mercoledì, novembre 22, 2006

Prodi e il mercato immobiliare. I trucchi del nuovo catasto Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Quando Berlusconi terminò la sua campagna elettorale dicendo "Abolirò l'ICI", molti italiani fecero spallucce, non rendendosi conto di ciò che stava per succedere, e votarono turandosi, oltre al naso montanelliano, anche gli occhi, le orecchie e il comprendonio. Vediamo cosa sta succedendo al mercato immobiliare sotto il cielo dell'Unione: l'argomento riguarda l'80% degli italiani e non è da poco, dal momento che si tratta di imposte sulla casa di proprietà, che già ora sono le più alte in Europa e nel mondo. Di recente il Senato ha annullato il blocco degli sfratti decretato dal governo Prodi, ma gli attacchi al diritto di proprietà continuano sotto il nuovo reame del "socialismo di mercato". A settembre Padoa Schioppa ha conferito ai comuni la gestione del Catasto, delle sue rendite e degli altri tributi sulla casa, inclusa l'imposta di registro. I Comuni hanno piena libertà di utilizzare le addizionali Ire e Irap (ex Irpef) e possono introdurre nuovi tributi. L'avvocato Carini, presidente della Unione piccoli proprietari (UPPI), dichiara: "Ci batteremo contro questa vergognosa finanziaria mobilitandoci, scendendo in piazza e attuando azioni di disobbedienza fiscale come atti di legittima difesa contro questa manovra che penalizza fortemente milioni di italiani che sono stufi di essere trattati come polli da spennare".

Tra i punti dolenti figura anche la recente Legge Bersani, che ha decretato l'obbligo di dichiarare l'intermediario nel caso di compravendita. Il fatto -commendevole sotto il profilo della lotta all'evasione- sanzionerà però in maniera indiscriminata tutte le parti in causa, anche se uno solo avrà sbagliato. L'Ici -infine- dovrebbe essere pagata in sede di dichiarazione dei redditi, ma ciò potrebbe complicare, invece di semplificare, il pagamento della imposta. Ciò che più preoccupa però è la revisione del Catasto. La tassazione si sta spostando inesorabilmente ai valori "di mercato", senza riduzione del carico complessivo. Sono in arrivo balzelli di entità impensabili. Non va meglio per gli affittuari. Il proprietario che concede in locazione la propria casa deve corrispondere cifre assurde: l'IRE colpisce per il 35%. Su un reddito da affitto di 6000 euro regolarmente denunciato, il proprietario deve pagare 1785 euro di IRE e 735 euro di ICI... E' una istigazione a delinquere, un incentivo al mercato nero, da parte di Stato e Comuni. Se le rendite catastali saranno parificate al canone locativo, la tassazione per il proprietario di un appartamento concesso in affitto sarebbe addirittura del 100%!
Intervista all'avv. Carini, presidente della Unione piccoli proprietari immobiliari (UPPI)
L'Unione dei piccoli proprietari italiani, è una libera associazione diffusa in tutta Italia e legalmente riconosciuta. Conta su una rappresentanza in ogni capoluogo di 250 sedi per 400.000 iscritti e offre un servizio di consulenza ai cittadini. Si tratta della prima organizzazione rappresentativa della proprietà. Il presidente, l'avvocato Giacomo Carini, ci parla del salasso cui andranno presto incontro i proprietari di immobili....

In questi mesi i cittadini stanno pagando la revisione degli estimi catastali, con un passaggio automatico a categoria superiore e l'obbligo di pagare cinque anni di arretrati in mancanza di estimi. Cosa sta succedendo?
Un decreto presidenziale del 1998 prevedeva la revisione degli estimi: dal calcolo basato sul numero di vani si doveva passare alla valorizzazione per superficie. Gli estimi dovevano essere portati verso il canone locativo, mentre oggi sono più bassi. Dal punto di vista teorico questo va bene, dal punto di vista pratico si rischia uno sfasamento, perché, Addizionando l'IRE all'Ici si arriva al 105% di tassazione. Finora però le rendite catastali sono state inferiori al prezzo di mercato. Tuttavia sappiamo già che i Comuni proseguiranno nella tendenza in atto di equiparare i valori catastali ai valori teorici di mercato. Si possono aggiornare i valori ma rivedendo il carico complessivo, perché se no si espropriano senza indennizzo gli appartamenti di tutti e non mi pare che ciò sia consentito dalla nostra Costituzione.

Cosa pensa del mantenimento dell'Ici?
L'Ici è immorale perché non grava sul reddito prodotto da un bene immobile, ma sul suo "valore", con percentuali che possono raggiungere il 9 per mille nei casi di appartamenti sfitti. Scopo di questa imposta è creare introiti per i Comuni, e permettere la erogazione di servizi. In questo modo però i cittadini non pagano per i servizi effettivamente goduti, ma pagano a priori. Inoltre tocca ai soli proprietari di immobili sostenere la gran parte del finanziamento alle amministrazioni. Se un cittadino investe miliardi al di fuori del mattone non paga nulla

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Lente informatica sul mattone
Saverio Fossati





