lunedì, ottobre 02, 2006

pagamenti oltre 1000 euro legge Legge 4 agosto 2006, n. 248

Commercialista Olbia

Fra le tante novità inserite nel d.l. Bersani, almeno due sono da conoscere bene e subito, perché la loro applicazione, da parte del professionista o imprenditore, deve avvenire praticamente da adesso. Mi riferisco ovviamente all’obbligo di avere ed usare un conto corrente destinato alla propria attività ed alla connessa nuova modalità di pagamento delle imposte. In realtà non è corretto parlare di nuova modalità di pagamento delle imposte, in quanto già da tempo è possibile effettuare il versamento delle deleghe F 24 con strumenti telematici; la novità sta’ nel fatto che dal primo ottobre, per chi ha partita iva, questo risulterà l’unico metodo di pagamento possibile.
Ma procediamo con ordine: dalla data di entrata in vigore della legge 248/2006 , tutti coloro che hanno una partita iva, dovranno effettuare incassi e pagamenti relativi alla propria attività facendoli transitare per un conto corrente. Dunque, già oggi, tutti i professionisti e gli imprenditori, dovranno dotarsi di un conto corrente destinato alla propria attività. Esistono delle soglie di importo minimo, al di sotto delle quali sarà ancora possibile pagare ed incassare per contanti: tali soglie sono fissate in 1000 euro fino al 30 giugno 2007, 500 euro tra il 1° luglio 2007 e fino al 30 giugno 2008 e successivamente a tale data, l’importo scenderà ulteriormente a 100 euro. Questo allo stato attuale, ma un minimo di esperienza in campo fiscale insegna che difficilmente sarà possibile pianificare una operazione simile in un periodo così lungo….quindi direi che per ora sia caso di preoccuparci solo del primo step. Ciò anche tenuto conto del fatto che una soglia di 100 euro appare oltre che unitile, al sottoscritto, anche controproducente per le casse dello stato, favorendo il fenomeno del “nero”…..già immagino il cliente che si reca da un commercialista o da un avvocato per un parere preferire il pagamento in contanti di un importo vicino ai 100 euro e che dovrà essere liquidato senza parcella, per non incorrere in un illecito.
Comunque, riassumendo, tutti i professionisti e imprenditori, in oggi devono avere un conto corrente destinato e in esso far transitare i flussi di cassa superiori ai 999,99 euro.
Vale la pena notare che manca completamente un regime sanzionatorio. Alcuni colleghi si sono chiesti se il non avere un conto corrente destinato o semplicemente l’accettare compensi superiori ai 1000 euro in contanti, possa configurare una situazione di tenuta della contabilità irregolare e dunque inattendibile e portare, per tanto, ad un eventuale accertamento induttivo, da parte della amministrazione finanziaria. A costoro non posso che rammentare che il regime contabile naturale per i professionisti e di contabilità semplificata e per tanto le registrazioni di banca e cassa non sono dovute. Quindi questa ipotesi, che comunque è la piu’ verosimile di quelle che ho sentito, dinnanzi a qualsiasi commissione tributaria vedrebbe un annullamento dell’accertamento induttivo.
Altro quesito che ci si è posti è se debba essere un conto da utilizzare esclusivamente per l’attività economica o se si possa usare un conto unico sia per l’attività che per i pagamenti estranei alla attività. Da tutto quello che ho letto direi che si possa tranquillamente propendere per questa seconda ipotesi.
Strettamente connesse con tale nuovo onere risultano essere le modalità di versamento delle imposte, che dal 1° ottobre, potranno essere effettuate solo con strumenti telematici.
Tre sono le modalità con cui pagare gli f24: la prima con il canale “home banking”, la seconda accedendo al sito internet fisconline e la terza, ricorrendo alla prestazione di un intermediario abilitato (dottori e ragionieri commercialisti).
A prescindere dal metodo usato, resta pacifico che si debba avere un conto corrente, dal quale l’agenzia entrate preleverà gli importi dell’F24 e che si debba poter disporre di una connessione internet e naturalmente che si debba saper navigare in internet.
Vediamo ora operativamente come fare e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ogni metodologia:
Con l’home banking ci si connette alla propria banca e si seguono le istruzioni che la stessa comunica. E’ bene innanzitutto controllare se la propria banca è convenzionata con il fisco. L’elenco si trova sul sito dell’agenzia entrate, è bene effettuare sempre il controllo perché vi sono istituti importanti che non sono ancora convenzionati (ad esempio bancoposte).
Sembra comunque il metodo piu’ economico e facile, oltre che sicuro e personalmente è quello che consiglio vivamente a tutta la clientela del mio studio.
Metodo alternativo per chi vuole far da se, e l’accesso al sito fisconline.it. Ci si deve innanzitutto recare all’ufficio dell’agenzia delle entrate per farsi assegnare il codice pin; codice per la cui assegnazione sono richiesti il documento d’identità, il codice fiscale ed altre informazioni desumibili dalla dichiarazione dei redditi. Una volta avuto il pin, si deve scaricare sul proprio pc il programma f24online, reperibile presso il sito dell’agenzia delle entrate. Ho già visto delle versioni a pagamento di tale software, io personalmente, uso quello gratuito dell’agenzia da un paio d’anni, sia per me che nella mia attività professionale e mi trovo benissimo. Una volta installato è opportuno passare un pomeriggio cercando di capire bene come funziona; con esso si creano gli f24 telematici. Per tanto si dovrà prendere l’f24 consegnato dal proprio dottore o ragioniere commercialista e copiarlo su questo programma, generando un file. Passo successivo sarà di andare sil sito fisconline e scaricare il software “fileinternet” con cui trasformare il file prima creato in formato utile per poter procedere all’invio. Infine, sempre dal sito fisconline, si andrà, seguendo le istruzioni del sito stesso, nella pagina da dove materialmente spediremo l’f24 generato, oltre ai dati personali ed ai codici bancari. L’agenzia entrate riceverà il file dellf24 e procederà a prelevare direttamente dal conto del contribuente le somme delle imposte. E’ un metodo che presuppone una discreta dimestichezza con internet ed un p.c. dotato di un buon antivirus, di un buon firewall, di un ottimo anti-intrusione, visto che vi inseriremo dati bancari. Io lo sconsiglio, almeno per i primi tempi.
Il terzo metodo e demandare al proprio commercialista il pagamento degli F24. Egli stipulerà una convenzione con l’agenzia entrate e redigerà l’F24 cumulativi per la propria clientela. E’ ovviamente di gran lunga il metodo piu’ oneroso: si tratta di una enorme mole di lavoro e di responsabilità per il professionista incaricato, oltre che esulare dalle funzioni professionale ed essere anche abbastanza difforme da quello che dovrebbe essere il decoro di una professione intellettuale. Il mio lavoro non è di pagare le imposte al cliente, che è piu’ una mansione da galoppino, ma è di calcolare il carico fiscale dell’esercizio e di fare consulenza. Dunque, ammesso che il vostro commercialista lo faccia ( io ad esempio non lo faccio per i miei clienti )
tenete conto che è un onere lungo e sgradito (pensate solo che ci saranno 3 ricevute per ogni f24, due telematiche ed una cartacea) e che dunque influirà giustamente sulla parcella.
Da ottobre anche una cosa elementare, come pagare un f24, diventerà una cosa complicata. Mi chiedo davvero a chi convenga tutto ciò, oltre che alle banche.

dott. Valentino Pittin

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