giovedì, settembre 07, 2006

Padoa Schioppa vuole classi più numerose per tagliare le cattedre


Commercialista Olbia
ULTIMI scampoli di vacanze, poi da lunedì prossimo, a scaglioni, al via l’operazione rientro in classe. Intanto si torna a parlare di tagli alla scuola previsti dalla manovra finanziaria 2006. Sulla Finanziaria il ministro della Pubblica Istruzione ha fatto sapere: «Non chiedo un euro in più, ma la possibilità di gestirli in maniera diversa». I sindacati del settore, invece, promettono fuoco e fiamme: «Ci opporremo in tutti i modi ai tagli di posti». Lo strano idillio che ha caratterizzato finora i rapporti tra le organizzazioni sindacali e il numero uno del dicastero di Viale Trastevere potrebbe interrompersi bruscamente. Fioroni deve risolvere, al più presto, i nodi del precariato e del rinnovo del contratto: altrimenti sono guai. E le manifestazioni a catena che hanno caraterizzato la precedente gestione Moratti potrebbero ripetersi. Intanto a farne le spese di un eventuale contrazione del numero di posti non sarebbe il personale di ruolo in servizio ma quello precario che avrebbe meno posti a disposizione sia per le promesse immissioni in ruolo sia per le nomine. Aleggia come uno spettro inquieto sulle teste dei diretti interessati la proposta del ministro Padoa Schioppa di accorpare più classi per risparmiare sulle cattedre. Attualmente il numero medio di alunni per classe vede la scuola dell'infanzia con il rapporto più alto (22,9 bambini per sezione). In base ai dati divulgati da Tuttoscuola nella scuola primaria il rapporto è di 18,6 alunni/classe; l'innalzamento di un punto, per ipotesi, del rapporto porterebbe alla chiusura di oltre 7 mila classi e alla riduzione di quasi 13 mila posti. Nella scuola secondaria di I grado il rapporto è di 20,9 alunni/classe; l'innalzamento di un punto del rapporto porterebbe alla chiusura di circa 3.500 classi e alla riduzione di 7.800 posti. Nel secondo grado il rapporto attuale è di 22 studenti/classe (era 21,7); l'innalzamento di un punto porterebbe alla chiusura di 5.100 classi e alla riduzione di 10.100 posti docente. I paventati tagli preoccupano pure gli studenti. Alternativa studentesca (As), associazione che siede al Forum nazionale degli studenti, lancia l'allarme: «Fioroni - si legge in una nota - si preoccupa tanto di ottenere la compiacenza degli insegnanti, ma non sembra minimamente interessato ai disservizi verso gli studenti che i tagli alla scuola previsti in finanziaria finiranno con il provocare». Anche loro promettono battaglia. As, «al pari di altre associazioni di genitori e studenti, di chi, cioè, vive realmente la scuola, esprimerà nelle sedi opportune tutta la sua preoccupazione verso questa progressiva destrutturazione del sistema formativo italiano». N. P.

2 commenti:

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E Padoa-Schioppa è già sotto tutela

A vederli così, seduti uno al fianco dell'altro a Palazzo Chigi, sembrano una coppia perfetta. Eppure, fra Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa qualcosa si è incrinato. Seppure venga smentito dagli uomini del premier, sembra che Romano non sapesse nemmeno dell'intenzione del ministro dell'Economia di ridurre l'entità della legge finanziaria da 35 a 30 miliardi. E quando l'ha scoperto - dicono sempre queste voci - sembra non sia stato proprio contento.
Quei cinque miliardi di maggiori entrate sarebbero tornati utili durante il dibattito parlamentare della legge finanziaria. Avrebbero rappresentato quello che, in termine tecnico, gli esperti di finanza pubblica chiamano «vol au vent»; insomma, risorse che potevano essere utilizzate per dare copertura a qualche emendamento della maggioranza.
Invece, Padoa-Schioppa si è «bruciato» subito questi cinque miliardi; e con essi il «vol au vent». «Fidatevi - dicono i pro-Padoa dello schieramento prodiano - ci sono altre risorse per gli emendamenti. Le entrate stanno andando “alla grande”». Lo scetticismo, però, si diffonde più della gramigna. E più della gramigna rischia di attecchire.
In particolare, gli spifferi di Palazzo Chigi dicono anche che qualcuno dell'entourage del presidente del Consiglio non veda di buon occhio le posizioni «anelastiche» di Padoa-Schioppa. Soprattutto in materia di pensioni. Temono che il ministro dell'Economia stia giocando una partita tutta sua all'interno del governo. Così, da punta di diamante dell'esecutivo, il ministro rischia di diventare un «problema da gestire».
Tanto da far partire un'operazione che segue una strategia precisa:

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Padoa Schioppa gira il conto a malati e anziani

di LAURA DELLA PASQUA
PRODI ostenta ottimismo quando esce dal lungo Consiglio dei ministri sulla Finanziaria ma non può negare quello che alcuni ministri non riescono e soprattutto non vogliono nascondere. Ovvero che c’è stata maretta e che è cominciato quel prevedibile tira e molla sulle cifre e sui contenuti con la sinistra di Rifondazione e dei Comunisti. Il ministro dell’Economia Padoa Schioppa, nell’illustrare le linee guida della manovra eocnomica, ha messo subito i paletti richiamando gli impegni presi con Bruxelles e sottolineando l’impossibilità sia di scendere sotto i 30 miliardi quale cifra complessiva tra rigore e sviluppo, sia di diluire in due anni l’obiettivo di abbassare al 2,8% il rapporto tra deficit e pil. Questo resta confermato al 2007. Il che significa, ha ribadito Padoa Schioppa, che l’entità della Finanziaria non può essere più oggetto di confronto politico come chiede il ministro Ferrero, e resterà di 30 miliardi. Impossibile quindi aprire una trattativa con Bruxelles. «Siamo uno dei Paesi con il più alto contenzioso per infrazioni compiute», ricorda il ministro, sottolineando che in questo quadro «non ci sono assolutamente le condizioni» per uno sconto». Ma a fare da guardiano ai conti non c’è solo Bruxelles. «Ci sono altri fattori che impediscono di spalmare la manovra - dice Padoa Schioppa - Non sarebbe capito dai mercati e porterebbe l'Italia in una situazione di difficoltà non solo con organismi internazionali dove la credibilità è essenziale». Poi ha spiegato che la riduzione della manovra dagli originari 35 miliardi è stata possibile perchè c’è stato un maggior gettito fiscale di 5 miliardi. «Abbiamo fatto bene i conti. Nessuno prova a reperire risorse per 35 miliardi quando ne bastano 30. Questo è il senso». Prodi ha invece sottolineato che è arrivato un «incoraggiante messaggio per la lotta all'evasione che abbiamo intrapreso e che proseguiremo nel futuro». La manovra che, dice il premier, sarà di «rigore e sviluppo» sarà sottoposta a un «ampio dibattito con le parti sociali». Ma su questo Padoa Schioppa ha aggiunto che la concertazione se pure tende alla «condivisione generale» non può diventare una camicia di forza «non è condicio sine qua non per procedere». Il ministro non scopre le carte su quali saranno i contenuti della manovra. Uno dei temi più caldi, la riforma delle pensioni con l'abbattimento dello scalone, non viene toccato se non per definire il sistema previdenziale «fortemente squilibrato» a svantaggio dei giovani soprattutto di coloro che hanno un lavoro precario. «I miei figli -aggiunge il ministro- lavorano in un mondo flessibile che non consente loro di crearsi un sistema pensionistico». Padoa Schioppa lascia intendere che saranno messe le ganasce alla spesa. Per realizzare la Finanziaria 2007 «la vera sfida è il reperimento delle risorse», che avverrà «il più possibile attraverso il contenimento della spesa», dice Padoa-Schioppa, sottolineando che questa operazione «comporta andare a rivedere in profondità i meccanismi che generano spesa, ovvero le funzioni dello Stato centrale, degli enti locali e del sistema previdenziale e sanitario». Passando ai capitoli di spesa della manovra, il ministro chiarisce che le risorse destinate allo sviluppo ammonteranno a 14 miliardi. «Portando il rapporto deficit-Pil al 2,8% nel 2007 si dispone di un punto di Pil per lo sviluppo», spiega il ministro riferendo che nel Consiglio dei ministri «non è entrato nel merito delle misure da adottare». Quello che è certo, aggiunge Padoa-Schioppa, è che «la somma delle aspirazioni sarà sicuramente superiore ai 14 miliardi, ma questo fa parte del dibattito che ogni anno accompagna la Finanziaria».