli italiani dove adesso il presidente del consiglio Romano Prodi non vuole andare”. Presente anche il leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini che ha assicurato di sostenere la decisione di costruire il Ponte “per tre ordini di motivi: innanzitutto nessuno può discutere l'importanza strategica di un’opera che darebbe un'immagine diversa della Sicilia rispetto a tanti luoghi comuni; in secondo luogo ci sarebbe un ritorno occupazionale e infine, con buona pace di chi non l’ha capito, il ponte da solo non lo ha mai pensato nessuno. Pensiamo al ponte nell’ambito di un grande intervento infrastrutturale”. Quanto alla possibilità che si tenga un referendum popolare per arrivare a una decisione, Fini ha tirato in ballo la Tav: “Al di là degli aspetti giuridici, come è giusto che va sentita la pubblica opinione per la Torino-Lione, è altrettanto giusto sentire la pubblica opinione dei siciliani sul Ponte”.

Accesi i toni di Raffaele Lombardo, leader dell’Mpa: “Questa è la manifestazione di un popolo e non di un sindacato o di una categoria. È la manifestazione del popolo meridionale e siciliano in particolare, che manifesta perché rivendica ciò che gli spetta”. Quindi ha detto come sia “sacrosanto” che un’opera come il Ponte sullo stretto che “è finanziata, progettata, appaltata debba essere costruita” e non possa essere “liquidata con il no preconcetto di un ministro che prima di insediarsi esprime un punto di vista che non prevede appello”. Il leader autonomista ha poi proseguito: “Il no al Ponte sarebbe la controprova delle due Italie: noi oggi subiamo una cittadinanza di serie B. Se è vero che per la Val di Susa si concerta, si discute, non si può pretendere di dire un no secco e senza appello ai siciliani e ai meridionali. Ecco perché siamo qui per dimostrare civilmente, ragionevolmente ma anche con grande determinazione che questo è un sistema che non possiamo accettare anche perché – ha concluso il leader dell’Mpa – equivale all'inizio della nostra fine”. Ma il modo in cui si è svolta la manifestazione non ha convinto Roberto Giachetti, deputato dell’Ulivo, che ha bollato come “irresponsabile” il comportamento di Lombardo, Schifani e Alemanno, presente anche lui in piazza Colonna. “Per cavalcare la legittima manifestazione degli abitanti di Sicilia e Calabria a favore della costruzione del Ponte sullo Stretto – ha accusato Giachetti – gli esponenti della destra non hanno esitato a forzare il blocco prendendosi a spintoni con le forze dell’ordine, chiamate a garantire la sicurezza dell’area di piazza Colonna, e hanno portato la folla fin sotto l’ingresso di Palazzo Chigi. Si tratta – ha concluso il deputato dell’Ulivo – di una condotta indegna da parte di rappresentanti delle istituzioni, alcuni dei quali si trovano al governo degli enti locali. Altro che manifestazione di popolo, questi sono atti di stampo fascista”.

Mentre infiamma la polemica, intanto, il dibattito sul ponte di Messina diventa un documentario video. Venerdì prossimo, 22 settembre, a Santa Flavia (Palermo) sarà proiettato Lo Stretto obbligato, un filmato di 50 minuti che contiene interviste a esperti, esponenti dell’ambientalismo e del mondo dell’economia, ma anche a gente comune che vive in riva allo Stretto. Tra le “voci” ascoltate, ci sono anche quella dell’associazione “Voglia di Ponte” e quella del “Movimento No Ponte”, di cui vengono riprese le manifestazioni con il sottofondo musicale del brano Terra ca nun senti di Rosa Balistreri. Al momento, per l’inchiesta giornalistica in dvd – realizzata in un anno e mezzo di lavoro dai messinesi Carlo Sisalli ed Edoardo Morabito (il primo ha firmato la fotografia, il secondo il montaggio) – è destinata a far discutere per i contenuti che tratta, e finora è stata proiettata solo al Parco letterario Horcynus Orca di Messina, che dà spazio alle opinioni sia favorevoli sia contrarie alla grande infrastruttura. Venerdì, il documentario sbarcherà a Santa Flavia nell’ambito del “Solunto festival visioni acquatiche”, il primo festival internazionale di cinema e fotografia del mare organizzato dal consorzio Metropoli Est. Sisalli e Morabito hanno già all’attivo diversi lavori. Sisalli ha, fra l’altro, curato la fotografia del documentario Approdo Italia, prodotto da Esperia film per Raitre e vincitore del premio giovani Ilaria Alpi 2005. Morabito, montatore diplomato alla Scuola nazionale di cinema, è allievo di Roberto Perpignani (uno dei montatori italiani più noti, collaboratore di Orson Welles) e di Frederick Wiseman, documentarista americano di fama mondiale.