Una rete di bit sugli immobili. Da anni il mattone è al centro di una complessa strategia fiscale-informatica che mira non solo a ricondurre alla ragione gli innumerevoli proprietari che raddoppiano la redditività dell'investimento non dichiarando i redditi da locazione, ma anche a ottenere un quadro aggiornato e preciso del patrimonio immobiliare nel nostro Paese.
Questo secondo obiettivo, soprattutto, sta a cuore all'Economia ed è affidato interamente all'agenzia del Territorio, da cui dipende il Catasto. La strategia normativa ha cominciato a prendere corpo seriamente nel 2004, quando, a seguito di alcune indagini dell'agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, ci si è resi conto che era il caso di intervenire. Anche la sentenza della Corte costituzionale, che azzerava l'obbligo di dimostrare la "regolarità fiscale" del proprietario per ottenere lo sfratto, ha rappresentato una spinta per rimettere ordine nel settore.
Docfa
Un passo importantissimo era stato fatto già negli anni 90: l'obbligo di presentare su floppy gli "accatastamenti", sia per le nuove costruzioni sia per le variazioni. Tutti dati informatizzati che sono stati poi inseriti facilmente nella banca dati immobiliare (si veda l'articolo a fianco).
La Finanziaria 2005
La Finanziaria 2005 ha introdotto una serie di adempimenti telematici: anzitutto l'obbligo di fornire all'Anagrafe tributaria i dati relativi ai contratti di fornitura di gas e acqua (per l'energia elettrica l'obbligo c'era già). È diventato così possibile far emergere le situazioni in cui la proprietà dell'immobile non coincide con le forniture, chiaro indice di casa concessa in locazione e comodato. E verificare poi se il contratto risulta registrato (ma le Entrate hanno fatto scattare l'obbligo solo per i contratti di fornitura stipulati da aprile 2005). Ed ecco l'altro tassello telematico (peraltro inattuato perché il modello non è stato mai varato): l'obbligo di trasmettere all'agenzia delle Entrate le comunicazioni alla Ps delle variazioni di proprietà o di nuove locazioni. Non solo: vengono coinvolti i mediatori immobiliari, relativamente alle cessioni di cui hanno «diretta conoscenza».
Una norma chiave riguarda la Tassa rifiuti, che deve essere commisurata almeno all'80% della superficie catastale. Per gli immobili che ancora non hanno questo dato (perché privi di mappa) dovrà provvedere il proprietario, a proprie spese, a predisporre la mappa a consegnarla al Catasto. Gli effetti di questa norma si cominciano a vedere ora. Il risultato atteso è quello di colmare il "buco" dei 2,4 milioni di mappe mancanti.
Il modello unico
Poi è arrivato, con il Dl 4/2006, il «modello unico per l'edilizia», che a regime consentirà l'aggiornamento in tempo reale del Catasto rispetto a tutte le Dia e permessi di costruire persentati in Comune: i professionisti, oltre alle informazioni tecnico amministrative dei progetti sottoposti all'approvazione dei Comuni, inseriranno anche quelle del programma Docfa, in uso per le denunce catastali dei fabbricati. Saranno così i tecnici comunali a verificare la corrispondenza delle informazioni tecniche fra il progetto edilizio e denunce catastali, comunicando le eventuali difformità all'agenzia del Territorio.
Gli ultimi tasselli
Nel Dl Visco-Bersani (Dl 223/06) si fa leva in prevalenza sul ribaltamento di obblighi tributari da appaltatore a committente. Ma non mancano nuovi oneri relativi a dati da comunicare: nelle compravendite le parti hanno l'obbligo di dichiarare il vero prezzo, che non può essere pagato in contanti (così ne è garantita la tracciabilità grazie ai nuovi obblighi degli intermediari finanziari). E per stanare l'evasione degli agenti immobiliari diventa obbligatorio indicare gli estremi di spesa e pagamento del mediatore. Tutti questi dati nel rogito vengono immediatamente telematizzati con la trascrizione effettuata dai notai (si veda nella parte bassa della pagina).
C'è un cambiamento rilevante anche per gli accertamenti sull'imposta di registro: si potranno svolgere (articolo 36, comma 24) usando i poteri di indagine e controllo delle norme del Dpr 600/73 (accertamento delle imposte dirette) molto più penetranti.
La finanziaria 2007
La finanziaria 2007 in discussione in Parlamento sta mettendo a punto gli ultimi tasselli: per gli agenti immobiliari si aggiunge l'obbligo di registrare le scritture private legate alla loro attività (come i compromessi e le locazioni).
L'Ici, poi, passa nella dichiarazione dei redditi (ormai telematizzata), dove si dovranno indicare tutti gli elementi utili (come gli identificativi catastali). Il controllo diretto dell'Anagrafe tributaria su questa imposta ma anche sugli immobili consentirà controlli incrociati con la banca dati del Catasto per far emergere eventuali incongruenze.
Il catalogo
60 milioni
Unità
Le unità immobiliari presenti nelle banche dati immobiliari, di cui 51 milioni urbane
150.000
Mappe elettroniche
In forma raster (70 province)
16.000
Gigabyte
Le banche dati del Territorio occupano circa 16 mila Gigabyte
53 milioni
Formalità
Le note di trascrizione, iscrizione e annotazione
140.000
Mappe digitali
In forma vettoriale (31 province)
29.000
Fabbricati e terreni pubblici
Gli immobili del Patrimonio dello stato o del Demanio artistico-storico
70 milioni
Le note
Note di trascrizione presenti , di cui circa la metà in formato immagine e 30 milioni in formato elettronico
54,5 milioni
Soggetti
I soggetti, di cui 52 milioni persone fisiche e 2,5 milioni di persone non fisiche; 37 milioni sono possessori di fabbricati

Anonimo ha detto...

