lunedì, febbraio 19, 2007

Aumento tasse locali, CNA: "Dopo il danno, la beffa" Commercialista Olbia

Commercialista Olbia Non solo l’invito formulato dalle parti economiche – associazioni e sindacati – a non aumentare le irpef comunali è andato disatteso (nella nostra provincia solo nove comuni su 47 non sono intervenuti sull’addizionale Irpef), ma l’incremento è stato fatto in modo eterogeneo, costringendo le imprese a spendere rilevanti risorse per adeguarsi alle diverse imposizioni.

CNA ha calcolato l’incidenza delle aliquote nazionali, regionale (aumentata rispetto all’anno scorso in modo variabile tra lo 0,2 e lo 0,5%) e locali (ipotizzando un aumento medio di quest’ultima dello 0,3%) al variare del reddito, nel caso di un lavoratore autonomo senza carichi familiari.

Di fatto, per un lavoratore autonomo le addizionali regionali e comunali – in quest’ultimo caso nell’ipotesi, lo ribadiamo, di un aumento dello 0,3% - annullano la minore Irpef nazionale intorno ai 21.500 euro di reddito lordo.

E la situazione non è molto migliore per i pensionati. Tra questi ultimi, infatti, il reddito in cui le addizionali annullano i minori oneri nazionali si aggira intorno ai 18.500 euro chi ha meno di 75 anni, e nuovamente ai 21.500 euro per chi ha più di 75 anni.

Viene da chiedersi se gli enti locali, prima di disegnare le proprie “”finanziarie” tengano conto di questi calcoli. Oppure, se, al contrario, non ci si basi soltanto sulle ragioni di cassa. Che, tradotto, significa compensare le uscite non già attraverso manovre strutturali in grado di migliorare l’efficienza delle macchine amministrative – servizi inclusi, ma agendo sulla leva delle tasse. Del resto la richiesta di un abbattimento della burocrazia va anche in questa direzione. Esempi negativi, purtroppo, non mancano. Come gli sportelli di sostegno alle nuove imprese (guarda caso, un’attività svolta anche delle associazioni di categoria), che costano soldi a fronte di risultati che potrebbero arrivare a costo zero con opportuni convenzionamenti proprio con le associazioni.

Ma oltre al danno – l’aggravio impositivo – c’è la beffa che attende le imprese, che sono alle prese con le difficoltà amministrative che fanno riferimento all’elaborazione delle buste paga. Di ogni dipendente, infatti, occorre conoscere il comune di residenza attuale, quello dell’anno prima, verificare le aliquote di ciascun comune – e comuni limitrofi potrebbero avere aliquote anche molto differenti – versare l’Irpef dovuta, però a rate, facendo attenzione ai calcoli, perché le detrazioni (che l’anno scorso erano deduzioni), che valgano per l’Irpef statale non si applicano a quelle locale, e via dicendo. Insomma, all’inasprimento delle tasse si aggiungono i maggiori costi da sostenere per pagarle.

Non meno diversa è la situazione dell’Ici, un’imposta che ormai ha già raggiunto valori difficilmente superabili. Basti pensare che l’aliquota ordinaria – quella che comprende gli immobili dell’imprese – è passata da una media, riferita ai comuni modenesi, del 5,16% nel 1995 al 6,88% 2006. Qui l’unico elemento incoraggiante sta nel fatto che ulteriori aumenti sono improbabili, visto l’aliquota massima è fissata dalla legge al 7%. Peraltro nella nostra provincia sono 18 (su 47) i comuni che non applicano l’aliquota massima, e soltanto due quelli che stanno al di sotto del 6,5%.

E anche per questa imposta, al pari dell’Irpef, in merito a complessità c’è poco da scherzare, perché in questo caso le detrazioni variano ogni cento metri, mano a mano che si sposta da un comune all’altro.

Visto che l’invito a non aumentare le imposte locali è stato di fatto inascoltato – a parte rari casi come la Provincia e nove comuni – almeno che le amministrazioni si consultino per stabilire una certa omogeneità, quanto meno per area – delle proprie imposte principali, è appunto il caso di addizionale Irpef ed Ici, così da consentire alle imprese di rendere un po’ meno difficile la propria attività.

Per finire la Tarsu, l’anno scorso trasformata in tariffa. Bene, operazione condivisibile: è del tutto opportuno che ognuno paghi per i rifiuti che produce. Ma allora perché, nel 2007, applicare un aumento indiscriminato del 2,9% che non tiene conto dei singoli comportamenti virtuosi individuali? La realtà è che questa “tariffa” – considerato anche il regime di monopolio di questo mercato – è e rimana yuna tassa occulta che deve garantire un utile ai comuni. Alla faccia delle liberalizzazioni.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Raddoppia l’Irpef, ecco la novità uscita ieri, mercoledì 14 febbraio, in commissione Bilancio e Programmazione a Gallarate. Nessun cambiamento per l’ICI, ma l’addizionale Irpef passa dal 0,3 % allo 0, 55%, portando al comune 1.900.000€. Dopo aver approvato all’unanimità il contratto di servizio con Accam e dopo aver approvato l’adempimento ICI 2007, la commissione in sala giunta è passata a parlare del regolamento dell’addizionale Irpef. Il dottor Franco Caravati, dirigente del settore finanziario di Gallarate, ha illustrato il quadro. Non sono tanto le esigenze degli uffici ad incidere sulla spesa comunale, quanto il costo degli istituti di ricovero di minori ed anziani, l’aumento di spese per i servizi sociali, la vigilanza urbana, le scuole e il personale. Minori e anziani in particolare sono la voce più consistente delle uscite. Afferma Caravati: «C’è stato un incremento della spesa corrente incomprimibile di 3.500.000€. Questo è il motivo dell’aumento dell’Irpef». Davanti alla commissione, inoltre, il dottor Alberto Ramponi, capogruppo di Forza Italia, ha dichiarato: «C’è un automatismo tra finanziaria e organizzazione del bilancio: ci sono stati dei tagli e per rispettare il patto di stabilità abbiamo dovuto comprimer le spese». Se l’amministrazione comunale dà la colpa alla nuova finanziaria, che ha tolto soldi ai comuni, Pierluigi Galli, capogruppo dei Ds, chiede spiegazioni: «Non c’è un automatismo tra la finanziaria e questo aumento ingiustificato dell’Irpef. Occorre far chiarezza e interrogarsi sulle scelte fatte precedentemente dall’amministrazione». I Ds, quindi, chiedono un esame di coscienza su questo buco, secondo loro dovuto ai numerosi mutui accesi l’anno scorso. «Noi siamo contrari a questo aumento dell’Irpef: le scelte di grandeur dell’amministrazione ricadono adesso sulle tasche dei cittadini». Diversamente Caravati spiega: «Abbiamo aumentato l’Irpef per aumentare i servizi». Dopo l’approvazione dell’addizionale, la commissione ha iniziato a parlare del bilancio preventivo, ma la discussione vera e propria su questo punto è rimandata a mercoledì 21 febbraio alle 17.

Anonimo ha detto...

Ostra Vetere: sull'aumento dell'Irpef Bello si arrampica sugli specchi

Ecco un’altra delle decisioni dell’Amministrazione Bello che ricade sulle teste, anzi sulle tasche, dei cittadini di Ostra Vetere.

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dai consiglieri della Lista Per Ostra Vetere



Per il 2007 l’IRPEF passa dall’0,2 allo 0,8 per cento (+ 400% ). Le motivazioni sostenute con grande fantasia, durante il Consiglio Comunale, sono quelle di chi si arrampica sugli specchi perché non sa più che cosa fare per tentare di recuperare quello che ormai è irrecuperabile.

Il Sindaco, cerca alibi, incolpando principalmente la finanziaria dell’attuale governo. Tutto ciò ha davvero dell’incredibile! Dopo due anni e mezzo di sperpero del denaro pubblico; dopo una decisione, quella dell’anno scorso quando ancora c’era il governo Berlusconi, di aumentare tutte le tasse e le tariffe del Comune in modo sconsiderato (TARSU: + 50% abitazioni + 100% attività produttive) per cercare di coprire alcuni buchi che si erano creati… ecco ora la decisione dell’aumento dell’IRPEF.

I problemi finanziari, nel nostro Comune, sono cominciati con questa Amministrazione che sta gestendo le finanze in modo irresponsabile; gli sperperi di questi anni sono la causa delle condizioni di necessità in cui si trova il bilancio di Ostra Vetere, altro che la finanziaria di Prodi! Nel documento delle linee guida di programmazione economica, presentato dall’Amministrazione, si colgono evidenti contraddizioni, segno tangibile di una forte precarietà e di una gestione economico-finanziaria caratterizzata dall’improvvisazione e dall’assenza di controllo delle spese: una situazione ormai sfuggita totalmente di mano sia all’Amministrazione che al consulente economico dell’Ente. Il nostro Comune è arrivato a contrarre mutui per lavori pubblici con istituti di credito privati, forse per avere liquidità immediata, allo scopo di tamponare la situazione di cassa. Ma quando poi i lavori si realizzeranno dovranno pur essere pagati…

Le scelte adottate ancora una volta dimostrano che i cittadini non sono tenuti in alcuna considerazione. Quello che interessa questa Amministrazione è altro: la visibilità, la forma, la facciata. In questo si realizza il percorso politico amministrativo “diverso dinamico, efficiente ed originale”: spese fuori controllo, sperpero del denaro pubblico, scelte politiche discutibili. E i cittadini sono chiamati ancora una volta a pagare.

Anonimo ha detto...

Consiglio Comunale: aumenta l’addizionale Irpef
Dopo una seduta incandescente approvato l’aumento dell’addizionale comunale dal 4 al 7 per mille
ALGHERO - Aumenta l’addizionale Irpef per gli algheresi. Ieri sera, durante un’intensa seduta del consiglio comunale, la maggioranza ha votato l’incremento dell’addizionale dallo 0,4% allo 0,7%. Con sedici voti a favore contro quattro contrari la delibera è stata prima approvata e poi divenuta immediatamente esecutiva. Il dibattito intorno all’aumento dell’addizionale comunale ha visto i consiglieri coinvolti fino alle ventidue in un botta e risposta acceso dove non sono mancate le accuse reciproche. Ad aprire le danze l’assessore alle finanze Angelo Caria, che ha spiegato come la finanziaria nazionale, tra tagli agli enti locali e modifiche al sistema del patto di stabilità, insieme a perdite di 500.000 euro dovute al minore entrate dei servizi all’edilizia privata, abbiano provocato la necessità di trovare fondi per un milione e mezzo di euro, «impossibile da recuperare tra le pieghe del bilancio». La soluzione, secondo Caria, poteva essere solo l’aumento dell’addizionale Irpef. I toni si sono scaldati quando, dai banchi dell’opposizione, si è levata una protesta contro le spese eccessive dell’amministrazione: i consiglieri di minoranza hanno presentato, in corso di seduta, una risoluzione che prevedeva tagli alle spese, come consulenze, convenzioni, ma anche il dimezzamento dei gettoni di presenza e l’abbattimento del numero degli assessori. Parole forti sono arrivate da Pino Tilloca, che ha accusato la maggioranza di affrontare spese folli legate al clientelismo. Secondo l’esponente di Alghero Viva l’amministrazione sarebbe colpevole di profondersi in elargizioni e prebende secondo il tornaconto personale dei diversi consiglieri: «L’amministrazione ha speso 26.000 euro per la custodia del campo della Catalunya calcio – ha esemplificato Tilloca – e sapete bene a chi mi riferisco». La risposta piccata della maggioranza non si è fatta attendere. Michele Pais prima, Maurizio Pirisi e Mauro Manca dopo hanno accusato più volte il centrosinistra di demagogia: secondo la maggioranza la risoluzione proposta dall’opposizione non avrebbe potuto trovare una soluzione al problema, visti i tempi ristretti richiesti per l’approvazione della delibera e la mancanza di dati certi in grado di fornire previsioni attendibili sulle possibili entrate previste dalla proposta della minoranza. Infine, alle dieci di notte, il voto, dall’esito quanto mai scontato: il centrodestra resta compatto, e l’addizionale Irpef passa dal 4 al 7 per mille.