venerdì, settembre 01, 2006

Da oggi con una e-mail si entra in casa nostra


di Francesco Forte - Il grande fratello da oggi, in Italia, è in funzione. È come quello descritto da Orwell, nel libro 1984. Con la differenza che là era il Ministro delle verità del dittatore comunista, che osservava tutti tramite il video installato in ogni stanza, questo è il grande fratello fiscale del premier Prodi che, tramite il viceministro delle finanze Visco, guarderà tutti i nostri movimenti bancari, coi metodi elettronici e informatici, più precisi e invasivi.

Una semplice e-mail, dal 1° settembre, permette al fisco di ottenere, a sua discrezione, dalle banche tutte le informazioni riguardanti i conti e pagamenti fatti e ricevuti del signor Rossi. La persona fisica o la ditta o l'ente che ha avuto occasionalmente un rapporto col signor Rossi, tramite banca, in base a quella mail, potrà essere automaticamente ispezionata. E ciò, fra l'altro, retroattivamente sino al 1° gennaio del 2005.

Non solo il segreto, ma anche il riserbo bancario non c'è più e anche la privacy è annullata. Infatti non occorre più che il Fisco abbia un'autorizzazione a indagare, a causa di irregolarità riscontrate o di qualche altro motivo oggettivo. Adesso basta una e-mail, un messaggio elettronico del Fisco.

E l'ispezione bancaria può essere a tutto campo. Tramite assegni e bonifici e pagamenti elettronici effettuati e ricevuti, il grande fratello governativo potrà sapere quali idee e affiliazioni politiche ha il signor Rossi o la consorte. Ciò in quanto il fisco così può sapere a quale giornale ha fatto l'abbonamento lui o lei e di quali associazioni sono tesserati. Inoltre sarà possibile sapere se il signor Rossi ha preferenze femminili o d'altra inclinazione, tramite i locali a cui ha pagato conti elettronici e, naturalmente, se il suo apparato dentario è o no buono, quali sport ed hobby preferisca.

Il signor Rossi non è in grado di sapere se la sua consorte faccia spese frivole ed abbia amicizie extra coniugali, se lei non lo vuole. Ma il fisco lo può sapere tramite gli accertamenti bancari: assegni, bonifici, pagamenti elettronici, conti e libretti a risparmio congiunti e disgiunti, proventi di affitti e titoli e prenotazioni.

La signora Rossi da adesso sino al prossimo anno può pagare in contanti i servizi di lavoro autonomo, professionisti e artigiani, solo sotto i mille euro. Fra un anno sotto i cinquecento euro e fra due solo sotto i cento euro. Potrà prelevare in banca somme maggiori per pagare cash servizi non fatturati, ma allora il grande fratello vedendo che la signora Rossi fa prelievi consistenti di denaro, potrà dar la caccia alle sue condotte.

Nel libro di Orwell il protagonista Winston Smith non sa se il Ministro della verità lo sta spiando, non sa che cosa il grande fratello pensi di lui, sulla base delle informazioni raccolte sui suoi movimenti. L'incertezza è ciò che più lo preoccupa. Il signor Rossi probabilmente non saprà se il fisco sta guardando il suo conto in banca ed ignorerà che cosa il Ministero delle finanze pensi dei suoi movimenti bancari.

La certezza fiscale, ha scritto Adam Smith nella "Ricchezza delle nazioni", è la prima massima del buon sistema tributario. Ciò perché nell'economia libera ciascuno ha diritto di sapere in anticipo a quali obblighi è tenuto, rispetto alle leggi dello stato e a quali conseguenze va incontro se commette una violazione volontaria o meno.

Il redditometro, da me introdotto, come Ministro delle Finanze, nel 1985, aveva due caratteristiche. La sua applicazione scattava solo se il fisco trovava gravi e congruenti indizi che la dichiarazione del contribuente non era veritiera. Inoltre si basava solo su uno fra cinque indici di tenore di vita facilmente accertabili: auto, casa, cavallo, domestici, barca a motore o a vela sopra un certo costo. E ciascuno di essi dava luogo a un reddito presunto noto a priori, sulla base di parametri fissi.

Ad esempio a chi aveva un cavallo, se la dichiarazione dei redditi risultava inattendibile, veniva automaticamente accertato un reddito lordo di imposta pari a tre volte il costo di ammortamento e mantenimento del cavallo, individuato con una tabella prestabilita, sulla base del ragionamento che un terzo del reddito andasse al cavallo, un terzo al suo proprietario e un terzo al fisco, in imposta. Se il contribuente aveva una grossa barca, con costo superiore al cavallo, il calcolo dei tre terzi si faceva solo su questa, anche qui con una tabella prefissata.

Mi si disse che questo è un metodo rozzo. E' vero. Ma l'imposta, dice Adam Smith nella "Ricchezza delle nazioni", deve essere certa e semplice. Il Ministro della verità ragiona in tutt'altro modo: la sua inquisizione è completa e la conseguente valutazione è discrezionale, perché lui vuole la inafferrabile verità fiscale. E fruga in banca e va indietro nel tempo, perché così può cogliere di sorpresa il signor Rossi. Che, come il Winston Smith di Orwell così cercherà di nascondersi in un cantuccio per non essere visto. Fuor di metafora metterà i soldi sotto il mattone, all'estero, ci penserà due volte a investire in Italia.


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Commercialista Olbia

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