Fabbricati rurali: aggiornamento catasto terreni

06/11/2006 - Latina - Questo è sicuramente uno dei tanti modi, seri, di far pagare nuove tasse a chi, per diversi motivi, prima non le pagava.
Significa, spesso, aumento dell'ICI, della Tarsu, delle varie imposte sui redditi (a favore di Stato, Regioni, Comuni) derivanti dalla dichiarazione dei redditi, imposte di registro.Tanti sono stati gli errori commessi in questi pochi mesi in materia finanziaria, fiscale e immobiliare.
Tali errori grossolani originati probabilmente da chi non conosce in modo approfondito i meccanismi e le realtà territoriali hanno originato la clamorosa protesta dei Liberi Professionisti della provincia di Latina presso l'Agenzia del Territorio (Catasto) di 15 giorni fa, con il blocco spontaneo di tutte le attività. Tale protesta è anche l'unica attuata a Latina negli ultimi 30 anni.
Questi ed altri errori potevano e dovevano essere prevenuti da una collaborazione seria tra chi amministra e chi opera nel territorio.

Fabbricati rurali: aggiornamento catasto terreni Il decreto fiscale avvia una verifica per attribuire le rendite aggiornate di
È all’esame del Senato, dopo l’approvazione da parte della Camera, la legge di conversione del decreto fiscale 262/2006 collegato alla Finanziaria.
Il testo, significativamente modificato rispetto alla versione del decreto legge, prevede una vasta operazione di controllo sui fabbricati rurali (art. 2 comma 36).
L’Agenzia del territorio individuerà i fabbricati iscritti al catasto terreni per i quali siano venuti meno i requisiti per il riconoscimento della ruralità ai fini fiscali, e quelli che non risultano dichiarati al catasto, e notificherà ai titolari la richiesta di aggiornare gli atti catastali.
I titolari avranno novanta giorni di tempo dalla data della notifica, scaduti i quali l’Agenzia del territorio iscriverà gli immobili in catasto, a spese dell’interessato, predisponendo le dichiarazioni in conformità al regolamento di cui al decreto del Ministro delle Finanze 19 aprile 1994, n. 701.
Le rendite catastali dichiarate o attribuite producono effetto fiscale, in deroga alle vigenti disposizioni, a decorrere dal 1º gennaio dell’anno successivo alla data cui riferire la mancata presentazione della denuncia catastale, oppure, in assenza di tale indicazione, dal 1º gennaio dell’anno di notifica della suddetta richiesta.
L’Agenzia del Territorio provvederà a definire le modalità tecniche ed operative per l’attuda azione delle disposizioni.
(www.edilportale.com di Rossella Calabrese)

Anonimo ha detto...

Catasto, rivoluzione a tappe

Si riapre la partita immobiliare per il Fisco italiano.

Una manovra di portata enorme, che si giocherà nei prossimi quattro sei anni e che in tre fasi potrebbe portare a rivoluzionare il sonnacchioso quadro attuale per ottenere, alla fine, categorie e classi immobiliari corrispondenti alla loro reale situazione e a nuove tariffe d'estimo rispondenti ai valori di mercato (anche se su questo concetto c'è molto da discutere). Insomma, a un catasto moderno che sia strumento flessibile per Stato e Comuni ma anche di trasparenza per il mercato che ne ha molto bisogno.
La prima fase è solo un saggio di tiro: le parti "commerciali" di immobili in categorie E (come i centri commerciali nelle stazioni ferroviarie)dovranno essere classate autonomamente e generare una rendita molto più elevata. Per gli immobili di categoria B (per usi collettivi, come case di cura e convitti), invece, scatta un'aumento secco del 40 per cento. I 610 milioni attesi da questa nuova base imponibile saranno versati non prima del 2008 e andranno allo Stato,Ici compresa.
La seconda fase parte fra poco: danovembre 2007,previa emanazione di una serie di Dpr attuativi su risorse umane e materiali,la gestione del Catasto passerà ai Comuni capoluogo ( ma un emendamento Anci mira a estendere ai Comuni non capoluogo che in questi anni hanno condotto con buoni risultati la sperimentazione). La banca dati del Catasto,con l'indicazione di categoria e classe per ogni immobile,verrà "sovrapposta" a quelle comunali, dove risultano, fra l'altro, oltre ai dati legati al territorio, anche i vari permessi edilizi per lavori che hanno apportato cambiamenti anche radicali all'unità immobiliare. Questa operazione, che richiederà un notevole impegno informatico, porterà all'emersione di milioni di unità che di fatto non sono più popolari o ultrapopolari ma i cui proprietari non si sono curati di darne comunicazione al Catasto e,tramite la segnalazione al Territorio, al loro nuovo classamento.
Sale la rendita
Il risultato sarà un cambio (in molti casi) abbastanza sensibile di rendita catastale con relativo aumento delle imposte (si veda l'esempio). Ma è difficile immaginare che la finedelle operazioni possa arrivare prima del 2009.
Nel migliore dei casi, i Comuni metterebbero nel bilancio di competenza 2009 gli aumenti delle entrate,che però potrebbero essere riscosse materialmente, tramite cartelle esattoriali,solo fra la fine del 2009 e il 2010 o anche il 2011. «Io credo in tempi più brevi — rileva Alfiero Grandi, sottosegretario all'Economia con delega alCatasto —.E va anche rilevato che nel Dl 262 verrà inserito un emendamento che farà affluire ai Comuni le entrate eccedenti le previsioni».
Resta il nodo del personale: per Sebastiano Callipo del Salfi «Data la telematizzazione sempre più spinta, non si vede la ragione di decentrare i lavoratori dell'agenzia del Territorio (attualmente le sedi sono nei capoluoghi di provincia,
ndr) e rifiutiamo qualunque mobilità "coatta"».
L'ora delle tariffe
«Solo dopo l'esaurimento della prima parte della seconda fase — dice Grandi —, cioè dopo che si potrà contare su una situazione chiara, con categorie e classi finalmente corrispondenti alla situazione reale, sarà possibile iniziare la fatica delle nuove tariffe d'estimo». Il meccanismo sarà dettato da decreti legislativi che si muoveranno nell'ambito dei paletti ( piuttosto radi) della legge delega in discussione alla Camera (Ac 1762), che in sostanza fa ruotare le nuove tariffe sulla «base patrimoniale» degli immobili.
Un aspetto decisamente poco chiaro è quello della«partecipazione »dei Comuni alla determinazione delle tariffe. L'articolo 13 della Finanziaria 2007 ha infatti modificato in questo senso il D.Lgs 112/98, che sembrava attribuire ai Comuni tutta la competenza, lasciando al Territorio il coordinamento e il controllo dell'afflusso dei dati. Ma che significa partecipazione? Una cosa è certa: l'ultima parola dovrebbe spettare al Territorio. «Anche nel decreto 112 — dice Flavio Zanonato, responsabile Anci per la casa —, non era previsto davvero che i Comuni cambiassero gli estimi da soli, siamo contrari all'ideadi estimi Arlecchino completamente diversi da Comune a Comune». La politica inaugurata da Grandi è quella dei protocolli e delle intese ma già prima dell'estate all'agenzia del Territorio si parlava della necessità di istituire tavoli tecnici dove Comuni e Catasto insieme decidessero con raziocinio e concretezza i nuovi valori estimali.
I tempi, però, saranno lunghi: «Una fase non breve —dice Grandi — preparata da ampie discussioni, che possono anche riguardare il concetto di base patrimoniale. Lo scopo è trovare valori che possano reggere alle temporanee oscillazioni del mercato». Prima del 20112012, insomma, sarà difficile vedere i nuovi estimi. Elezioni permettendo.

