mercoledì, settembre 06, 2006

L’industria europea boccia il premier «Troppe tasse, l’Italia è in declino»


Commercialista Olbia news
Sollecitato dalla Commissione Ue, l'Osservatorio di Lisbona ha messo sotto la lente d'ingrandimento la situazione dell'economia italiana. Quindi l'ha discussa con Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea (Bce).
Ieri, sotto forma di «rapporto», è arrivato il responso. Subito consegnato nelle mani del presidente del Consiglio, Romano Prodi e dei ministri economici del governo, dice che «l'Italia è in declino a causa di una serie di ritardi strutturali». E dice anche che per recuperare nei confronti dei suoi principali concorrenti, il governo Prodi deve proseguire sulla linea delle liberalizzazioni introdotte dal pacchetto Bersani «anche quando si tratterà di andare contro gli interessi della propria base elettorale». Gli interventi che l'Osservatorio «consiglia» all'esecutivo riguardano la flessibilità del lavoro, la riduzione dei dipendenti pubblici e l'innalzamento dell'età pensionabile «cominciando ad applicare la legge Maroni».
L'Osservatorio (costituito dal Consiglio di cooperazione economica composto da presidenti e amministratori delegati dei principali colossi industriali del Vecchio continente), ha il compito di monitorare il percorso di attuazione della «strategia di Lisbona», il piano d'azione che sei anni fa l'Unione europea si è data per raggiungere - entro il 2010 - un'economia sviluppata. E, soprattutto, in grado di competere con quella di Stati Uniti, Giappone e Cina.
Insomma, se l'Italia non cammina, la colpa è «di una serie di ritardi strutturali accumulati dal Paese».

2 commenti:

Finanzas Forex ha detto...

Cento lancia l’allarme: «Rischiamo di cadere sulla Finanziaria»

La sinistra radicale si ricorda del suo vecchio amore per sindacati e proteste di piazza, e mette in guardia il Paese: «Il governo rischia di cadere sotto i colpi della Finanziaria».
A lanciare l'allarme è il sottosegretario al ministero dell'Economia, Paolo Cento. «Se i sindacati dovessero arrivare allo sciopero generale sulla manovra - avverte - credo che questo esecutivo vacillerebbe fortemente perché verrebbe meno la base sociale del consenso che ci ha fatto vincere le elezioni». Secondo il deputato dei Verdi, l'attacco alle pensioni sconfesserebbe il programma dell'Unione sulle politiche sociali. E la soluzione che Cento propone per tirarsi fuori da questa situazione sta tutta nel garantire «un'alternativa a Cernobbio dove ci sono i salotti buoni di una borghesia che non fa mai autocritica». La cittadina sul lago di Como è la sede dei convegni annuali di Confindustria. Ed è proprio all'indirizzo dell'associazione guidata da Luca Cordero di Montezemolo che il sottosegretario rivolge un pesante appunto. «Chiedono sacrifici soltanto agli altri ed è giunto il momento in cui le rinunce comincino ad arrivare proprio da coloro che stanno a Cernobbio».
A rinsaldare le preoccupazioni di Cento, arrivano proprio i sindacati, fortemente contrari ai tagli. Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, annuncia che sul fronte delle pensioni «ci sarà un muro unitario altissimo che bloccherà tutte queste iniziative incomprensibili». Bonanni lamenta il fatto che «prima il governo dice di volere discutere e poi preannuncia decisioni autonome

Finanzas Forex ha detto...

Il popolo azzurro: «Siamo pronti, ma niente stampelle al governo»

Perché sconfitti
Mi associo al coro dei lettori che chiedono a gran voce a Forza Italia di continuare la lotta politica contro il Comunismo e per il trionfo della nostra Idea liberale. Ma mi chiedo: sono, questi che scrivono, gli stessi che accolgono Berlusconi con folle oceaniche e con migliaia di bandiere al vento, che lo osannano in ogni occasione ma che poi per pigrizia non vanno a votare quando è il momento? Vedasi le ultime elezioni politiche, le ultime amministrative e il referendum costituzionale. Sandro Giraudi
Asti
Voglia di combattere
Ho sempre votato a destra (precisamente An) e faccio parte di quella schiera che ha voglia di combattere ciò che, quell'accozzaglia di personaggi che si spaccia per uomini di governo, sta cercando di imporci. Apprezzo vivamente quello che Il Giornale scrive e, sia certo, che noi manifesteremo con quelli che nella Cdl vogliono cambare le cose. E non permetto che ci paragonino ai girotondini perché l'onestà e la cultura che c'è in noi ci differenzia da quella gente che «non ha proposto» ma che ha seguito l'ideatore. Un leader deciso
Mi chiedo ancora quanto si debba aspettare per scendere in piazza e manifestare contro una sinistra che ancor oggi dal dopoguerra commette nefandezze, crimini di ogni genere. Non si smentiscono e continuano a dire che ciò che fanno è giusto e che di sbagliato c'è solo quello che fa la destra. Che aspetta Berlusconi? Perché non si comporta in modo più deciso? Non può lasciar in mano loro un Paese che sta andando in rovina. Sbrighiamoci. Sono milioni di persone che aspettano di scendere in piazza.