martedì, dicembre 12, 2006

Il super euro non ferma la Bce Commercialista Olbia


Commercialista Olbia Le Borse del Vecchio continente archiviano il mese in calo, ma non mancano le eccezioni. L'istituto centrale alza i tassi, nonostante l'apprezzamento della moneta unica sul dollaro.

La forza dell'euro nei confronti del dollaro ha rallentato la corsa delle Borse europee, che, nell'ultimo mese, hanno registrato un ribasso dello 0,9% (Msci Europe all'8 dicembre). Ha lasciato sul terreno oltre un punto percentuale il listino londinese, mentre quello francese ha perso lo 0,9%. Tra le principali piazze finanziarie, si sono messe in luce Milano (+0,8%) e Francoforte (+0,4%).

La moneta comune si è spinta fino a quota 1,33 contro il biglietto verde, indebolendo i titoli dell'export, in particolare l'industria dell'auto. Il super euro non ha impedito alla Banca centrale europea (Bce) di alzare il tasso di riferimento di un quarto di punto, portandolo dal 3,25 al 3,5%. Si tratta del sesto incremento dal dicembre scorso, quando l'istituto di Francoforte aveva proceduto alla prima stretta dopo oltre cinque anni.

Il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha ribadito che la politica monetaria continua ad ?essere accomodante? e che i tassi rimangono ?a un livello basso?, mentre la liquidità presente nel sistema ?è ampia?. Le sue parole lasciano intendere che la fase rialzista non sia finita. L'istituto centrale ha anche rivisto le stime sul Prodotto interno lordo dell'area. Per il 2006, la proiezione è passata dal 2,2-2,8% di tre mesi fa al 2,5-2,9%; per il prossimo anno la revisione è stata dall'1,6-2,6% all'1,7-2,7%. Preoccupa meno l'inflazione (le stime scendono al 2,1-2,3% dal precedente 2,3-2,5% per il 2006 e all'1,5-2,5% dall'1,9-2,9% per il 2007).

Il buon stato di salute dell'economia europea è confermato dal Pil del terzo trimestre, cresciuto dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,7% su base annua. L'incremento è stato inferiore a quello del periodo aprile-giugno, ma in linea con quello registrato da Stati Uniti e Giappone. Il tasso di inflazione, invece, ha registrato a novembre una crescita dell'1,8%, contro l'1,6% di ottobre.

La forza dell'euro preoccupa soprattutto la Francia, che nell'ultimo trimestre ha archiviato una crescita pari a zero, mentre è meno temuta dalla Germania (+0,6% il Pil del terzo trimestre), nonostante il peso delle esportazioni sia cresciuto molto dal 1995 al 2005. In effetti, l'indice di fiducia Ifo è salito a novembre (106,8 punti), contro le attese degli analisti che lo davano invariato. L'ottimismo è legato anche alla discesa del numero di disoccupati sotto i 4 milioni, per la prima volta dall'ottobre 2002, alla maggior competitività dei prodotti tedeschi e al buon posizionamento sui mercati emergenti.

I dati sulla congiuntura europea, ma anche statunitense, fanno da sfondo all'andamento delle Borse del Vecchio continente. Ma i listini continuano ad essere movimentati anche dai processi di fusione ed acquisizione. Non si spengono i riflettori sulle società che controllano i circuiti di negoziazione e le speculazioni interessano anche il settore alimentare, dopo l'accordo tra Premier Foods e Rhm per creare il primo produttore britannico, quello automobilistico e minerario.

Il cambio euro/dollaro e le prossime mosse della Bce sono destinati a rimanere al centro dell'attenzione nel 2007. Per Elga Bartsch, economista di Morgan Stanley, ?nonostante l'apprezzamento della moneta unica, l'istituto di Francoforte sembra intenzionato a proseguire nella politica restrittiva?. La prossima mossa è attesa a febbraio e potrebbe non essere l'ultima.

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