Anonimo ha detto...

CONFEDILIZIA: "ICI IMPOSTA REDDITUALE"
21/10/2006 ore 13:19

Trasformare l'Ici da imposta patrimoniale a reddituale pagata da tutti quelli che hanno immobili in locazione. Trasformare nella stessa direzione il catasto. Introdurre una tassa sui servizi pagata sia dai residenti che dai non residenti. Sono alcune delle proposte fatte dal presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, nel convegno "Per un'imposizione comunale reddituale" a Genova nel Salone del Minor Consiglio di Palazzo Ducale.

Anonimo ha detto...

Proroga per l'Ici
Pagamento al 31 maggio
10/11/2006 - Vittorio Veneto



La Giunta ha approvato ieri sera nel corso della riunione settimanale la proroga dei termini per la regolarizzazione delle posizioni Ici, introdotta in seguito all’approvazione da parte del consiglio comuale del relativo regolamento per definire in modo agevolato ogni pendenza riducendo o addirittura eliminando eventuali aggravi tipo sanzioni e interessi.
Dalla scadenza in data odierna (10 novembre) è stato deciso di prorogare la scadenza della presentazione delle domande di “definizione agevolata dei rapporti tributari pendenti in materia di Imposta Comunale sugli Immobili” al 31.05.2007.
Sono stati fissati nel contempo i nuovi termini di pagamento rateale previsti dal regolamento per importi superiori ai 1000 euro. Quindi con la 1a rata, all'atto di presentazione della domanda; quindi la 2a rata, entro il 30.09.2007; la 3a rata, entro il 31.01.200 e la 4a rata, entro il 31.05.2008. La proroga sarà comunicata al primo Consiglio Comunale utile.
“Due le motivazioni di fondo che ci hanno portato a questa scelta – spiega l’assessore al Bilancio Antonella Caldart – ed entrambe importanti. Da un lato abbiamo tenuto conto della richiesta dei professionisti che, impegnati con altre incombenze fiscali in questo periodo, non hanno potuto ancora mettere al corrente dell’opportunità offerta dal nuovo regolamento tutti i loro clienti; penso soprattutto a quelle persone che si trovano a dover pagare a causa di ritardi di comunicazione del Catasto o perché non sono a conoscenza dei nuovi dati catastali, e in secondo luogo, consentendo alla maggior parte di cittadini interessati alla definizione di mettersi in regola, anche il Comune potrà avere una certezza maggiore degli introiti oltre ad una situazione aggiornata e sicura del reddito che poi verrà destinati agli investimenti”.
Con l’adesione alla definizione agevolata sarà possibile fare la domanda per l’applicazione delle rendite definitive, l’attribuzione e/o aggiornamento di rendite e classi catastali, la regolarizzazione di quanto dovuto sulle aree fabbricabili, ovviare a omesse dichiarazioni, liti pendenti e pagamenti inferiori al dovuto, senza dover pagare sanzioni e interessi.
In ogni caso le domande vanno presentate all’ufficio Protocollo o per raccomandata all’Ufficio Tributi. Tutta la documentazione necessaria è scaricabile dal sito internet del Comune: www.comune.vittorio-veneto.tv.it

Finanzas Forex ha detto...