Auto aziendali, entro il 15 dicembre le domande Commercialista Olbia


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Piano d’azione rapido del Governo dopo la bocciatura da parte della Corte di giustizia europea del regime italiano di indetraibilità dell’Iva sui veicoli aziendali. Il Consiglio dei ministri, in una riunione straordinaria presieduta dal ministro dell'Interno Amato, ha, infatti, varato un decreto legge con «Disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea in data 14 settembre 2006, n. 228/05, in materia di Iva» che fissa al 15 dicembre 2006 la scadenza per chiedere i rimborsi. Il Governo, insomma, prende tempo ed evita l’ondata di richieste di compensazione per ottenere immediatamente le somme dovute. Il decreto legge, che entra in vigore già oggi, prevede che entro 45 giorni sia approvato il modello per avanzare la richiesta all’Erario. Con lo stesso provvedimento (si tratta di un decreto del direttore dell'Agenzia delle entrate, saranno indivudati dati e documenti da indicare nell'istanza di rimborso. Il testo del provvedimento precisa che «per evitare ingiustificati arricchimenti i dati hanno a oggetto anche altri tributi rilevanti ai fini della complessiva determinazione delle somme eventualmente spettanti». Il testo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre 2006 n. 258, è entrato in vigore il 15 settembre 2006.

«Il decreto è stato varato - spiega il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco - per evitare che si andasse a un disordinato meccanismo di autocompensazione. Si è intervenuti con un decreto di urgenza in relazione a una sentenza arrivata a ridosso di una scadenza tributaria».
Il no dei giudici europei a un regime che da transitorio si è trasformato in permanente (dura da 27 anni) potrebbe causare nelle casse dell’Erario un buco stimato in oltre 10 miliardi di euro. I giudici comunitari non hanno, infatti, accolto la richiesta dello Stato italiano di limitare gli effetti della decisione nel tempo. «Gestiremo l'ennesima pillola avvelenata - dice il viceministro Visco - che il precedente governo ci ha lasciato».
Lo stesso Vincenzo Visco si è messo immediatamente in azione per evitare un buco immediato nelle entrate e per individuare le misure compensative equivalenti per far fronte alle ripercussioni finanziarie «di pesante entità e non eludibili» della sentenza sulle casse affaticate dello Stato. Per ora le soluzioni sono ancora allo studio.

«Siamo bravi, ma non siamo stati in grado in 12 ore di trovare soluzioni». Visco pur non quantificando le cifre, ha detto che si tratterà di un buco per l'Erario di «parecchi miliardi», cifra per la quale «non è uno scherzo» individuare misure compensative. «Faremo i calcoli - spiega Visco - e studieremo soluzioni. Non è che sia terribilmente complicato. Stiamo lavorando».

Il problema, secondo Visco, «si poteva risolvere dal 2001 al 2004» La procedura era stata avviata dal Governo Amato che aveva portato l’indetraibilità dal 100% al 90% con l'accordo di portare la detraibilità al 100% come prevede la sesta direttiva sul'Iva. Invece, dice Visco, «in questi anni non è accaduto nulla. Si può pensare a imperizia, trascuratezza, incompetenza o più semplicemente alla irresponsabilità del governo precedente».
La Corte di Giustizia europea, dopo aver condannato l' Italia sulla detraibilità dell' Iva per le
auto aziendali, dovrà ora emettere la sentenza sull' Irap, che è sotto esame per valutare la sua compatibilità con l' Iva. «Per l' Irap che è stata chiamata in causa per valutare la doppia imposizione rispetto all' Iva - sottolinea il vice ministro Vincenzo Visco - attendiamo fiduciosi la sentenza. C'è stata una autorizzazione dell' Ue e poi, come dimostrano molti studi, non ha nulla a che fare con l' Iva».

