venerdì, febbraio 16, 2007

Uil, dalle addizionali Irpef aggravi fino a oltre 300 euro Commercialista Olbia

Commercialista Olbia ROMA - Un aumento medio del 33 per cento pari a 28 euro per le addizionali comunali Irpef. E' quanto risulta dalle stime elaborate dalla Uil sulla base delle scelte operate da 60 Comuni capoluogo di provincia, che hanno approfittato della possibilità offerta dalla Finanziaria di aumentare le aliquote fino allo 0,8 per cento, e senza il vincolo dello 0,2 per cento annuo. Un dato medio che, precisa subito il segretario confederale Guglielmo Loy, "è come il mezzo pollo di Trilussa", e che tiene conto di realtà molto distanti tra di loro. Si va infatti dall'aumento di 164 euro a Trieste e Siena ai 24 euro di Forlì. Se poi si guarda alle varie classi di reddito le differenze sono ancora più nette, figlie, osserva Loy, "di un federalismo di fatto delle Regioni italiane". Per esempio, ancora a Trieste e Siena la differenza tra addizionale 2006 e 2007 arriva fino a 240 euro per chi ha un reddito lordo di 40.000 euro. Le scelte dei Comuni Sui 69 comuni capoluogo presi in esame dall'indagine Uil, 22 (il 36,7 per cento) hanno aumentato l'aliquota. Tra questi, due hanno introdotto l'addizionale per la prima volta. L'aliquota media che verrà applicata quest'anno è dello 0,41 per cento, contro lo 0,3 per cento del 2006. L'aumento più consistente è quello di Trieste e Siena, che passano dallo 0,2 allo 0,8 per cento, ma ci sono aumenti ovunque. Dei 9,2 milioni contribuenti del campione, 4,1 pagheranno di più, e 127.000 pagheranno per la prima volta la maggiorazione Irpef.
L'aggravio delle addizionali regionali Alle addizionali comunali, rileva ancora la Uil, vanno poi aggiunge quelle regionali, che, sempre rispetto al campione preso in considerazione (le 60 città capoluogo) si traducono in un aumento medio di 137 euro per i contribuenti delle regioni Molise e Sicilia e di 126 euro per quelli dell'Emilia Romagna. Anche i contribuenti dell'Abruzzo, Lazio e Campania, ricorda lo studio, "hanno subito nel 2006 un aumento automatico delle aliquote allo 0,5 per cento, per effetto dello sforamento del deficit sanitario, che si traduce in un aumento medio di 137 euro annui". Più tasse per la soppressione delle deduzioni Non è finita: al maggiore carico per i lavoratori dipendenti e i pensionati contribuisce anche la soppressione operata dalla Finanziaria delle deduzioni per carichi di famiglia, sostituite dalle detrazioni d'imposta. "In pratica si pagheranno più tasse - spiega Loy - perchè prima le deduzioni riducevano l'imponibile. Adesso l'aliquota si calcola su tutto il reddito, e solo successivamente opera la detrazione". Risultato, un aumento del 10 per cento del gettito totale a favore di Regioni e Comuni. I contribuenti maggiormente penalizzati Tenendo conto della combinazione tra addizionale regionale e addizionale comunale, gli aggravi sono piuttosto consistenti. A Ravenna in media i contribuenti pagheranno 235 euro in più, a Bologna, Modena, Rimini e Ferrara 208. Ma questi sono valori medi: risultano estremamente penalizzate già le fasce di reddito medio-basse. Per esempio se si considera la fascia di 27.000 euro lordi annui, a Ravenna si pagano 243 euro in più, a Rimini e Modena 216, a Palermo e Parma 189, a Siena 192. Se si guarda alla fascia reddituale di 40.000 euro, gli aumenti possono superare ampiamente i 300 euro. Annullati i benefici della rimodulazione Irpef Dal momento che le addizionali non sono progressive, e gravano allo stesso modo sui redditi bassissimi e su quelli altissimi, il risultato, fa notare la Uil, è quello di appiattire gli effetti della rimodulazione dell'Irpef, che si prefiggeva di ridurre la tassazione a favore dei redditi bassi e medi. "In alcuni comuni - spiega Loy - il risparmio ottenibile con la rimodulazione dell'Irpef è a rischio già a partire dalla fascia di reddito di 25.000 euro. Per esempio in Emilia Romagna, o in Molise, e in tutte le regioni che presentano il deficit nella Sanità, e hanno avuto quindi l'aumento automatico dell'addizionale regionale". Le proposte della Uil Un risultato iniquo, e che andrebbe corretto: a questo proposito la Uil ha messo a punto alcune proposte, tese a difendere il potere d'acquisto delle categorie maggiormente colpite da questi aumenti, e cioè lavoratori dipendenti e pensionati. "Nel caso in cui la decisione degli enti locali sia irreversibile, e noi speriamo di no - dice Loy - proponiamo una serie di strumenti che possono comunque rendere tollerabile l'utilizzo di questa leva. Il primo è l'esenzione di alcune categorie di reddito: si potrebbe introdurre una deduzione di 8.000 euro rivolta solo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Tale soglia di esenzione andrebbe determinata sul reddito derivante dalla dichiarazione Isee, che tiene conto della ricchezza reale. Riteniamo infine corretto e opportuno introdurre, anche per l'addizionale comunale Irpef, la progressività per scaglioni di reddito".

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