Gli attacchi dello Stato al diritto di proprietà rappresentano una istigazione a delinquere
di Paolo Della Sala


Quando Berlusconi terminò la sua campagna elettorale dicendo “Abolirò l’ICI”, molti italiani fecero spallucce, non rendendosi conto di ciò che stava per succedere, e votarono turandosi, oltre al naso montanelliano, anche gli occhi, le orecchie e il comprendonio. Vediamo cosa sta succedendo al mercato immobiliare sotto il cielo dell’Unione: l’argomento riguarda l’80% degli italiani e non è da poco, dal momento che si tratta di imposte sulla casa di proprietà, che già ora sono le più alte in Europa e nel mondo. Di recente il Senato ha annullato il blocco degli sfratti decretato dal governo Prodi, ma gli attacchi al diritto di proprietà continuano sotto il nuovo reame del “socialismo di mercato”. A settembre Padoa Schioppa ha conferito ai comuni la gestione del Catasto, delle sue rendite e degli altri tributi sulla casa, inclusa l’imposta di registro. I Comuni hanno piena libertà di utilizzare le addizionali Ire e Irap (ex Irpef) e possono introdurre nuovi tributi. L’avvocato Carini, presidente della Unione piccoli proprietari (UPPI), dichiara: “Ci batteremo contro questa vergognosa finanziaria mobilitandoci, scendendo in piazza e attuando azioni di disobbedienza fiscale come atti di legittima difesa contro questa manovra che penalizza fortemente milioni di italiani che sono stufi di essere trattati come polli da spennare”.

Tra i punti dolenti figura anche la recente Legge Bersani, che ha decretato l’obbligo di dichiarare l’intermediario nel caso di compravendita. Il fatto -commendevole sotto il profilo della lotta all’evasione- sanzionerà però in maniera indiscriminata tutte le parti in causa, anche se uno solo avrà sbagliato. L’Ici –infine- dovrebbe essere pagata in sede di dichiarazione dei redditi, ma ciò potrebbe complicare, invece di semplificare, il pagamento della imposta. Ciò che più preoccupa però è la revisione del Catasto. La tassazione si sta spostando inesorabilmente ai valori “di mercato”, senza riduzione del carico complessivo. Sono in arrivo balzelli di entità impensabili. Non va meglio per gli affittuari. Il proprietario che concede in locazione la propria casa deve corrispondere cifre assurde: l’IRE colpisce per il 35%. Su un reddito da affitto di 6000 euro regolarmente denunciato, il proprietario deve pagare 1785 euro di IRE e 735 euro di ICI… E’ una istigazione a delinquere, un incentivo al mercato nero, da parte di Stato e Comuni. Se le rendite catastali saranno parificate al canone locativo, la tassazione per il proprietario di un appartamento concesso in affitto sarebbe addirittura del 100%!

Anonimo ha detto...

La casa di proprietà, espropriata dal fisco

di Carlo Lottieri


Una finanziaria nel segno delle imposte non può che colpire la casa: il bene più visibile, “immobile” per definizione, e quindi esposto ad essere variamente tartassato.

Anche se ancora il 22 settembre scorso Romano Prodi aveva promesso di uniformare il trattamento delle rendite finanziarie e immobiliari (con un’imposta del 20%), nulla è stato fatto. Eppure tassare gli affitti in maniera moderata porterebbe alla luce molti redditi oggi occulti e incentiverebbe nuovi investimenti.

Invece che ridurre la pressione fiscale, si è inventato così un nuovo Catasto, basato sui “valori”: e nonostante le critiche (tra cui quelle di un economista di valore come Francesco Forte) il dado ormai è tratto. D’ora in poi gli italiani proprietari di casa non pagheranno sulla base di ciò che un immobile rende, ma su quello che un immobile vale o si presume che valga. E la previsione di Confedilizia è che le imposte complessive sugli immobili passino dagli attuali 20 milioni di euro a circa 50 milioni.

Si tratta della classica goccia che fa traboccare il vaso, dato che gli immobili sono da tempo assai spremuti dall’erario. Una casa, infatti, è tassata molte volte.

In generale, quel 90% degli italiani che ha un’abitazione se la costruisce con il proprio reddito da lavoro, che già è tassato. Invece che girare il mondo, gli italiani investono nel mattone: pensando alla vecchiaia e ai figli. Ma quei risparmi continuano ad essere sotto il mirino del fisco: basti pensare alle imposte di registro, ipotecarie e catastali.

Soprattutto, l’abitazione viene inclusa nel reddito familiare e contribuisce a definire l’entità dell’Irpef. Oltre a ciò, quasi 15 anni fa è stata istituita un’imposta “straordinaria” (Isi) che è poi è stata ribattezzata Ici e che di straordinario non ha nulla. È un’imposta incassata dai Comuni e per questo appare inquietante l’idea di trasferire loro la ridefinizione degli estimi, base di partenza per definire ciò che si deve pagare.

Ma il proprietario contribuisce anche in altri modi.

È sufficiente ricordare la difficoltà con cui vengono ottenuti gli sfratti. Nella situazione presente, quanti locano un’abitazione sono costretti dalle autorità ad operare come assistenti sociali “ausiliari” e coatti; e talora a beneficio di soggetti ben più ricchi di loro.

È questo il caso di chi vorrebbe rientrare in possesso di un immobile ad uso non abitativo: negozio o impresa. A causa di una legge di ben 56 anni fa, ad esempio, non è possibile sfrattare un farmacista senza un’autorizzazione prefettizia: e questo anche quando vi sono innumerevoli locali disponibili a poca distanza. Ma qualcosa di simile si può dire per gli immobili ad uso industriale.

Non bastasse tutto ciò, è pure in arrivo una polizza obbligatoria anti-calamità. Si tratta di un vero regalo alle assicurazioni, ma che penalizzerà ulteriormente i proprietari di immobili: torchiati sempre più dal fisco e in attesa di liberalizzazioni che forse non verranno mai.

Anonimo ha detto...

