lunedì, ottobre 30, 2006

Indetraibilità dell'Iva: lo speciale con sentenza ed esempi

Commercialista Olbia Piano d’azione rapido del Governo dopo la bocciatura da parte della Corte di giustizia europea del regime italiano di indetraibilità dell’Iva sui veicoli aziendali. Il Consiglio dei ministri, in una riunione straordinaria presieduta dal ministro dell'Interno Amato, ha, infatti, varato un decreto legge con «Disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea in data 14 settembre 2006, n. 228/05, in materia di Iva» che fissa al 15 dicembre 2006 la scadenza per chiedere i rimborsi. Il Governo, insomma, prende tempo ed evita l’ondata di richieste di compensazione per ottenere immediatamente le somme dovute. Il decreto legge, che entra in vigore già oggi, prevede che entro 45 giorni sia approvato il modello per avanzare la richiesta all’Erario. Con lo stesso provvedimento (si tratta di un decreto del direttore dell'Agenzia delle entrate, saranno indivudati dati e documenti da indicare nell'istanza di rimborso. Il testo del provvedimento precisa che «per evitare ingiustificati arricchimenti i dati hanno a oggetto anche altri tributi rilevanti ai fini della complessiva determinazione delle somme eventualmente spettanti». Il testo, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 settembre 2006 n. 258, è entrato in vigore il 15 settembre 2006.

«Il decreto è stato varato - spiega il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco - per evitare che si andasse a un disordinato meccanismo di autocompensazione. Si è intervenuti con un decreto di urgenza in relazione a una sentenza arrivata a ridosso di una scadenza tributaria».
Il no dei giudici europei a un regime che da transitorio si è trasformato in permanente (dura da 27 anni) potrebbe causare nelle casse dell’Erario un buco stimato in oltre 10 miliardi di euro. I giudici comunitari non hanno, infatti, accolto la richiesta dello Stato italiano di limitare gli effetti della decisione nel tempo. «Gestiremo l'ennesima pillola avvelenata - dice il viceministro Visco - che il precedente governo ci ha lasciato».
Lo stesso Vincenzo Visco si è messo immediatamente in azione per evitare un buco immediato nelle entrate e per individuare le misure compensative equivalenti per far fronte alle ripercussioni finanziarie «di pesante entità e non eludibili» della sentenza sulle casse affaticate dello Stato. Per ora le soluzioni sono ancora allo studio.

«Siamo bravi, ma non siamo stati in grado in 12 ore di trovare soluzioni». Visco pur non quantificando le cifre, ha detto che si tratterà di un buco per l'Erario di «parecchi miliardi», cifra per la quale «non è uno scherzo» individuare misure compensative. «Faremo i calcoli - spiega Visco - e studieremo soluzioni. Non è che sia terribilmente complicato. Stiamo lavorando».

Il problema, secondo Visco, «si poteva risolvere dal 2001 al 2004» La procedura era stata avviata dal Governo Amato che aveva portato l’indetraibilità dal 100% al 90% con l'accordo di portare la detraibilità al 100% come prevede la sesta direttiva sul'Iva. Invece, dice Visco, «in questi anni non è accaduto nulla. Si può pensare a imperizia, trascuratezza, incompetenza o più semplicemente alla irresponsabilità del governo precedente».
La Corte di Giustizia europea, dopo aver condannato l' Italia sulla detraibilità dell' Iva per le
auto aziendali, dovrà ora emettere la sentenza sull' Irap, che è sotto esame per valutare la sua compatibilità con l' Iva. «Per l' Irap che è stata chiamata in causa per valutare la doppia imposizione rispetto all' Iva - sottolinea il vice ministro Vincenzo Visco - attendiamo fiduciosi la sentenza. C'è stata una autorizzazione dell' Ue e poi, come dimostrano molti studi, non ha nulla a che fare con l' Iva».

DECRETO-LEGGE 15 settembre 2006, n. 258
Disposizioni urgenti di adeguamento alla sentenza della Corte di
giustizia delle Comunita' europee in data 14 settembre 2006 nella
causa C-228/05, in materia di detraibilita' dell'IVA. (GU n. 215 del 15-9-2006)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;
Visti gli articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti la detrazione
dell'imposta sul valore aggiunto (IVA);
Vista la sentenza della Corte di giustizia delle Comunita' europee
in data 14 settembre 2006 nella causa C-228/05;
Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di emanare
disposizioni per l'adeguamento alla suddetta sentenza della Corte di
giustizia;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 15 settembre 2006;
Sulla proposta del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri;

E m a n a

il seguente decreto-legge:

Art. 1.

1. Ai fini dell'attuazione della sentenza della Corte di giustizia
delle Comunita' europee del 14 settembre 2006 nella causa C-228/05, i
soggetti passivi che fino alla data del 13 settembre 2006 hanno
effettuato acquisti ed importazioni di beni e servizi indicati
nell'articolo 19-bis1, comma 1, lettere c) e d), del decreto del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, presentano in
via telematica entro il 15 dicembre 2006, a pena di decadenza,
apposita istanza di rimborso, utilizzando uno specifico modello, da
approvarsi entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in
vigore del presente decreto con provvedimento del Direttore
dell'Agenzia delle entrate. Con il medesimo provvedimento sono
individuati i dati e i documenti che devono essere indicati o
predisposti a fondamento dell'istanza di rimborso. Al fine di evitare
ingiustificati arricchimenti, i dati hanno ad oggetto anche gli altri
tributi rilevanti ai fini della complessiva determinazione delle
somme effettivamente spettanti.
2. Sono in ogni caso escluse le procedure di detrazione e di
compensazione dell'imposta sul valore aggiunto di cui agli
articoli 19 e seguenti del decreto del Presidente della Repubblica
26 ottobre 1972, n. 633, ed all'articolo 17 del decreto legislativo
9 luglio 1997, n. 241.
Art. 2.

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e
sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.

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