
Commercialista Olbia Soldi non ce ne sono. E non conviene insistere». E’ un Visco sereno ma anche molto determinato quello che si presenta a metà mattina all’incontro con i capigruppo della maggioranza della Camera per gli emendamenti alla Finanziaria. «Ci stiamo arrampicando sugli specchi, abbiamo superato il limite, abbiamo dato fondo a tutto» si sfoga il viceministro dell’Economia che ha subito chiuso la porta ad ogni richiesta di revisione delle aliquote Irpef. «Non si toccano» ha spiegato.
Un messaggio secco, rivolto a interlocutori (come i capigruppo di Rifondazione Gennaro Migliore, del Pdci Pino Sgobio o dei Verdi Angelo Bonelli) che nelle ultime 48 ore erano tornati più volte alla carica. Chi con la proposta di un’aliquota del 47% sopra i 150 mila euro e di reddito, chi proponendo un prelievo del 45% sopra quota 100mila e ridisegnando a cascata tutta la curva del prelievo fiscale. Per motivi politici e-vi-den-ti - ha sillabato Visco - le tasse non si posso aumentare oltre: modificare le aliquote sarebbe un grave errore».
E poi ha aggiunto: «Abbiamo fatto una manovra micidiale, cercando di proteggere chi ha più bisogno. La maggioranza ne è consapevole? Se continuate così ce ne andiamo a casa tutti». Nel silenzio quasi generale solo Migliore ha azzardato una replica: «Ma non si può essere contrari e dirlo apertamente?». «Sì - gli ha replicato Visco - ma se facciamo una comunicazione sbagliata non è che ce ne andiamo a casa noi, ci mandano a casa gli elettori…».
Partita chiusa? Si direbbe di sì, anche se per tutta la giornata sono continuati i parlottii ed i malumori tra i parlamentari della maggioranza che in serata sono tornati a riunirsi. L’intesa raggiunta ieri mattina dai capigruppo è la fotocopia esatta di quella che ha portato al varo del decreto fiscale: tutti gli argomenti politicamente rilevanti su cui non c’è l’accordo di tutta l’Unione vengono accantonati. Ed ora si comincia dall’Irpef. Per il capogruppo dell’Ulivo Dario Franceschini era necessario rinunciare a molti emendamenti dei vari partiti e definire solo i nodi principali, per rendere il cammino della manovra più agile. E soprattutto cercare di evitare di ricorrere al voto di fiducia. «L’aliquota del 45% non è mai stata una nostra bandiera - spiega Marina Sereni dei Ds - ma solo uno strumento per finanziare provvedimenti importanti.
Se ci sono alternative meglio così». Ed in effetti, anche senza modificare la curva Irpef, tutte le sue richieste (come quelle di Migliore, che a fine giornata si dichiara comunque «soddisfatto») sono state accolte: dagli sgravi per gli over 75 all’estensione dei benefici fiscali ai redditi sino a 40 mila euro, a quelli a favore dei singles. Altre modifiche potrebbero vedere la luce entro giovedì giorno in cui la maggioranza conta di imprimere lo sprint finale alla manovra. L’obiettivo del relatore di maggioranza Michele Ventura è quello di chiudere i lavori in commissione Bilancio entro venerdì notte.
La preoccupazione del governo, espressa al vertice di ieri dal ministro per i Rapporti col Parlamento Vannino Chiti, è quella invece di trovare rimedio a temi come apprendisti, sicurezza, maternità dei precari, ricerca e università. Ovvero le ultime «priorità» ancora da affrontare dopo che ieri sono state sistemate le caselle degli enti locali e degli over 75. In serata un nuovo incontro di maggioranza, però, ha già riaperto il capitolo bolli auto dopo che nella riunione della mattina i capigruppo dato l’ok di massima a Visco per sostituire la tassa sui Suv con un rincaro dei bolli sopra i 100 Kw di potenza. «Quello del governo è un emendamento aperto al dibattito parlamentare - ha spiegato il sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi -. Non è un superbollo ma una proposta basata sul “chi più inquina più paga”». Si può correggere, ma il gettito non deve cambiare perché serve a migliorare gli sgravi Irpef fino a 40mila euro, per le famiglie monoparentali e gli anziani. Forse si «caricherà» di più sulle auto più potenti, alzando la soglia a 120 kw, anche perché il governo teme l’effetto rimbalzo sui titoli dei giornali: la notizia della decisione, diceva ieri qualcuno «è uscita stamattina, quando nemmeno era stata ancora presa».
Ma come dice il presidente della Confindustria e della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, «ce n’è una ogni ora. Aspetto che si capisca qualcosa».