COMUNI: AOSTA; CRESCONO REGOLARIZZAZIONI CLASSAMENTI CATASTO
PER AGENZIA TERRITORIO NEL 2006 INCREMENTO SUPERA 1.200%

(ANSA) - AOSTA, 21 OTT - Nei primi nove mesi del 2006 le pratiche per aggiornare il classamento catastale degli immobili del capoluogo sono state circa 7.600, contro le 505 complessive del 2005. Lo ha riferito Mauro Baccega, assessore comunale al Patrimonio, che ieri ha incontrato i dirigenti dell'Agenzia del Territorio .

Il dato giunge a meno di un mese dall'avvio degli accertamenti sui classamenti catastali degli immobili presenti nel territorio che il Comune di Aosta attiverà "per il recupero indiretto degli omessi (o minori) versamenti Ici" ha precisato Baccega. L'amministrazione ha promosso, nei giorni scorsi, una campagna informativa: 'La tua casa ha le carte in regola?', tesa a sensibilizzare i cittadini ad eventualmente regolarizzare le posizioni catastali, ed evitare così il pagamento di sanzioni previste per eventuali irregolarità accertare nel corso dei controlli avviati d'ufficio. (ANSA).

Anonimo ha detto...

I poveri proprietari di casa di piazza Fontanella Borghese

Quando, prima delle elezioni, parlammo di casa, di Ici e di rendite catastali fummo facili profeti: il tema sarebbe rimasto caldo (avrà richiato di perdere le elezioni davvero, Prodi?), e lo è ancora oggi. Ma ancora oggi nulla sembra muoversi. E che avessimo ragione, nel dire che troppi pagano troppo poco sulla casa, è dimostrato dai dati enumerati oggi dall'edizione romana del quotidiano La Repubblica. Titolo del pezzo: "via Giulia più povera di Centocelle". Spiegazione: a via Giulia, che è uno dei tanti bellissimi posti di Roma centro, su 378 abitazioni 265 sono considerate "popolari" dal catasto ai fini del pagamento dell'Ici. Ovvero: pagano allo Stato in Ici 144 oppure 344 Euro all'anno, rispettivamente se classificate A 5 oppure A 4. Case "ultrapopolari" o case "popolari", secondo la classificazione.

Una persona ragionevole dovrebbe sapere che quelle case sono tutte A1, A2 se proprio va male. Che se ci si dovesse basare sul valore catastale dichiarato quelle case costerebbero meno di 100 mila Euro, quando se vi chiedono un milione di Euro per un appartamento di 50 metri quadri vi va bene.

Ancora: a Largo della Fontabella Borghese, se possibile zona ancora più bella ed esclusiva della precedente, si trovano 35 appartamenti A4, con un valore catastale medio di 85 mila Euro, e un'Ici annuale di 312. La media romana - che comprende periferie ben peggiori di Centocelle, che ormai è quasi centro - è di 500 Euro all'anno.

Ora: chiedere a questi signori - che siano singoli cittadini, docenti universitari, vecchietti che si trovano lì da 50 anni, società immobiliari, Ricucci, attori e attrici, turisti americani che amano tanto Roma, chiunque essi siano - chiedere loro di pagare di più di 312 Euro all'anno è "rischioso"? Controproducente? Allontana i voti dei moderati?

Il Comune di Roma, pare, ci sta provando. Speriamo che ci riesca.

Anonimo ha detto...

GOVERNO. Via libera della Camera al decreto fiscale collegato alla Finanziaria
27/10/2006 - 15:26
Dalle nuove norme per le concessioni autostradali all'aumento del bollo per i motorini che inquinano.

L'Aula della Camera ha approvato la conversione in legge del decreto legge fiscale collegato alla Finanziaria. Il provvedimento, che ora passa al Senato, risulta di due articoli; il primo nel testo uscito dalle Commissioni Bilancio e Finanze e il secondo composto dal maxi-emendamento su cui il Governo ha posto e ottenuto ieri la fiducia e che raggruppa gli oltre 40 articoli del provvedimento originario. Il maxi-emendamento riprende il testo uscito dalle Commissioni con l'aggiunte di alcune modifiche che l'Esecutivo aveva presentato in Aula prima della richiesta della fiducia. Ripristino della tassa di successione sui grandi patrimoni, chiusura dei negozi dopo tre violazioni sull'emissione dello scontrino, convenzione unica per le concessioni autostradali e aggiornamento tariffario con il metodo del price cap. Queste le principali modifiche apportate al testo del decreto fiscale:

TASSA DI SUCCESSIONE: al posto della rimodulazione delle imposte ipotecarie, catastali e di registro, il governo ha reintrodotto la tassa ma solo sui grandi patrimoni. Per i parenti in linea retta (moglie e figli) si applica l'aliquota del 4% sui valori che eccedono la soglia di 1 milione di euro per ciascun erede. Per gli immobili si considera il valore catastale. Per i parenti piu' lontani non si applica la franchigia e l'aliquota e' pari al 6% fino al quarto grado e dell'8% sui beni ereditati da altri soggetti. Ogni quattro anni, con decreto del ministero dell'Economia, vengono aggiornati gli importi di esenzione tenendo conto dell'inflazione.

AUTOSTRADE: confermata l'introduzione della 'convenzione unica' per le concessioni autostradali. Per rispondere alle osservazioni della Ue, che ha accusato l'Italia di ostacolare la fusione tra Autostrade e Abertis, e' stato abolito il tetto del 5% sui diritti di voto dei costruttori che partecipano al capitale delle societa' concessionarie di autostade. L'emendamento ha poi ripristinato il meccanismo del price cap al posto del profit cap.

SCONTRINI: con un emendamento del governo e' stata resa piu' soft la norma originale introdotta nel decreto. Ora e' prevista la chiusura immediata del negozio o dell'attivita' da tre giorni a un mese dopo la mancata emissione di tre scontrini in cinque anni, sulla base della semplice contestazione. Nel testo originale si prevedeva la chiusura alla prima violazione ma al termine della procedura. Se l'importo complessivo dei corrispettivi oggetto di contestazione e' superiore a 50.000 euro, e' prevista la chiusura dell'attivita' da un mese a sei mesi.

CALABRIA E SICILIA: una quota delle risorse inizialmente destinate al Ponte sullo Stretto di Messina, pari a 50 milioni di euro, verra' destinata ad opere viarie ed infrastrutturali della calabria e della Sicilia. Il 70% delle risorse andra' alla Sicilia e il 30% alla Calabria.

BOLLO AUTO E MOTO: sono soppresse le esenzioni dal bollo di circolazione che erano state previste nel caso di acquisto di un'auto Euro 4 e 5 con conseguente rottamazione di auto Euro 0. Niente esenzione dal bollo anche sull'acquisto di moto euro 3. Nel maxiemendamento del governo e' poi stato introdotto un ulteriore aumento sui bolli per moto e motorini inquinanti. Oltre alla parte di aumento fisso e' stata anche introdotta una maggiorazione sulla base della potenza.

SALTA STANGATA SU ALCOLICI: l'aumento del 10% dell'accisa e' stato eliminato. La misura doveva servire a finanziare le agevolazioni fiscali per i piccoli produttori agricoli, poi la copertura e' stata trovata con l'aumento del bollo sui motorini.

FONDO TRASPORTO LOCALE: parte con una dotazione di 100 milioni di euro per il prossimo triennio. Al fondo confluiscono le risorse originariamente destinati agli incentivi per l'acquisto di auto e moto ecologiche.

MOTO E CASCO: e' previsto il 'blocco' di due mesi della circolazione nei casi in cui il conducente guidi senza casco, con il casco non allacciato, o porti un passeggero che non lo indossa. Si procede alla confisca del mezzo solo nel caso in cui sia utilizzato per commettere un reato, sia per conducenti minorenni che maggiorenni.

RIORDINO ENTI DI RICERCA: si prevede l'istituzione dell'Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR), che assorbe le funzioni del Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca (Civr), del Comitato Nazionale per la valutazione del Sistema Universitario (Cnvsu) e dei comitati di valutazione del CNR e dell'Agenzia spaziale italiana. Sono stati inoltre disposti la ricognizione e il riordino degli Enti pubblici nazionali di ricerca a carattere non strumentale, di competenza del Ministero della ricerca. Per questi ultimi i regolamenti possono prevedere l'attribuzione di personalita' giuridica, l'accorpamento, la fusione e anche la soppressione.

RAI E PARLAMENTO: e' stata introdotta una norma che prevede che la Rai stipuli una convenzione gratuita con i due rami del Parlamento per assicurare il supporto tecnico necessario per la conversione digitale e conservazione delle riprese delle sedute.

RISCOSSIONI: quei Comuni che non vorranno affidarsi a Riscossione spa per il servizio coattivo delle riscossioni potranno indire gare.

AGENZIA DI STAMPA: il decreto aggiorna la definizione di 'agenzia di stampa nazionale' ammessa ai contributi pubblici. L'attuale formula tiene conto delle nuove tecnologie e prevede che ''sono considerate a diffusione nazionale le agenzie di stampa i cui notiziari sono distribuiti per abbonamento a titolo oneroso, qualunque sia il mezzo di trasmissione, ad almeno 15 testate in cinque regioni''. La vecchia formulazione, che risaliva alla legge del 1981, considerava agenzie di stampa quelle collegate ''per telescrivente con canali di concessione esclusiva del Ministero delle poste''. Inoltre nella nuova definizione si prevede che il notiziario debba essere trasmesso per ''minimo 12 ore al giorno per almeno 5 giorni la settimana''. La vecchia formulazione prevedeva le 12 ore ma senza specificare il numero dei giorni di trasmissione a settimana. Confermata, tra i criteri, la presenza di almeno dieci giornalisti professionisti assunti a tempo pieno e indeterminato, ma e' stato cancellato il vincolo dei 15 poligrafici (nella nuova definizione non si fa riferimento al personale polografico).

COMUNI E ICI: i Comuni sono incentivati alla lotta all'evasione sull'Ici. Il maggior gettito aggiuntivo, rispetto a quello previsto nel decreto con le nuove disposizioni sull'aggiornamento del catasto, non sara' scalato dai trasferimenti erariali. Viene invece scalato dai trasferimenti il maggior gettito Ici che perviene ai Comuni a seguito dell'aggiornamento del catasto.

IMMOBILI POSTE: salta dal decreto la norma che stabiliva la cessione degli immobili non strumentali di Poste spa.

TASSA SU RASSEGNE STAMPA: e' stata abolita eliminata dal testo del decreto. La norma prevedeva un compenso per la riproduzione di articoli di riviste e giornali che i soggetti che le utilizzavano avrebbero dovuto pagare agli editori delle testate da cui gli articoli sono tratti.

FONDO PER IL DIRITTO DI PRESTITO PUBBLICO: e' una delle novita' del decreto. Il Fondo e' ripartito attraverso la Siae agli autori ed editori di libri, dischi concessi in prestito da biblioteche e discoteche degli enti pubblici e dello Stato, eccettuate le biblioteche delle universita' e delle scuole. Il fondo e' pari a 250.000 euro per il 2006 e a 3 milioni di euro per il 2007.

AUTOTRASPORTO: arriva uno sconto sui premi Inail. Costo dell'operazione, 120 milioni di euro a cui si fa fronte utilizzando un fondo Inps a favore del settore, creato con la finanziaria dello scorso anno e finora mai utilizzato.

2006 - redattore: VC

Anonimo ha detto...

Un milionetrecentomila euro recuperati dal comune con gli accertamenti fiscali

Prosegue con efficacia la lotta all’evasione da parte del Comune di Jesi che nel corso dell’anno ha recuperato oltre 1,3 milioni di euro dagli accertamenti condotti sul corretto pagamento dell’Ici e della tassa rifiuti solidi urbani.

--------------------------------------------------------------------------------

dal Comune di Jesi
www.comune.jesi.an.it


Gli accertamenti si basano su un doppio controllo incrociato: da una parte la differenza tra quanto dichiarato e quanto versato da ciascun contribuente, dall’altra il confronto tra i dati del catasto e quelli dell’anagrafe tributaria.

Per quanto riguarda l’imposta comunale sugli immobili, l’Ufficio Tributi ha emesso circa 2600 avvisi di accertamento per un importo complessivo di 310 mila euro riferiti agli anni di imposta che vanno dal 2000 al 2002. Sempre relativamente all’Ici sono stati emessi invece 2418 ruoli coattivi per 235 mila euro riferiti agli anni di imposta 1998/2001. Si tratta in questo caso di versamenti non eseguiti malgrado i relativi avvisi di accertamento fossero stati già notificati nel corso del 2004.

L’evasione è stata in molti casi parziale, ma significativo è anche il numero di evasori totali. Così come se da una parte è elevato il numero di errori commessi in buona fede, non sono mancati i casi di chi ha provato ad eludere tale imposta in maniera più o meno evidente. Per tutti la possibilità di ripianare la propria posizione contributiva con le relative sanzioni previste per legge.
Ma per qualcuno l’attività di accertamento dell’Ufficio Tributi sull’Ici ha prodotto anche positive sorprese: è il caso di 1878 contribuenti che si sono visti restituire le somme versate in eccedenza per complessivi 163 mila euro.

Ammonta invece ad oltre 818 mila euro la somma degli accertamenti sulla tassa rifiuti solidi urbani. I controlli sono stati effettuati sia sulle abitazioni sia sulle attività produttive, interessando oltre quattromila contribuenti che presentavano situazioni tributarie anomale. I riscontri successivi, sviluppati convocando anche in Ufficio i soggetti interessati, hanno portato all’emissione di 1613 avvisi di accertamento sulle abitazioni per omessa o infedele denuncia, relativamente agli anni di imposta dal 2001 al 2006. Sul fronte dell’evasione della tassa rifiuti delle attività produttive i controlli hanno interessato anche le aziende con 827 avvisi di accertamento.

Gli oltre 818 mila euro recuperati rappresentano circa il 15% del gettito complessivo della tassa rifiuti solidi urbani che il Comune di Jesi ha riscosso nel 2006 e che è stato di 5 milioni e 400 mila euro. E se si considera che il servizio di smaltimento rifiuti è finanziato esclusivamente con tale tributo (tanto si spende, tanto rientra tramite la Tarsu) è facile capire che la lotta all’evasione consente di recuperare un significativo gettito che permette di evitare l’aumento della tassa in presenza dei maggiori costi che ogni anno si sostengono.

C’è da aggiungere che anche in questo caso gli accertamenti hanno permesso di restituire a 578 contribuenti rimborsi per oltre 80 mila euro a causa di versamenti superiori rispetto alla reale superficie tassata.

“L’attività di accertamento sull’Ici e sulla tassa dei rifiuti – ha sottolineato l’assessore alle finanze Simona Romagnoli - ha prodotto un buon risultato in continuità con la lotta all’evasione avviata dall’Amministrazione comunale e dimostra come l’Ufficio Tributi anche quest’anno abbia saputo lavorare con attenzione e capacità.
Una società è più giusta ed equa se tutti pagano quanto dovuto. Ed anche per questo mi piace sottolineare come l’Amministrazione comunale, se da un lato recupera crediti dai contribuenti che non hanno correttamente versato il proprio importo, dall’altro si premura di avvisare coloro che hanno pagato di più restituendo puntualmente quanto spetta loro. Continueremo questa azione di controllo con rigore e trasparenza, nell’ambito di quell’attenta gestione delle risorse pubbliche che ci ha permesso anche di ridurre gli sprechi e riportare maggiore ordine nelle casse comunali”.

Anonimo ha detto...

News CASA. Confedilizia: "Col catasto patrimoniale tasse più che raddoppiate"
13/11/2006 - 13:22


Dai 1.000 ai 2.500 euro in più di imposte per singolo contribuente e oltre 30 milioni in più di gettito complessivo. Sarebbero questi - secondo una stima dell'Ufficio Studi della Confedilizia - gli effetti sul settore immobiliare dell'approvazione del progetto di revisione del Catasto su base patrimoniale previsto dal Governo. La previsione è contenuta in un "collegato" alla legge finanziaria e prevede appunto l'attribuzione al Governo di una delega per la riforma del "sistema di valutazione del Catasto fabbricati" con la quale si sancisce in via definitiva il criterio di un Catasto non reddituale, come è in tutti i Paesi civili del mondo, ma patrimoniale: teso, cioè, alla progressiva espropriazione dei beni. In pratica, sottolinea la confederazione, la disposizione teorizza, e consacra in via definitiva, il principio che i proprietari di casa debbano pagare le imposte sulla base, sostanzialmente, del valore dei loro beni e non sulla base di quanto i loro beni producono o possono produrre, come avviene in tutti gli altri settori.


Per saperne di più vai al sito di confedilizia

2006 - redattore: NZ