Damiano: «Taglio del cuneo del 60% alle imprese e del 40% ai lavoratori» Commercialista Olbia


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Taglio del cuneo fiscale per il 60% in favore delle aziende, per il 40% dei lavoratori.
Lo ha confermato il ministro del Lavoro Cesare Damiano nel tavolo di confronto tra Governo, sindacati, imprese, regioni ed enti locali sulle politiche per lo sviluppo, che si è svolto a palazzo Chigi in vista della Finanziaria per il 2007. «La manovra sul cuneo fiscale - dice il ministro Damiano - è un motore molto forte che può dare una significativa scossa al Paese: da una parte guarda a una ripresa della competitività e alla produttività del sistema, dall’altra alla qualità del lavoro e della risorsa umana e al sostegno al reddito, soprattutto a quello maggiormente colpito in questi anni». I 2 punti di taglio del cuneo fiscale destinati al mondo del lavoro, però, non andranno automaticamente in busta paga. «È in corso - sottolinea il ministro Damiano - una discussione sul loro utilizzo».
Si va, dunque, nella direzione di un intervento di 5 punti di cuneo fiscale a partire dal 2007. Spinta verso la competitività delle imprese da una parte, ma anche qualificazione del lavoro. «Non si tratta - spiega il ministro del Lavoro Damiano - di tornare all’idea del posto fisso, ma di evitare la precarizzazione del lavoro». Si punta, dunque, a una modifica strutturale delle nuove assunzioni. «Escludiamo - dice Damiano - di intervenire sui contributi previdenziali nel taglio del cuneo fiscale».
Il Governo ha confermato come «criterio di selezione» per l'accesso al beneficio che le assunzioni siano a tempo indeterminato: sarà favorito, dunque, chi tramuta i contratti precari in definitivi. «Sulla selettività a favore dei contratti a tempo indeterminato abbiamo chiesto al Governo di fare attenzione al settore del turismo - dice Emma Marcegaglia, vicepresidente di Confindustria con delega al territorio - che potrebbe essere penalizzato».
Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni si é detto soddisfatto per il taglio del cuneo fiscale che sarà attribuito per il 40% ai lavoratori, come annunciato dal ministro Damiano. «Sarà - sottolinea Bonanni - una boccata d'ossigeno per i lavoratori dipendenti». Bonanni ha anche sottolineato che esiste il problema del Sud dove, oltre al cuneo fiscale, andrebbe introdotta la fiscalità di vantaggio e il credito imposta.
La Finanziaria, ha confermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta sarà di circa 30 miliardi di euro e «conterrà una parte di rigore, ma anche una parte significativa di sviluppo, che sarà presumibilmente intorno ai 15 miliardi di euro». Di questi 15 miliardi dedicati allo sviluppo, 9 saranno destinati all'operazione cuneo fiscale: 5,4 miliardi ai datori di lavoro, 3,6 ai lavoratori.
Previsto anche l’innalzamento dei contributi per il lavoro subordinato, un intervento forte sul lavoro nero, l’obbligo di comunicare le assunzioni almeno due giorni prima dell’inizio. Seguirà l’apertura di un tavolo sul mercato del lavoro.
Si punta l’obiettivo anche al riordino degli incentivi. «Abbiamo chiesto - sottolinea Emma Marcegaglia - di mettere mano al riordino degli incentivi oggi dispersi, già in questa Finanziaria. Noi vogliamo che nel riordino ci sia una partecipazione importante delle imprese e anche una più chiara definizione dei ruoli tra Stato e impresa». Il vicepresidente di Confinsustria Emma Marcegaglia ritiene, inoltre, fondamentale una continuità con gli strumenti in essere, evitando dirigismi.
Fra le novità emerse nell’incontro l’istituzione di un nuovo paniere più popolare che, secondo il ministro per lo Sviluppo economico Pierluigi Bersani, dovrebbe servire a difendere il potere d’acquisto. «Staremo attenti a fare manovre redistributive - dice Bersani - e abbiamo intenzione avere attenzione in particolare per il paniere».
Il ministro Bersani ha anche spiegato che sulle infrastrutture si sta facendo l'operazione verità, specificando che «ci sono criticità forti da affrontare su Fs e Anas» e, per quanto riguarda le grandi opere, è necessario riclassificare le priorità, riducendo il budget da 150 a 20 miliardi. «Stiamo riselezionando le prioritá - dice Bersani - e oltre alle cose normali,come la manutenzione ordinaria e straordinaria delle ferrovie, anche interventi sui sistemi delle concessioni per recuperare risorse» Il ministro ha anche specificato che nel rapporto con region ed enti locali il Governo garantirà flessibilità.
Avanti anche sul fronte delle liberalizzazioni e sui fondi pensione. «Con la Finanziaria - dice Bersani - innesteremo nuove politiche economiche, che non saranno comprese tutte in Finanziaria, ma in qualche caso saranno definite dalla legislazione a lato».
Al tavolo di confronto si sono seduti per il Governo i ministri Pierluigi Bersani (Sviluppo economico) e Cesare Damiano (Lavoro), il vice ministro all'Economia Vincenzo Visco e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta. Per Cgil, Cisl e Uil i tre segretari generali Guglielmo Epifani, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti.