venerdì, dicembre 15, 2006

In 18 mesi 3 scioperi al giorno Commercialista Olbia

Commercialista Olbia di GIULIO STRADA QUASI tre scioperi al giorno: tra il primo gennaio del 2005 e il 30 giugno 2006 in Italia sono state effettuate 1.590 proteste di rilevanza nazionale o locale concentrate in gran parte nei trasporti con 508 casi di fermo. E gli scioperi fatti - secondo quanto emerge dalla Relazione della Commissione di garanzia sugli scioperi presentata ieri - sono appena il 60% di quelli proclamati in totale nel periodo. Nei 18 mesi considerati infatti, sottolinea il Garante, sono stati proclamati 2.621 scioperi (quasi cinque al giorno), 1.125 dei quali solo nei trasporti. Il settore più conflittuale è quello del trasporto aereo con 470 proclamazioni di sciopero ma è anche quello in cui pesa di più «l'effetto annuncio» con 333 casi di revoca (211 in seguito a interventi della Commissione) e 137 proteste effettuate. Nel trasporto pubblico locale (settore nel quale il contratto è scaduto da quasi un anno e per dopodomani è fissato uno sciopero generale di 24 ore senza rispetto delle fasce orarie) gli scioperi proclamati nei 18 mesi considerati sono stati 432 e 258 le proteste effettuate (184 i casi di revoca). Nel trasporto ferroviario a fronte di 152 scioperi proclamati ne sono stati effettuati 77. I dati si fermano a fine giugno e non tengono conto degli scioperi dei taxi che hanno paralizzato le città a luglio contro il decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Il presidente della Commissione di garanzia, Antonio Martone ha sottolineato la «scarsa efficacia del sistema sanzionatorio (nei 18 mesi considerati solo 280.150 euro di sanzioni pecuniarie irrogate nel complesso a chi non ha rispettato le regole sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali) soprattutto nel settore del lavoro autonomo come il caso dei tassisti ha dimostrato. Sul lavoro autonomo Martone ha auspicato un intervento del legislatore sia sulle misure sanzionatorie sia sull'ambito dell'applicazione della legge sugli scioperi per includervi »espressamente le attività direttamente strumentali all'erogazione dei servizi essenziali»

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il settore più conflittuale è quello del trasporto aereo con 470 proclamazioni di sciopero, ma è anche quello in cui pesa di più «l'effetto annuncio» con 333 casi di revoca (211 in seguito a interventi della Commissione) e 137 proteste effettuate. I dati emergono dalla Relazione della Commissione di garanzia sugli scioperi, presentata oggi a Montecitorio. Nel trasporto pubblico locale gli scioperi proclamati fra il 1° gennaio 2005 e il 30 giugno 2006 sono stati 432 e 258 le proteste effettuate (184 i casi di revoca). Nel trasporto ferroviario a fronte di 152 scioperi proclamati ne sono stati effettuati 77. I dati si fermano a fine giugno e non tengono, dunque, conto degli scioperi dei taxi contro il decreto Bersani sulle liberalizzazioni che hanno paralizzato le città a luglio.
In media, dunque, 3 scioperi al giorno fra il 1° gennaio 2005 e il 30 giugno 2006 in Italia: in tutto 1.590 proteste di rilevanza nazionale o locale, concentrate in gran parte nei trasporti, con 508 casi di fermo. Gli scioperi fatti sono appena il 60% di quelli proclamati in totale nel periodo. Nei 18 mesi considerati infatti, sottolinea il Garante, sono stati proclamati 2.621 scioperi (quasi cinque al giorno), 1.125 dei quali solo nei trasporti. La Commissione è intervenuta preventivamente per segnalare la violazione delle regole in 837 casi, cui sono seguite 568 revoche e 156 differimenti. La regolamentazione dell’intervallo minimo è all’origine della maggior parte degli interventi della Commissione (la violazione è stata rilevata in 423 casi su 837). Gli scioperi revocati per altri motivi risultano 1.031. Per le ipotesi in cui le organizzazioni sindacali non si sono adeguate alle osservazioni della Commissione sono stati aperti 101 procedimenti di valutazione che si sono conclusi con sanzioni in 48 casi, per un totale di circa 300mila euro.

Martone ha sottolineato la «scarsa efficacia del sistema sanzionatorio (nei 18 mesi considerati solo 280.150 euro di sanzioni pecuniarie irrogate nel complesso a chi non ha rispettato le regole sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali) soprattutto nel settore del lavoro autonomo come il caso dei tassisti ha dimostrato. La sanzione, infatti, diversamente da quanto previsto per i lavoratori subordinati, può essere irrogata solo nei confronti dell’organizzazione che proclama lo sciopero e non anche nei confronti dei singoli. I più sanzionati sono risultati il trasporto aereo (90.902 euro), il trasporto merci (48.730 euro), il settore pulizia e servizi (36.152 euro), gli avvocati (23.974 euro).
Sul lavoro autonomo Martone ha auspicato un intervento del legislatore sia sulle misure sanzionatorie sia sull'ambito dell'applicazione della legge sugli scioperi per includervi «espressamente le attività direttamente strumentali all'erogazione dei servizi essenziali».

Il presidente della Commissione di garanzia Antonio Martone ha sottolineato come lo sciopero sia «un imprescindibile strumento di progresso economico e sociale» e che il compito della Commissione non è quello di impedire le astensioni collettive, ma quello di garantire il contemperamento di un diritto fondamentale dei lavoratori con il godimento dei diritti della persona tutelati dalla Costituzione. Martone ha sottolineato la «diffusa sofferenza» che attraversa il sistema di relazioni sindacali in presenza di un andamento sfavorevole dell'economia, cui si sono aggiunte le tensioni coincidenti con l'adozione del decreto legge sulle liberalizzazioni e la Finanziaria. In particolare Martone ha denunciato il problema dell'effetto annuncio nei trasporti con «la tendenza
talora riscontrata a considerare la proclamazione dell'astensione collettiva non tanto come strumento di pressione nei confronti della controparte, quanto piuttosto come momento di competizione tra le diverse organizzazioni sindacali». Proprio nei trasporti, dice Martone «l’esercizio indiscriminato del diritto di sciopero rischia di pregiudicare il diritto di ogni cittadino alla libertà di circolazione».

Anonimo ha detto...

ROMA - Quasi tre scioperi al giorno: tra il 1 gennaio del 2005 e il 30 giugno 2006 in Italia sono state effettuate 1.590 proteste di rilevanza nazionale o locale concentrate in gran parte nei trasporti con 508 casi di fermo. E gli scioperi fatti - secondo quanto emerge dalla Relazione della Commissione di garanzia sugli scioperi presentata oggi - sono appena il 60% di quelli proclamati in totale nel periodo.

Nei 18 mesi considerati infatti, sottolinea il Garante, sono stati proclamati 2.621 scioperi (quasi cinque al giorno), 1.125 dei quali solo nei trasporti. Il settore più conflittuale è quello del trasporto aereo con 470 proclamazioni di sciopero ma è anche quello in cui pesa di più "l'effetto annuncio" con 333 casi di revoca (211 in seguito a interventi della Commissione) e 137 proteste effettuate. Nel trasporto pubblico locale (settore nel quale il contratto è scaduto da quasi un anno e per dopodomani è fissato uno sciopero generale di 24 ore senza rispetto delle fasce orarie) gli scioperi proclamati nei 18 mesi considerati sono stati 432 e 258 le proteste effettuate (184 i casi di revoca). Nel trasporto ferroviario a fronte di 152 scioperi proclamati ne sono stati effettuati 77.

I dati si fermano a fine giugno e non tengono conto degli scioperi dei taxi che hanno paralizzato le città a luglio contro il decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Il presidente della Commissione di garanzia, Antonio Martone ha sottolineato la "diffusa sofferenza" che attraversa il sistema di relazioni sindacali in presenza di un andamento sfavorevole dell'economia cui si sono aggiunte le "tensioni coincidenti con l'adozione del decreto legge sulle liberalizzazioni". In particolare Martone sottolinea il problema dell'effetto annuncio nei trasporti con "la tendenza talora riscontrata a considerare la proclamazione dell' astensione collettiva non tanto come strumento di pressione nei confronti della controparte, quanto piuttosto come momento di competizione tra le diverse organizzazioni sindacali".

Le rivendicazioni secondo Martone "sono spesso rivolte non solo e non tanto alle aziende erogatrici del servizio quanto piuttosto nei confronti della classe politica o perché il costo del servizio richiede il sostegno economico dello Stato e o degli enti pubblici territoriali". Martone ha sottolineato la "scarsa efficacia del sistema sanzionatorio (nei 18 mesi considerati solo 280.150 euro di sanzioni pecuniarie irrogate nel complesso a chi non ha rispettato le regole sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali) soprattutto nel settore del lavoro autonomo come il caso dei tassisti ha dimostrato. Sul lavoro autonomo Martone ha auspicato un intervento del legislatore sia sulle misure sanzionatorie sia sull'ambito dell'applicazione della legge sugli scioperi per includervi "espressamente le attività direttamente strumentali all'erogazione dei servizi essenziali".

Anonimo ha detto...

Vertenza contrattuale e uffici stampa nelle pubbliche amministrazioni. Su questi due temi di estrema attualità nel mondo dell’informazione in Italia, i giornalisti siciliani si sono confrontati lunedì nel corso degli “Stati generali dell’Informazione”.
L’iniziativa, che ha visto la partecipazione di tutti gli eletti delle organizzazioni di categoria dei giornalisti: Fnsi, Ordine, Inpgi e Casagit, si è resa necessaria per chiarire la situazione contrattuale dei redattori italiani dopo la proclamazione di tredici giornate di sciopero e l’astensione delle firme.

La battaglia tra giornalisti ed editori per il rinnovo del contratto di lavoro scaduto nel febbraio scorso, non sembra placarsi. Il segretario dell’Associazione italiana della stampa, Alberto Cicero, annuncia che si andrà verso una nuova tornata di scioperi, “non per colpa nostra, ma perché gli editori non vogliono neanche sedersi a discutere”. Cicero denuncia un attacco concentrico ai giornalisti e un tentativo di demolizione della professione da parte della Federazione editori.

Alla manifestazione ha preso parte anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicili,a Franco Nicastro, il quale ha sottolineato la necessità per i giovani che si affacciano alla professione “di avere coscienza della propria condizione, sostenere il sindacato in questa battaglia difficilissima. È necessario sensibilizzare l’opinione pubblica - ha continuato Nicastro - affinché non si pensi che la nostra mobilitazione sia una semplice rivendicazione corporativa, ma è uno strumento che serve a rendere più libero il giornalista e quindi a liberare l’informazione”.

Anonimo ha detto...

Mezzi pubblici, si sciopera solo il 15 ma si trattaRevocato il blocco dei trasporti del 13. Confermata, invece, l'agitazione del 15. Giovedì si riunirà il tavolo interregionale per discutere di un eventuale coinvolgimento delle Regioni nella copertura finanziaria del contratto nazionaleRoma, 12 dicembre 2006 - Gli autoferrotranvieri hanno annunciato la revoca dello sciopero in programma il 13 e hanno confermato quello previsto per il 15. La decisione arriva in seguito ad un incontro, tenutosi ieri sera, tra la categoria dei trasporti e il governo che, dopo i recenti sviluppi, ha proposto alle Regioni di farsi in parte carico della copertura finanziaria del contratto nazionale. È possibile, però, che salti anche l'agitazione di venerdì qualora il tavolo interregionale, che si riunirà giovedì, riuscisse a raggiungere un accordo.

Confermato lo sciopero del 15, invece, dagli autonomi del Sult, sempre per il rinnovo del contratto nazionale. La protesta, che garantirà le fasce di garanzia, inizierà alle 8.30 e durerà sino alle 17, per poi riprendere dalle 20 a fine servizio.