lunedì, settembre 11, 2006

Iva su autovetture, da Corte Ue rischio buco erario 10 mld - Csp Commercialista Olbia


Commercialista Olbia
ROMA (Reuters) - Il Centro studi Promotor stima un buco di 10 miliardi nei conti pubblici se l'Unione europea condannerà il prossimo 14 settembre l'Italia nella vertenza sulla detraibilità dell'Iva sulle autovetture.

"Con ogni probabilità l'Italia verrà condannata e la sentenza dovrebbe avere effetto retroattivo immediato per tutti i contribuenti interessati dal 2003", spiega una nota del Csp.

Il Centro determina in 2,514 miliardi il minor gettito per anno a regime e moltiplica per quattro questo risultato per tener conto della retroattività.

Il risultato è 10,056 miliardi, "l'entità dell'impatto negativo immediato che la sentenza della Corte di Giustizia europea potrebbe avere sui conti dello Stato", continua la nota.

Oggi i soggetti titolari di partita Iva, aziende e liberi professionisti, possono scaricare dalle tasse fino al 15% dell'imposta, mentre le "spese di esercizio" - benzina, gomme, olio, manutenzione e riparazioni - non sono detraibili.

La sentenza della Corte di Giustizia europea è attesa per giovedì prossimo, 14 settembre.

1 commento:

Finanzas Forex ha detto...

Sull'Iva delle auto il Tesoro rischia un buco da 10 miliardi

Le finanze pubbliche rischiano presto di trovarsi a fare i conti con un improvviso buco di ben 10 miliardi di euro.


Giovedì prossimo infatti la Corte di giustizia europea dovrebbe bocciare la legge italiana sulle limitazioni alla detraibilità Iva delle auto. La decisione europea avrebbe un comportamento retroattivo, riguarderebbe cioè gli ultimi quattro anni: un'indagine del centro studi Promotor per il Sole 24 ore ha stimato in 10.056 miliardi di euro il danno per le casse statali. Alla base di questo calcolo c'è l'ipotesi che, dopo la sentenza, l'Iva diventi detraibile al 50% sia sulle autovetture sia sugli acquisti di beni e servizi necessari per utilizzare le auto. Promotor ha infatti quantificato in 19,8 miliardi di euro la spesa per l'acquisto di vetture che dovrebbero essere interessate dalla sentenza. L'Iva attualmente detraibile su queste auto ammonta a 495 milioni, ma, dopo la bocciatura della Corte, la somma potrebbe salire a 1,650 miliardi, con una diminuzione di gettito per l'erario di 1,155 miliardi su base annua. Il Centro Studi ha anche determinato per il parco circolante interessato dalla sentenza l'entità della spesa annua per i principali costi d'esercizio sui quali l'Iva è attualmente indetraibile. La spesa totale annua per le voci considerate (consumo di carburante, manutenzione, riparazioni, pneumatici, pedaggi autostradali) è stata quantificata su base annua in 20,330 miliardi, di cui 3,390 costituiti da Iva indetraibile, che se diventasse detraibile al 50%, determinerebbe un minor gettito per l'erario di 1,695 miliardi. A parziale consolazione per il fisco italiano c'è il recupero di 336 milioni su base annua: l'introduzione della detraibilità dell'Iva per i costi d'esercizio determina infatti un corrispondente aumento della base imponibile agli effetti delle imposte sul reddito. Tenuto conto di tutte queste componenti (i 1,155 miliardi di minor gettito Iva per gli acquisti di autovetture, i 1,695 il minor gettito sui costi d'esercizio e detraendo dal risultato gli 0,336 miliardi di recupero di imposte sul reddito) si arriva a un totale su base annua di 2,514 miliardi che, moltiplicato per i 4 anni di retroattività immediata, diventa la cifra prevista inizialmente, ovvero un pesante ammanco di 10,056 miliardi per le casse statali.